Ecco le caratteristiche di base dello stile (in cui si può leggere anche l’influenza dell’insegnamento del sofista Gorgia da Lentini.)
- ragionamenti basati su costruzioni concettuali limpide, elaborate e articolate;
- periodi lunghi, fluidi, armoniosi e chiari nei nessi (ad esempio tosuton…oson);
- predilezione per le antitesi ( men…de, alla ou/mh monon…alla, en toij logoij…en toij ergoij) e le correlazioni (te..te; oute…oute; mhte…mhte; eite…eite; kai…kai; h…h);
- grande attenzione alla corrispondenza tra i membri che costituiscono un periodo, per numero di vocaboli, per struttura sintattica, per ritmo;
- periodi con molti parallelismi concettuali;
- uso moderato delle figure retoriche;
- ricorso ad una breve perifrasi al posto di un semplice termine;
- largo impiego dei vari costrutti del participio ( congiunto, predicativo, sostantivato, genitivo assoluto ecc.) all’interno della stessa frase;
- presenza di proposizioni principali coordinate per asindeto.
Per quanto riguarda il lessico abbiamo una frequenza altissima dell’uso di sostantivi quali polij, logoj, fusij, fenomeno comune a tutta la prosa greca classica anteriore all’Ellenismo e che rispecchia le passioni e gli interessi predominanti dell’epoca.
Fra le parole chiave di Isocrate bisogna ricordare prima di tutto paideia, concetto che va oltre la traduzione corrente di “educazione” e assume il peso e lo spessore che oggi l’antropologia dà al termine “cultura”. Altra parola notevole è progonoi, “antenati”, riferimento costante alla fonte di una tradizione culturale che ormai aveva assunto una dimensioni mitica e inattuale.