Diventato Presidente, Kennedy si è avvalso della
collaborazione di un gruppo di tecnocrati e specialisti di varie branche delle scienze sociali, amministrative e politiche, provenienti dal mondo industriale e dalle università. I primi mesi del suo mandato sono stati contrassegnati dal riacutizzarsi della
tensione internazionale in seguito al fallito sbarco, avallato da Kennedy stesso, di 2.000 esuli cubani anticastristi alla
baia dei Porci (17-18 aprile 1961). Il primo passo verso la
politica di distensione con l'Unione Sovietica si è compiuto con l'incontro al vertice tenuto a Vienna nel giugno 1961, con il quale si è cercata una soluzione negoziata dei più scottanti problemi di politica mondiale del momento. Tale prospettiva, che si inseriva in una
nuova visione dei rapporti internazionali, ha subito una battuta d'arresto nell'estate del 1961 con la rottura unilaterale della
moratoria nucleare da parte dell'Unione Sovietica, la riapertura della questione tedesca (muro di Berlino) e gli sviluppi della situazione nel Sud-Est asiatico. La crisi ha toccato l'acume nell'ottobre 1962 con la
scoperta di basi missilistiche sovietiche a Cuba da parte di aerei da ricognizione. Il comportamento di Kennedy è stato estremamente fermo: posto l'
embargo all'isola, il presidente ha deciso di far effettuare il controllo di tutte le navi dirette all'Avana con l'ordine di dirottare i trasporti di materiale strategico. Questa presa di posizione
ha spinto Krusciov ad assumere un atteggiamento accomodante, smantellando le basi missilistiche di Cuba. L'esito di questa prova di forza ha aperto la strada verso un clima di maggiore distensione internazionale che portò a una
parziale soluzione dei rapporti tra le due potenze, rappresentata dall'accordo per la messa al bando degli esperimenti nucleari nell'atmosfera (trattato di Mosca, 5 agosto 1963). Nell'ambito della politica della “nuova frontiera” ha avuto particolare rilievo il
piano di aiuti per lo sviluppo economico e sociale dell'America latina concretatosi nell'Alleanza per il progresso (agosto 1961). Non meno dinamica è stata la sua politica per i
problemi interni degli Stati Uniti: un sempre maggiore intervento dello Stato nell'economia teso a potenziare la ripresa produttiva, istituendo di fatto un controllo selettivo sugli investimenti e i consumi; particolarmente favorito fu il settore aerospaziale, impegnato nella competizione con l'Unione Sovietica. Nei confronti del
problema razziale Kennedy ha assunto un atteggiamento nettamente progressista: ha favorito l'
integrazione della gente di colore nelle università degli Stati del Sud e, dopo la “marcia della libertà” durante la quale più di 200.000 negri hanno manifestato per i diritti civili, il Presidente ha proposto al Congresso una
legislazione diretta ad abolire la discriminazione nelle scuole, negli alberghi e nei ristoranti, suscitando negli ambienti conservatori forti reazioni.
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