Federico Garcia Lorca: vita, poesie e morte

Vita e opere di Federico Garcia Lorca, poeta spagnolo e figura di spicco della generazione del 1927. Le poesie, il Nobel e la morte per mano dei franchisti
Federico Garcia Lorca: vita, poesie e morte
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1La vita di Federico Garcia Lorca

Federico Garcia Lorca
Federico Garcia Lorca — Fonte: ansa

Garcia Lorca nasce nel 1898 a Fuente Vaqueros, in Andalusia, una regione della Spagna meridionale da un’agiata famiglia di proprietari terrieri. L’educazione del giovane Federico è affidata alla madre, che gli trasmette al passione per la musica e per la tradizione popolare andalusa.

Nel 1909 la famiglia si trasferisce nella vicina ed importante città di Granada, dove Federico frequenta prima gli studi superiori e poi, dal 1914, l’Università dove, dopo un primo anno di giurisprudenza, s’iscrive al corso di studi in lettere ed inizia lo studio del pianoforte che, anche grazie agli insegnamenti giovanili della madre, inizia presto a suonare con abilità.

In questo periodo conosce Fernandez Almagro e Fernando de los Rios che l’aiutano all’inizio della sua carriera; in particolare, grazie a De los Rios, riesce ad entrare nella Residencia de Estudiantes a Madrid, conosciuta in Spagna come il luogo della nuova cultura e dello sperimentalismo: qui rimane fino al 1928, e stringe amicizie importanti, tra cui quella con il pittore Salvador Dalì, da cui si sviluppa una collaborazione artistica.  

Gli anni Venti segnano un periodo molto fecondo nella produzione letteraria di Garcia Lorca: risalgono a questi anni le raccolte poetiche Poema del canto profondo, il Libro dei poemi e Canzoni, e l’opera teatrale Mariana Pineda. Contemporaneamente a queste scrive anche opere in prosa d’impronta surrealista ed articoli che vendono pubblicati su diverse riviste.  

A questo importante momento di produzione artistica e letteraria corrisponde però una forte crisi personale, che emerge in maniera molto chiara dalla sua corrispondenza privata e che lo porta a frequenti pensieri suicidi, dovuta principalmente all’impossibilità di poter vivere serenamente la propria omosessualità.

Federico Garcia Lorca (a sinistra) e Salvador Dalì
Federico Garcia Lorca (a sinistra) e Salvador Dalì — Fonte: getty-images

De los Rios, venuto a conoscenza di questa situazione, concede a Garcia Lorca una borsa di studio per farlo allontanare dal Paese nella speranza che la cosa potesse essergli di qualche sollievo. Così nel 1929 Garcia Lorca parte per gli New York, dove rimane fino alla primavera dell’anno successivo, frequentando la Columbia University in compagni di letterati come Philip Cummings e Ángel del Rio

Nel 1930 è a Cuba per qualche mese prima di tornare in Spagna. Qui, dopo la caduta della dittatura di Primo de Rivera, è iniziato un periodo di grande fermento culturale e democratico. Fernando de los Rios è diventato ministro della Pubblica Istruzione ed aiuta Garcia Lorca nel suo progetto di teatro popolare itinerante: l’idea è quella di istituire una compagnia teatrale ambulante che porti gli spettacoli tradizionali spagnoli in giro per la nazione. 

Quest’intensa attività non gli impedisce di proseguire la sua produzione poetica e drammaturgica che continua fino allo scoppio della Guerra Civile nel 1936. Culturalmente vicino allo spirito popolare, attivo funzionario della Repubblica e profondamente avverso alle posizioni nazionalistiche, Garcia Lorca è individuato come nemico delle milizie fasciste di Francisco Franco

Allo scoppio del conflitto Garcia Lorca rifiuta l’asilo politico offertogli da alcuni paesi per la netta volontà di rimanere in Spagna: si trova a Granada, in casa di amici repubblicani, quando viene arrestato. I franchisti lo fucilano il 19 agosto 1936

2La produzione letteraria

Statua di Federico Garcia Lorca in Plaza de Santa Ana (Madrid)
Statua di Federico Garcia Lorca in Plaza de Santa Ana (Madrid) — Fonte: istock

Nonostante la breve esistenza, Garcia Lorca dà vita ad una corposa produzione letteraria, sia in prosa che in versi. Fondamentale, nella sua intera esperienza intellettuale, è il debito con la madre, da cui impara l’amore per la musica e per la tradizione popolare spagnola, che rievoca e dà sostanza a gran parte dei suoi scritti, non solo poetici, ma anche dei testi drammaturgici.

