I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni Analisi e sintesi del romanzo scritto da Alessandro Manzoni Tutte le foto 12 / 20 Precedente Successiva Donna Prassede Durante la loro permanenza presso la casa del sarto, Agnese e Lucia ritrovano una certa serenità, anche se non hanno buone notizie per la sorte di Renzo. Lucia rimane sempre al riparo da sguardi indiscreti, ma, cedendo alle insistenze dell’aristocratica donna Prassede, si reca nella sua villa per incontrarla. Donna Prassede, incuriosita dalla vicenda di Lucia, le offre ospitalità e riparo. L’intento della nobildonna non è però solo quello di proteggere la ragazza, ma anche quello di indurla a dimenticare quel Renzo che secondo lei, in base a quello che si dice in giro, è un poco di buono. Si scopre così che donna Prassede è una superficiale che esercita la carità senza realmente volere il bene del prossimo. Ottenuto l’assenso da parte di Lucia, la nobildonna fa redigere dal marito, don Ferrante, una lettera indirizzata al vescovo, nella quale si comunica la soluzione adottata per la protezione di Lucia. Tornate al paese, Lucia e Agnese incontrano immediatamente il vescovo, che, letta la missiva, accetta quella soluzione. Donna Prassede, quindi, prende con sé Lucia, che per la seconda volta dice addio alla madre e al proprio paese. Agnese si reca presso la villa di donna Prassede per parlare con la figlia prima che questa parta per Milano. La madre comunica alla figlia la notizia del dono ricevuto (una somma di denaro da parte dell'Innominato) e le parla di nuovi progetti di trasferimento assieme a Renzo. Lucia si trova così costretta a confessare la questione del voto di castità. Le due donne rimangono incerte su quello che si dovrà fare e convengono di inviare a Renzo del denaro una volta avute sue notizie. Nel romanzo Donna Prassede si propone come una donna che sa quello che è il bene e quello che gli altri devono fare. Così si arroga, in un mondo di devianza, il compito missionario di raddrizzare le storture. E' una donna di poche idee, la maggior parte delle quali sbagliate, ma a queste lei è molto affezionata. E' guidata da due stelle: quella del sentirsi predestinata a fare il bene e a guidare gli uomini, la gente, al bene di cui lei è interprete autorizzata e senza dubbi; e quella del pregiudizio in base al quale gli uomini e le donne che siano in dissonanza con le autorità dello Stato o in rapporto coi dissidenti, debbano avere tare che solo chi possedeva, come lei, il dono della verità, poteva curare e guarire. Si dice animata da amore per gli altri e per i diseredati: e in questo senso è il prototipo della dama di carità. Ma ciò che caratterizza questa benefattrice è la vanità, l'orgoglio di casta, la superiorità dell'aristocratica, l'assenza di autenticità caritativa, l'eccesso di fiducia in se stessa, la volontà di imporre agli altri i principi nei quali crede. Difetto capitale di donna Prassede è mancare di caritatevole simpatia e di umano rispetto riguardo agli altri, di umiltà e di scetticismo riguardo a se stessa. Arriva al punto di insinuare che la sfortuna che ha accompagnato la vita della giovane ragazza è una sorta di punizione divina per la relazione con Renzo.(Foto tratta da ilsussidiario.net)