Filosofia e Medicina: l'arte medica da Ippocrate a Galeno
Indice
1Medicina e Filosofia: le prime scuole e la medicina ippocratica
Nella società greca e poi in quella romana non esistevano scuole di medicina paragonabili alle Facoltà medievali, né ospedali, né istituzioni pubbliche o leggi che regolassero e garantissero la formazione dei medici. La maggior parte dei medici era autonoma e spesso itinerante.
I primi testi greci di medicina furono scritti dai medici della scuola di Cos. La scuola fu fondata nel V secolo a. C. da Ippocrate. L’insieme delle opere dei medici di Cos fu attribuito in seguito quasi interamente a lui e si chiama Corpus Hippocraticum. La medicina ippocratica godeva di grande prestigio nella cultura greca e molti medici seguivano il suo metodo.
La medicina ippocratica si fondava su due elementi fondamentali: equilibrio e umore.
- L’equilibrio (kràsis) era il criterio della salute. Un corpo sano (la medicina ippocratica considerava sempre il corpo nella sua interezza e non nelle sue singole parti) era un corpo in cui regnava l’equilibrio.
- Gli umori, cioè i liquidi organici come la bile, il catarro e il sangue, erano gli elementi fondamentali della fisiologia ippocratica.
Ippocrate era decisamente contrario alla tradizione medica magico-religiosa. Perciò escludeva la volontà degli dèi dalle cause dei malanni. Le uniche cause che prendeva in considerazione erano quelle naturali, regolari e osservabili.
Secondo Ippocrate le malattie erano dovute a squilibri umorali, determinati da tre fattori:
1. l’ambiente: il clima, la geografia dei luoghi, la qualità dell’acqua, la temperatura, i venti;
2. la dieta: le abitudini alimentari e i comportamenti individuali;
3. i traumi: ferite, contusioni, lesioni, ustioni.
Le cure mediche consistevano perlopiù in cambiamenti di dieta e di abitudini dei pazienti (ginnastica, riposo, igiene ecc.) e nella somministrazione di farmaci.
Il dialogo con i malati era fondamentale nella medicina ippocratica e i medici avevano ottime capacità prognostiche. Ponendo domande, osservando i visi, i corpi e le secrezioni potevano prevedere con grande precisione il decorso della malattia.
1.1Il Giuramento di Ippocrate
La ricerca medica non era legata a nessun vincolo legislativo e questo ne ha rallentato il rapido sviluppo e diffusione. Questo ha portato alla stessa maniera la riflessione sui doveri morali dei medici. Qui interviene Ippocrate che in diverse sue opere insiste sul fatto che il medico debba condurre una vita regolare e riservata senza speculare sulle malattie dei pazienti. Secondo il medico dell’Antica Grecia i medici dovevano curare gratuitamente i pazienti e i bisognosi, stabilendo un legame vero e puro con i malati. Tutto il pensiero di Ippocrate lo si trova nel celebre Giuramento di Ippocrate, un testo scritto dal maestro di Coo per definire i requisiti necessari per entrare nella sua scuola e praticare l'arte medica. Nel testo vengono codificati tutti i principi fondamentali che devono seguire i medici quali:
- la diffusione responsabile del sapere;
- l'impegno a favore della vita;
- il senso del proprio limite;
- rettitudine e segreto professionale.
2Filosofia e medicina: caratteristiche e protagonisti
Nella Grecia antica, fra medicina e filosofia vigeva una relazione di scambio e influenza reciproca. Le scuole mediche del V secolo, per esempio, avevano preso a modello i filosofi naturalisti per abbandonare la medicina magico-religiosa.
2.1Platone e la medicina
Nell’opera di Platone, al contrario, è la medicina a fornire un modello alla filosofia: un modello di razionalità, bontà ed efficacia.
Secondo Platone, la medicina occupa un ruolo centrale fra le tèchnai, le arti, perché si occupa dell’uomo e del corpo umano. L’arte medica è così importante che chi governa non dovrebbe essere solo filosofo, ma anche medico.
2.2Aristotele e la medicina
Nella concezione aristotelica della medicina domina la causa finale, sotto forma di due principi:
- la forma degli organi dipende dalla funzione che devono svolgere;
- la natura non fa alcunché a caso, quindi di ogni parte del corpo è possibile individuare una funzione.
