Fobie: cosa sono e come trattarle

Fobie: cosa sono, come si manifestano e come si trattano questi fenomeni psicologici fortemente limitanti nello svolgimento delle attività quotidiane

Fobie: cosa sono e come trattarle
getty-images

Fobie: introduzione

Fobie: cosa sono e come trattarle
Fonte: getty-images

Le fobie rappresentano un fenomeno psicologico sempre in evoluzione, che può presentarsi ad ogni età, senza discriminazioni e con gravità variabili fino a diventare altamente limitanti nello svolgimento delle attività quotidiane.

Cosa sono le fobie

In origine, le fobie avevano una funzione legata alla sopravvivenza, avendo quindi come oggetto fobico elementi possibilmente dannosi e letali come insetti e situazioni rischiose. Nel tempo però la possibilità di sviluppare una fobia si è allargata anche a ciò che non rappresenta realmente una minaccia alla sopravvivenza ma viene vissuta come tale dalla persona che la sperimenta. Spesso, infatti, quando si parla di fobie, si fa riferimento a paure e reazioni spesso esagerate rispetto all’entità del pericolo connesso all’oggetto fobico.

Ad oggi le fobie specifiche, mirate cioè ad elementi singoli e specifici vengono suddivise principalmente tra:

  • zoofobia: la fobia degli animali che può manifestarsi con specificità rispetto ad alcune categorie specifiche di animali, tra cui una delle più diffuse è l’aracnofobia, cioè la paura dei ragni
  • fobie ambientali: la paura legata ad alcuni aspetti caratteristici degli ambienti come l’altezza, ma anche ad elementi naturali quali acqua, fuoco e agenti atmosferici
  • fobie situazionali: legate anch’esse ad alcune caratteristiche dell’ambiente perlopiù artificiali come l’ampiezza di una stanza, i ponti ma anche situazioni quali l’essere in volo in aereo, guidare o fare una risonanza magnetica
  • fobie legate a fluidi corporei lesioni: la principale e più comune è la paura del sangue proprio e/o altrui, che fuoriesca da una ferita o che sia prelevato per esami medici; a questa si accompagna una paura sempre più diffusa che ha come oggetto fobico il vomito e/o l’atto stesso del vomitare, nota come emetofobia
  • altro tipo: oltre alle fobie che possono essere accomunate da elementi simili, ne esistono una quantità infinita, al punto da essere quasi impossibile catalogarle tutte; tra queste, quelle più note sono ad esempio la paura di soffocare o svenire, la paura delle bambole e di altri oggetti inanimati, la paura di maschere e pagliacci, la paura di rumori forti o oggetti che potrebbero scoppiare (es. i palloncini)

Come si manifestano le fobie

Le fobie specifiche rappresentano una categoria psicopatologica diagnosticabile con sintomi e aspetti specificati nel Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali proprio per via dell’intensità con cui si manifestano e delle limitazioni che possono comportare nella vita quotidiana.

Le principali reazioni agli oggetti fobici sono reazioni intense ed esagerate di paura, con palpitazioni, sudorazione, agitazione, vertigini e tremori, ma anche comportamenti di evitamento volto a diminuire la possibilità di esporsi a ciò che fa paura. Oltre a queste reazioni, ciò che distingue una fobia dalla classica paura è prima di tutto la qualità dell’oggetto fobico, che nella maggior parte dei casi viene considerato innocuo dalle altre persone.

Le motivazioni per cui alcune persone sviluppano una fobia sono molteplici e spesso si sommano tra loro.

Tra le cause principali troviamo sicuramente:

  • traumi connessi all’oggetto fobico
  • attacchi di panico non necessariamente connessi all’oggetto fobico ma che avvengono in presenza di esso generando così un condizionamento
  • ambiente di sviluppo condizionante tramite l’educazione, le informazioni trasmesse ma anche tramite l’osservazione delle reazioni degli adulti di fronte agli oggetti fobici

Inoltre, un aspetto che costituisce un fattore di rischio sembra essere l’appartenenza al genere femminile, anche se non è chiaro se questo dato rispecchi effettivamente la realtà o sia legato alla reticenza culturale del genere maschile di mostrare reazioni di paura in pubblico.

Come trattare le fobie

Riconoscere una fobia e distinguerla da una paura condivisa e “normale” è necessario per decidere se si voglia o meno intraprendere un percorso per superare la fobia stessa. Come abbiamo visto, infatti, alcune fobie non comportano grandi limitazioni nello svolgimento delle attività quotidiane, mentre altre possono limitare la possibilità di partecipare a molte situazioni ed esperienze, o di investire molte energie nel tentativo di evitare l’oggetto fobico.

Per questo motivo potrebbe rivelarsi necessario richiedere un intervento psicologico specialistico per trattare la fobia in questione. La linea di trattamento più diffusa ed efficace è quella cognitivo comportamentale che si basa sull’esposizione graduale all’oggetto fobico, accompagnando tale esposizione a strategie di regolazione della paura. Talvolta il percorso necessità di tantissimi passi intermedi prima di arrivare all’esposizione in vivo e in solitaria e per questo motivo, essere accompagnati da un terapeuta è necessario per evitare di affrettarsi troppo, rischiando così di generare ulteriori traumi che aggravano la condizione di partenza.

In parallelo, ciò che può essere fatto in autonomia consiste nell’apprendimento di strategie di autoregolazione quali:

  • tecniche di respirazione
  • strategie di grounding
  • mindfulness

Inoltre può rivelarsi molto utile informarsi sulle caratteristiche reali dell’oggetto fobico per limitare generalizzazioni e catastrofismi, e, se possibile, portare avanti l’esposizione graduale in autonomia così da aumentare la desensibilizzazione.

Altri contenuti di psicologia

Un consiglio in più