Federico Barbarossa e i Comuni: riassunto delle vicende più importanti
Come nascono i comuni, come si sviluppano e in che modo Federico Barbarossa tentò di ridimensionarne il potere? Spiegazione facile e schematica.
Indice
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I comuni nella seconda metà del XII secolo
- L'avvento di Federico Barbarossa
- Federico Barbarossa e il rafforzamento dell’autorità imperiale
- La Lega Lombarda
- La situazione in Italia dopo la pace di Costanza
- Enrico VI (figlio del Barbarossa) e il ruolo della Chiesa
- La politica di Innocenzo III
- La lotta alle eresie di Innocenzo III
- Gli ordini mendicanti
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I comuni nella seconda metà del XII secolo
I comuni nascono intorno alla fine del XI secolo e riescono a crescere e a svilupparsi senza interferenze nel Nord dell’Italia e poi in Francia e Germania. Il regno dei normanni, invece, molto potente al Sud, soffocò sul nascere le ambizioni di autonomia.
La nascita dei comuni e le rivendicazioni di autonomia nascono dall’ascesa di una nuova classe sociale che, in virtù del proprio lavoro e della propria ricchezza, vuole e pretende un riconoscimento sociale e politico all’altezza del proprio contributo: la borghesia.
I comuni diventano dei piccoli Stati indipendenti perché:
- hanno una propria moneta
- una propria autonomia
- gestiscono internamente i tributi
Intanto in Germania si affermano due schieramenti politici che, più avanti, avranno un peso anche nelle vicende politiche italiane: i guelfi e i ghibellini.
- Guelfi: sono sostenitori dei duchi di Baviera e favorevoli ad una alleanza con il papato.
- Ghibellini: sono sostenitori dei duchi di Svevia e difendono le prerogative dell'Impero contro il papato.
L'avvento di Federico Barbarossa
Chi è Federico Barbarossa? Gli storici lo considerano tra i più grandi imperatori del Medioevo per le sue capacità organizzative, la lucidità politica, la forza.
E' lui che esce vincitore dalla lotta tra le due fazioni in Germania, cioè la guelfa e la ghibellina: Federico I di Svevia è imparentato con le due dinastie. Il su obiettivo principale è il ripristino dell’autorità imperiale, alla quale dovevano sottostare sia nobili che Comuni.
Federico Barbarossa si rende conto che la gestione interna dei tributi da parte dei Comuni, che si trovano ad incassare le tasse, toglie di fatto soldi allo Stato centrale. Barbarossa è intenzionato a rientrare in possesso dei poteri dell’Imperatore, compreso il diritto alla riscossione delle tasse.
Federico Barbarossa e il rafforzamento dell’autorità imperiale
Come gestisce Federico Barbarossa questa situazione? Come si riappropria delle prerogative dell’Imperatore? Scende in Italia e assume il titolo di Imperatore, riconosciuto anche dal Papa.
La dieta di Roncaglia
Federico Barbarossa nel 1154 convoca a Roncaglia la prima dieta (per dieta si intende un’assemblea) alla fine della quale:
- riconferma i suoi poteri
- provoca lo scontento dei Comuni
Nel 1158 decide di scendere nuovamente in Italia, armato di esercito, per convocare una seconda dieta, alla fine della quale:
- si riappropria dei diritti dell’Imperatore, chiamati “regalie”
- decide che in ogni città si insedi un governatore imperiale
- nega l’esistenza dei Comuni
- abbatte le mura e deporta gli abitanti dei Comuni per per sottolineare l’inesistenza di queste entità
Ma i comuni reagiscono male e così:
- Milano e Crema insorgono ma vengono immediatamente rase al suolo dalle truppe di Federico Barbarossa
- Gli altri comuni non si fanno abbattere da questa sconfitta ed è così che 22 città dell’Italia settentrionale si uniscono per dare vita alla Lega Lombarda.
La Lega Lombarda
La lega lombarda è dunque un’associazione di 22 comuni dell’Italia settentrionale il cui scopo comune è combattere la supremazia dell’Imperatore e riprendersi la propria autonomia.
La lega nasce con un giuramento, celebrato a Pontida nel 1167, durante il quale si istituisce anche una nuova città: Alessandria.
