Floriana L’Arco: una carriera in Microsoft grazie alle STEM
Dalla laurea in Fisica a una multinazionale del software. Una carriera nel settore STEM al riparo dai pregiudizi di genere
STEM: SCIENCE, TECHNOLOGY, ENGINEERING, MATHEMATICS
Floriana L’Arco, di professione commerciale, lavora in Microsoft, multinazionale del software impegnata da anni sul fronte GIRLS in STEM con programmi e iniziative specifiche. Per spiegare la sua professione dice: “Mi occupo di soluzioni per la produttività degli utenti delle grandi organizzazioni” anche se, ammette, “c’è una certa distanza tra il mio titolo di studi e la mia occupazione attuale”.
Floriana è arrivata alla sua posizione attuale con una laurea in Fisica. Al momento della scelta i dubbi sono stati tanti: da un lato la passione per la filosofia, dall’altra quella per le discipline scientifiche. E poi, i desideri: “Da piccola volevo fare tutt’altro: il medico” racconta “la scelta non è stata facile, ho trovato un compromesso”.
STEM E UNIVERSITÀ
Quando Floriana finisce il liceo è il 1989, e i corsi di orientamento all’Università non sono molto frequenti. Per avere un’idea delle prospettive di studio e di occupazione che può dare una laurea nel settore STEM, lo step più immediato è parlare con chi già ha fatto quel percorso. Così, quando si tratta di fare un bilancio fra passioni e possibili sbocchi occupazionali, Floriana si guarda attorno: “Ricordo di aver fatto delle chiacchierate con il papà di un’amica, laureato in Fisica, e con un paio di conoscenti già iscritte a corsi di laurea in discipline scientifiche”.
Durante l’Università i contatti con le aziende non sono tanti, così quando finisce gli studi lo sbocco più naturale è quello della ricerca. L’opportunità di fare un salto di carriera arriva dopo alcuni anni: “All’epoca avevo uno borsa di studio al CNR, ma non stavo vivendo un’esperienza del tutto positiva” racconta. “IBM mi chiamò per un colloquio e fui selezionata: colsi l’opportunità al volo ed iniziai a lavorare nell’informatica”. Il mondo delle multinazionali si mostra subito molto diverso da quello della ricerca, e adattarsi richiede impegno e dedizione. Gli aspetti positivi però non tardano a farsi scoprire: “Le multinazionali americane sono ambienti in cui generalmente le donne, seppur talvolta in minoranza, hanno le stesse opportunità degli uomini. Possono fare carriera e raggiungere un livello di retribuzione paritetico” racconta Floriana. E aggiunge: “Questi ambienti sono generalmente molto competitivi: chi raggiunge i risultati attesi va avanti, che sia uomo o donna poco importa”.
STEM IN AZIENDA
La crescita professionale, naturalmente, richiede una certa dose di tenacia. Così, quando dopo alcuni anni Floriana vive un momento di stallo della sua vita lavorativa, decide di non accontentarsi e si fa avanti: “Da anni ricoprivo lo stesso ruolo in azienda, ero un po’ stufa e non stavo ottenendo risultati particolarmente positivi” spiega. “Quando ho metabolizzato la situazione, ho capito che ne dovevo parlare apertamente e serenamente con il management. Nel giro di qualche mese, sono riuscita a cambiare ruolo e ho iniziato un nuovo percorso di carriera che tuttora mi sta dando soddisfazioni”.
Le aziende offrono spesso opportunità, ma bisogna avere le idee chiare, tanta determinazione e delle doti valide in ogni ambito, non solo quello delle STEM: “onestà intellettuale, dedizione al lavoro, spirito di collaborazione più un pizzico di ambizione e di buona fortuna”.
Floriana non ricorda di aver subito particolari pregiudizi di genere: “Spesso mi capita di partecipare a meeting con i clienti in cui io sono l’unica donna al tavolo” racconta. “Forse esistono pregiudizi latenti, ma la mia professionalità mi consente di ignorarli”. Soprattutto quando i successi professionali sono visibili e quotidiani: “Il mio successo nel lavoro la misuro quando osservo i colleghi litigarsi la mia disponibilità per un meeting. Significa che il mio tempo vale”.
Se dovesse pensare a dei personaggi che l’hanno ispirata nella sua vita, Floriana ne citerebbe due: “Anna Stepanovna Politkovskaja, perché donna, giornalista, coraggiosa e appassionata di verità. E Malala Yousafzai, perché l’emancipazione delle donne passa sempre attraverso l’istruzione”. E un mentore? “Secondo me è importantissimo incontrare buoni maestri, di quelli che sanno veramente metterti alla prova” dice. “È più importante avere accanto qualcuno che sia in grado di aiutarti a liberare le tue reali potenzialità piuttosto che qualcuno che ti incoraggi”.
Alle ragazze che vogliano intraprendere una carriera di studio nelle STEM, ha solo un consiglio da dare: “Di non mollare davanti alle difficoltà e di trovare un buon compagno di studi. Studiare in compagnia apre la mente, rende lo studio divertente e massimizza gli sforzi”.
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