Francis Bacon (Francesco Bacone) è
nato a Londra il 22 gennaio 1561 e morto a Londra il 9 aprile 1626. Figlio di Nicola Bacone, guardasigilli della regina Elisabetta I,
ha studiato diritto ed ha tentato di affermarsi nel campo dell'avvocatura. Entrato nel 1593 nella
Camera dei Comuni, ha trovato la protezione del conte di Essex, favorito della regin. Quando il Contè è caduto in disgrazia, nel 1601, Bacone ne ha ottenuto, come avvocato della corona, la condanna. Salito al trono Giacomo I, ha conquistato il suo favore, insieme con quello del duca di Buckingham, ed è diventato
avvocato ordinario della corona (1604),
avvocato erariale (1607),
procuratore generale (1613),
lord guardasigilli (1617),
gran cancelliere e barone di Verulamio (1618),
visconte di Sant'Albano (1621). Ma, accusato nel 1621 dal Parlamento di corruzione, è stato imprigionato e condannato a un'ammenda, quindi graziato. Trovatosi così
escluso dalla vita pubblica, ha consacrato gli ultimi anni della sua vita alla scienza e alla filosofia. Ambigua personalità di uomo pubblico, Bacone ha lasciato tracce vaste e profonde nella
storia del pensiero scientifico. Ha concepito il grandioso progetto di una riforma di tutte le scienze, che avrebbe dovuto essere esposta in una
monumentale opera, divisa in sei sezioni e indicata con il significativo titolo di
Instauratio magna (La grande restaurazione). Di questa in realtà hanno visto la luce solo le prime due sezioni, costituite rispettivamente dal
Progresso del sapere, pubblicata in inglese nel 1605 (The Advancement of Learning) e ripubblicata nel 1623 in latino con il titolo
De dignitate et augmentis scientiarum, e dalla sua opera fondamentale, il
Novum Organum Scientiarum (1620). Tra le altre opere, spesso appena abbozzate e pubblicate postume, sono notevoli i
Saggi (1597), una
Storia di Enrico VII (1622) e
La Nuova Atlantide, postuma. Il
merito maggiore della speculazione baconiana è l'avere sostituito una nuova logica (novum organum), sperimentale e induttiva, all'antica, aprioristica e deduttiva. Bacone distingue, infatti,
due vie per accedere alla verità: “
L'una parte dalle sensazioni e dai fatti particolari e di lì prende il volo per le proposizioni più generali, e, fondandosi su tali princìpi e sulla loro verità ritenuta incrollabile, scopre e giudica le proposizioni intermedie; questa è la via che è stata abitualmente seguita. L'altra, partendo analogamente dalle sensazioni e dai fatti particolari, deriva di lì le proposizioni ascendendo in modo continuo e progressivo fino ad arrivare alle più generali: questa è la vera via, ma nessuno l'ha ancora percorsa”. Questa seconda via costituisce una
vera e propria innovazione, una “
instaurazione della scienza”; essa consiste prima di tutto nella sottomissione al fatto: “
Non si trionfa sulla natura se non obbedendole”. La
sperimentazione, che fa dell'uomo “
l'interprete della natura”, deve essere paziente e circospetta, poiché “
non di ali abbisogna il nostro spirito, ma di suole di piombo”. La nostra
esperienza sensibile deve essere controllata con la massima cura, poiché soggetta a ogni forma di errori o “idoli”:
idola tribus (pregiudizi della specie umana),
idola specus (pregiudizi dello spirito individuale),
idola fori (pregiudizi sociali),
idola theatri (pregiudizi dottrinali). Per organizzare razionalmente e metodicamente l'esperienza Bacone istituisce particolari procedimenti o tavole:
tavole di presenza, di assenza, dei gradi: se un fatto A è la causa di un fatto B, se A è presente, lo è anche B; se A è assente, lo è anche B; se A varia, varia anche B. Questo mettere in evidenza le cause è il fine di ogni scienza, poiché la vera scienza è la "
scienza delle cause”, l'unica garantita dalla sua fecondità teorica e pratica: “
Ciò che ha funzione di causa per la speculazione, diviene una regola per l'azione pratica”. La
legge generale verrà tratta per induzione dall'esperienza condotta così, con precisione e fermezza, e non mediante una semplice “
induzione totalizzante”, che si limiti a riassumere i dati acquisiti, bensì grazie a un
'induzione amplificante che vada al di là del dato acquisito per intravvedere l'avvenire e legiferare anche su fatti ancora ignoti, ma assimilabili a fatti conosciuti, nel quadro del determinismo universale. In questo modo
la scienza diventa veramente conquistatrice e attiva e permette all'uomo di dominare la natura, di cui il suo pensiero riflette l'azione intima e il movimento.
La scienza sfugge a ogni altra autorità che non sia quella della ragione. Continuatore della speculazione naturalistica rinascimentale, Bacone appare nello stesso tempo come l'iniziatore non solo dell'
empirismo inglese ma anche del
pensiero scientifico moderno. Suo merito fondamentale, infatti, è stato quello di aver intuito le vaste possibilità di una scienza della natura.