Il Fanciullino di Pascoli: spiegazione dell'opera di he ha dato il nome alla Poetica del Fanciullino
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PASCOLI, FANCIULLINO

Nelle prime pagine de Il Fanciullino è racchiusa tutta la poetica di Giovanni Pascoli, al punto che in un certo senso quest'opera può essere definita il suo testamento letterario.
Secondo Pascoli, la poesia non è invenzione, ma è scoperta: si trova nelle cose stesse e in esse bisogna saper vedere.
Non tutti hanno però la possibilità di farlo: per vedere davvero si deve osservare le cose in maniera pura, con occhio puro, come se le vedesse per la prima volta. Questo modo di guardare è proprio del bambino, del fanciullo. Il poeta deve perciò ricordare e ripetere le impressioni che provò da bambino. La poesia deve essere spontanea, intuitiva, priva di sovrastrutture culturali, proprio come la concezione del mondo che ci formiamo nell’infanzia.
La poesia porta ad abolire l’odio, a un senso di fratellanza e di scoperta.
L’infanzia finisce per identificarsi con la poesia e all’infanzia del mondo corrisponde la concezione evangelica e umanitaria di Pascoli. L'uomo moderno, secondo il poeta, desidera sfuggire alle contraddizioni della società contemporanea per aver un mondo innocente privo di violenza e contrasti.
In questo saggio Pascoli enuncia le linee importanti della sua poetica: spontanea, immaginifica, lontana dalla razionalità. Il tema principale è il poeta, inteso come colui che dà voce al fanciullino che è in noi.
Altro tema fondamentale è la semplicità e la purezza dello spirito poetico: in ciascuno vive un fanciullino, che grazie alla sua innocenza e sensibilità incorrotta può arrivare al cuore delle cose e di scorgerne il senso profondo.
Vi sono due sequenze descrittive da evidenziare:
- Nella prima sequenza vi è la metafora del fanciullino, che col tempo perde spazio dentro di noi, ma resta in fondo la nostra parte più autentica.
- Nella seconda sequenza Pascoli dice che la poesia non è frutta di un’attività logica e razionale: esiste nelle cose e nella natura e per vederla è necessario avere gli occhi giusti. Il compito del poeta non è creare, ma rivelare la poesia che già esiste. Lo può fare solo a condizione che si identifichi col fanciullino e che aderisca al mondo con l’immediatezza con cui guarda la realtà che lo circonda. C’è una sorta di equazione tra il poeta e il fanciullo: il poeta non deve dare messaggi, né tantomeno mettersi al servizio del potere.
Il fanciullino è un attestato della sua visione della vita di Pascoli: dietro a questa figura si nasconde la paura per il mondo, il rifiuto della donna e dell’eros, e più generale il vissuto autobiografico di un uomo testimone di gravi lutti e dolore.
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