Chi sono i Foreign fighters, i combattenti stranieri
Chi sono i Foreign fighters, i combattenti stranieri che si arruolano per combattere in guerra in paesi diversi dal loro. Cosa succede in Ucraina
Indice
Chi sono i Foreign Fighters
Si sta parlando in questi giorni della costituzione di Brigate internazionali per combattere a sostegno dell'Ucraina contro gli attacchi russi. Persone da tutto il mondo stanno prendendo contatto con le ambasciate ucraine nei loro paesi e partendo quindi per arruolarsi nelle fila ucraine: sono i cosiddetti Foreign Fighters, combattenti internazionali che si arruolano in paesi diversi dal proprio per supportare una causa militare. In questo caso, la difesa ucraina contro le aggressioni russe.
Ma il fenomeno dei Foreign Fighters è vecchio come il mondo, e naturalmente non limitato a questa guerra né all'Europa. Vediamo quindi chi sono questi combattenti e perché prendono la decisione di lasciare il proprio paese per combattere a sostegno di un altro.
Foreign Fighters, arruolamento
Quando si parla di Foreign Fighters non ci si riferisce a uno specifico gruppo di persone: i soldati combattenti cambiano infatti di volta in volta in base al conflitto e alle parti in causa.
Uno degli istituti più accreditati in termini di politica estera, l'ISPI - Istituto per gli studi di politica internazionale - ricorda in un articolo degli oltre 40.000 combattenti arruolati volontariamente nella guerra fra Siria e Iraq per aumentare le fila dell'IS, lo Stato Islamico. Sembrò, all'epoca, che 5000 di loro fossero partiti dall'Europa.
Qui sotto trovi invece una mappa realizzata da LIMES nel 2015, che illustra la situazione dei Foreign Fighters musulmani di seconda e terza generazione, che partirono dall'Europa per arruolarsi nella causa dello Stato Islamico.
L'Ucraina e il Donbass
Ma anche l'Ucraina aveva visto già dal 2014 i suoi Foreign Fighters: dopo aver allontanato il presidente filo-russo Viktor Janukovič (il 22 febbraio 2014), Mosca ha annesso unilateralmente la Crimea (marzo 2014) appoggiando le rivendicazioni separatiste di una parte del Donbass.
Nella primavera del 2014 in Donbass è scoppiato un conflitto:
- Da un lato le forze armate e alcune formazioni paramilitari ucraine
- Dall'altro le milizie separatiste sostenute da Mosca.
Nel febbraio 2015 si è arrivati a un cessate il fuoco, ma in realtà il conflitto è rimasto attivo fino ad oggi. Le Repubbliche popolari di Doneck e di Lugansk, che si erano auto-proclamate tali, ora per volontà di Putin sono state riconosciute come indipendenti.
In Donbass hanno combattuto circa 17.000 volontari, provenienti da più di 50 paesi (15.000 solo dalla Russia).
Buona parte delle persone partite invece dall'Europa e dall'Italia e citate nell'articolo dell'ISPI, dichiara che a spingerle in Donbass sia stata l'aspettativa di un compenso economico.
Molti altri sono partiti invece per motivazioni politiche:
- Gran parte del Foreign fighters coinvolti in Ucraina proviene da ambienti di estrema destra e milita sia a favore dell'Ucraina, sia a favore delle repubbliche filorusse;
- Un'altra parte di combattenti milita invece nell'estrema sinistra, a favore delle repubbliche filorusse e contro il governo ucraino, che ritiene legato agli Stati Uniti in un rapporto di eccessiva dipendenza.
I Foreign Fighters sono mercenari?
Parlare dei Foreign fighters come mercenari è improprio: le paghe, riporta un articolo del Corriere, non superano spesso i 400 dollari al mese. Eppure un'inchiesta sui mercenari e i loro rapporti con l'estrema destra si è aperta negli anni scorsi, con le prime condanne arrivate nel 2019.
C'è un lungo articolo del Post su questo, se vuoi approfondire, leggere qualche testimonianza di italiani al fronte, ma soprattutto capire quali siano le implicazioni politiche dell'arruolamento.
Combattenti stranieri nella storia
Eppure, senza arrivare al fenomeno recente dei Foreign Fighters, possiamo ricordare un altro celebre episodio in cui dei combattenti stranieri hanno deciso di partire dal proprio paese e arruolarsi in una guerra che non era la loro. Stiamo parlando della Guerra Civile spagnola, durante la quale, ancora prima della creazione delle Brigate internazionali per volontà del Comintern, si schierarono in campo uomini da tutto il mondo - tra cui anche noti intellettuali - a sostegno dell'una o dell'altra parte.
I volontari italiani nella Guerra Civile Spagnola
Su richiesta di aiuto militare di Francisco Franco a Mussolini, nacque il Corpo Truppe Volontarie a supporto dei nazionalisti spagnoli e l'Italia inviò tra il 1936 e il 1937 da 60 a 80.000 soldati italiani, convinti a partecipare per ragioni economiche più che politiche.
Ci furono anche dei volontari italiani che sostennero la causa repubblicana, appartenenti al movimento Giustizia e Libertà, che raggiunsero la zona di guerra molto prima dei CTV e prima ancora dell'organizzazione delle Brigate Internazionali. Il numero degli italiani si attesta sulle 4.000 unità.
Combattenti stranieri intellettuali
Tra i soldati che partirono per il fronte spagnolo si ricordano anche George Orwell, Simone Weil ed Ernest Hemingway.
Nel dicembre del 1936 Orwell partì per la Spagna; a Barcellona si unì al Partito Operaio di Unificazione Marxista (POUM) e mentre combatteva sul fronte aragonese, fu ferito e fu costretto a tornare in Inghilterra, dove nel 1938 scrisse Homage to Catalonia (Omaggio alla Catalogna), in cui raccontò la sua esperienza spagnola.
Nel 1936 anche Hemingway partì per Madrid, dove lavorò come corrispondente di guerra. Il romanzo For Whom the Bell Tolls (Per Chi Suona la Campana, 1940), ambientato durante la guerra civile spagnola e il cui protagonista è un partigiano americano che combatte per i repubblicani, nasce proprio da questa esperienza.
La guerra in Ucraina
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