2.1La produzione poetica

È proprio nella poesia, soprattutto quella della dei primi anni, quelli che vanno dal 1918 al 1928, che si sente più forte il legame con la tradizione andalusa: lo testimonia il Poema del cante jondo, scritto tra il 1921 ed il 1922 (ma pubblicato solo dieci anni più tardi) in cui i temi della tradizionale poesia andalusa vengono rielaborati e riadattati in versi musicali che si fondono con le sonorità del flamenco, musica della Spagna meridionale.

Ma il successo definitivo arriva nel 1928 con la raccolta intitolata Romancero gitano, in cui vengono ripresi i temi cari alla poetica andalusa, quel fatalismo e quel dolore che impregnano la cultura popolare della regione, ed usati in una raccolta divisa in quattro parti che racconta la vita e la fiera resistenza gitana sotto la dittatura di Primo de Rivera, proiettandola però su un piano simbolico.

Il suo tradizionalismo poetico non va però inteso in senso ortodosso, dato che, proprio nel periodo del Romancero gitano, Garcia Lorca scrive poesie dal tono surrealista tra le quali va ricordata l’Ode a Salvador Dalì, dedicata all’amico pittore. 

Dopo la parentesi americana di due anni Garcia Lorca torna in Spagna riprendendo, negli ultimi anni di vita, uno stile poetico che innova la tradizione nazionale. I Sei poemi galiziani sono, in questo senso, una vetta di sperimentalismo, poiché il poeta andaluso studia e fa propria una lingua e dei temi, quelli della Galizia, che gli sono inizialmente estranei.

Più legata alla tradizione spagnola è il Lamento per Ignacio Sánchez Mejías, un’opera in quattro parti dedicata all’amico torero morto durante una corrida.

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2.2Un poeta a New York

Una pagina del manoscritto "Poeta a New York" di Federico Garcia Lorca
Una pagina del manoscritto "Poeta a New York" di Federico Garcia Lorca — Fonte: ansa

Poeta a New York è un’opera frutto della permanenza del poeta nella città nordamericana. Si tratta di un’opera diversa dalla sua precedente produzione, più complessa e che si caratterizza per un alto grado di complessità stilistica e compositiva. Nella città americana il poeta andaluso riconosce il simbolo dell’alienazione e della disumanizzazione provocata dalla modernità. Si tratta, quindi, di un’opera polemica che segna la presa di coscienza del poeta nelle questioni civili e politiche, preannunciando l’impegno che svolgerà poi in Spagna.

2.3La produzione teatrale

Il corridoio della casa di Garcia Lorca a Fuente Vaqueros, Granada (Spagna)
Il corridoio della casa di Garcia Lorca a Fuente Vaqueros, Granada (Spagna) — Fonte: getty-images

Il periodo più maturo della drammaturgia di Garcia Lorca si ha negli anni ‘30. Il tema ricorrente di drammi come Nozze di sangue e Yerma, di cui i personaggi femminili hanno spesso il ruolo di protagoniste, è quello della ribellione alle scelte imposte che ne calpestano i sentimenti. In Nozze di sangue la protagonista fugge con l’amante il giorno delle nozze non volute, mentre in La casa di Bernarda Alba la figlia di Bernarda, Adela, preferisce suicidarsi piuttosto che rinunciare al suo amore.

Sono da ricordare anche le ultime opere, scritte le 1936 e rimaste a lungo inedite che, connotate da una forte carica polemica, sia sul piano esistenziale che su quello politico, affrontano i temi dell’omosessualità e del rapporto tra arte e rivoluzione sociale.

3Le colpe di Garcìa Lorca

Nonostante un'infanzia felice e una giovinezza spesa nei circoli avanguardisti, Garcia Lorca vive reprimendo la propria attrazione per lo stesso sesso, in una spirale che lo porta a depressione e tentativi di suicidio.  

L'intervento di amici influenti lo convincono a intraprendere dei viaggi all'estero dai quali torna solo alla caduta del dittatore Primo De Rivera.  

Dal 1930 al 1936 darà libero sfogo alla rivisitazione della tradizione popolare e si concentra su un uso innovativo della lingua, attirandosi l'attenzione dei miliziani di Franco allo scoppio della guerra civile spagnola nel 1936.  

Rifiutandosi di chiedere asilo all'estero per proteggersi dalla ritorsioni franchiste, viene arrestato a Granada dai nazionalisti con l'accusa di omosessualità e altre "aberrazioni" morali e sociali, principalmente le sue simpatie politiche repubblicane.  

Trascinato su una collina fuori mano, viene fucilato nella notte tra il 18 e il 19 agosto e il suo corpo non fu mai ritrovato.