L’anima (psychè) è il principio vitale che dà forma agli organismi viventi (non c’è separazione tra anima e corpo). L’anima è composta di diverse facoltà:
- l’anima vegetativa governa la crescita e la riproduzione (proprie di tutti i viventi);
- l’anima sensitiva, che governa le percezioni, ha sede nel cuore (la fisiologia aristotelica è cardio-centrica);
- l’anima razionale, propria solo degli umani.
Nel V secolo in Grecia i medici non praticavano dissezioni di corpi, né umani né animali, e dunque non conoscevano la conformazione degli organi interni. Aristotele, con i suoi studi sugli animali, ha dato avvio alla fortuna delle ricerche anatomiche, contribuendo a una notevole rivoluzione in medicina.
L’arte medica, da allora, in poi, ha iniziato a dedicarsi sempre più agli organi e sempre meno agli umori. La biologia e la medicina successive furono ampiamente influenzate da Aristotele e dai suoi studi.
3La scuola di Alessandria
Alessandria è un luogo cruciale per la storia della medicina antica. Nel III secolo a. C, Tolomeo, uno degli eredi di Alessandro, fondò non solo la più grande e ricca Biblioteca del mondo ellenistico, ma anche un Museo, dove filosofi e scienziati potevano studiare e vivere a sue spese.
Lì Erofilo ed Erasistrato, due medici, condussero rivoluzionarie ricerche anatomiche, dedicandosi alla dissezione di corpi umani. Scoprirono:
- l’importanza del cervello per il movimento e per la percezione;
- la differenza tra vene e arterie;
- l’importanza diagnostica della misura delle pulsazioni;
- come costruire dei termometri per misurare la temperatura corporea.
A partire dalle loro scoperte si formò una corrente medica detta dei “razionalisti” (o “dogmatici”), che sosteneva la necessità di ricercare le cause invisibili, anatomiche, delle malattie e di curare quelle invece di concentrarsi sui sintomi.
Ai dogmatici si opponevano gli “empirici”, secondo i quali il sapere tradizionale tramandato dalla scuola ippocratica, unito all’osservazione dei sintomi, era sufficiente a curare i malati.
4Galeno: vita e pensiero filosofico
Galeno nacque a Pergamo, in Asia Minore, e si trasferì a Roma dopo aver studiato a Smirne e ad Alessandria, dove aveva imparato l’anatomia dissezionando i cadaveri. Fu il più celebre medico e uno dei più grandi scienziati del II secolo d. C.
Galeno voleva unificare il sapere e la pratica medica, coniugando le posizioni di dogmatici ed empirici. Riteneva che alla medicina servissero tanto la ragione (per conoscere il funzionamento dei corpi e le cause delle patologie) quanto l’esperienza (per conoscere i sintomi, i decorsi e i rimedi).
Galeno coniugava la teoria ippocratica degli umori con l’anatomia. Credeva che i tessuti fossero composti dai quattro elementi della fisica aristotelica, con le rispettive qualità: acqua (liquido), terra (secco), fuoco (caldo) e aria (freddo).
Galeno innesta la teoria umorale ippocratica sulla fisica aristotelica. Mescolandosi, e a seconda del prevalere dell’uno o dell’altro, gli elementi determinano l’equilibrio degli umori nel corpo e danno luogo a quattro temperamenti: flegmatico (prevalenza di flegma), melancolico (bile nera), collerico (bile gialla) e sanguigno (sangue). La terapia deve sempre tener conto del temperamento del malato.
Accanto alla conoscenza degli umori e dei temperamenti, la medicina galenica faceva affidamento sulla conoscenza anatomo-fisiologica degli organi e delle loro funzioni.
Galeno segue la tripartizione platonica dell’anima: razionale, emotiva e desiderante. Ogni parte dell’anima è funzione di un organo. La razionalità è una funzione del cervello (contro Aristotele e in accordo con gli alessandrini), le passioni una funzione del cuore e il desiderio del fegato.
Numerose opere di Galeno si sono conservate (un ottavo di tutti i testi greci che possediamo è costituito dai suoi scritti): più di centocinquanta trattati di anatomia, fisiologia, patologia, terapia, farmacologia e igiene, ma anche filosofia, etica, matematica, architettura, teatro e poesia.
Per secoli, l’opera di Galeno è stata il riferimento principale per la medicina europea e non solo. Nelle università medievali e fino al Rinascimento, i medici hanno studiato Galeno e applicato i suoi metodi.