- Gli ideali forti e coinvolgenti che la caratterizzavano, consentirono ai Comuni di vincere la battaglia di Legnano contro l’Imperatore.
- I comuni accettarono un trattato di pace, la pace di Costanza, secondo la quale apparentemente era l’imperatore a concedere l’autonomia ai Comuni, ma in realtà erano i Comuni ad avere il potere.
La situazione in Italia dopo la pace di Costanza
In Italia, dopo la vittoria dei Comuni, l’autorità di Federico Barbarossa è in declino e, come in Germania, anche in Italia si definiscono le due fazioni politiche che nel contesto italiano assumono però significati diversi:
- I GUELFI: erano quelli che nella lotta tra Papato e Impero sostenevano il Papa
- I GHIBELLINI: erano quelli che nella lotta tra Papato e Impero sostenevano l’imperatore.
Enrico VI (figlio del Barbarossa) e il ruolo della Chiesa
Alla morte dell’imperatore Federico Barbarossa, gli succede il figlio Enrico VI, il cui obiettivo era ripristinare l’Impero attraverso la riconquista di tutti i territori bizantini.
Un progetto troppo ambizioso per le sue forze visto che Enrico VI a fatica riusciva a gestire le pretese dei suoi feudatari. Come se non bastasse, il suo progetto era mal visto dal Papa che cercava, invece, di arginare il potere imperiale.
Gli obiettivi della Chiesa infatti erano:
- Affermare la propria superiorità sul potere imperiale
- Evitare che Nord e Sud Italia si unissero in un grande e unico Stato
La politica di Innocenzo III
Innocenzo III, eletto nel 1198, è stato un papa colto e convinto della supremazia assoluta della Chiesa di Dio su ogni altro potere. Portò avanti una politica teocratica secondo la quale il potere imperiale veniva sottomesso all’autorità e alle leggi religiose.
Per metterla in pratica, Innocenzo III puntò tutto sul successore di Enrico VI, Federico II del quale era tutore, in quanto, salendo al trono molto giovane, sarebbe stato più facile condizionarne la politica e influenzarne le scelte.
La lotta alle eresie di Innocenzo III
Nella politica di Innocenzo III ci fu anche la persecuzione contro gli eretici, persone che chiedevano di mettere in pratica un modello di chiesa umile e povera a fronte di quella, sempre più corrotta, di Roma. Gli eretici così facendo attiravano i fedeli e mettevano in discussione la Chiesa.
La lotta contro le eresie era soprattutto indirizzata al movimento dei valdesi e dei catari.
- I VALDESI
Il movimento valdese nasce a Lione e promuove una predicazione laica itinerante. Fu uno dei primi condannati dalla Chiesa e, ancora oggi, per questo motivo i Valdesi non credono nella figura del Papa. - I CATARI
Il movimento dei Catari nasce nel Sud della Francia, nella città di Albi, e fanno riferimento a due principi: il Bene e il Male. Siccome si credeva che il mondo fosse stato creato dal Male, era necessario purificarlo, privandosi dei piaceri e dei lussi della vita.
Gli ordini mendicanti
Innocenzo III si rese presto conto che la lotta alle eresie, da sola, non portava risultati e così decise di combatterli con la loro stessa moneta, istituendo - con la riforma della Chiesa attuata dal Concilio Lateranense - gli ordini mendicanti, i quali predicavano gli stessi ideali delle eresie, ovvero una chiesa umile, povera e missionaria.
Attraverso questi ordini, la Chiesa si proponeva di contrastare la “concorrenza” delle eresie e riappropriarsi del favore del popolo.
Gli ordini più rilevanti sono i domenicani e i francescani.
- DOMENICANI
L’ordine dei domenicani fu fondato da Domenico di Guzman, e aveva come obiettivi principali:
- la conoscenza della teologia
- la diffusione della comunicazione, ovvero di un linguaggio che arrivasse a tutti.
- I domenicani furono molto attivi nelle università e nell'Inquisizione. - FRANCESCANI
L’ordine francescano fu fondato da Francesco d’Assisi, ed era rivolto essenzialmente ai più poveri e emarginati. Qualche tempo dopo vennero coinvolte anche le donne, e si istituì l’ordine delle suore clarisse.
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