Montale, 125 anni dalla nascita: le frasi indimenticabili del poeta

Eugenio Montale, 125 anni dalla nascita. Celebriamo il poeta protagonista del doodle Google con le sue frasi indimenticabili

Montale, 125 anni dalla nascita: le frasi indimenticabili del poeta
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EUGENIO MONTALE

A 125 anni dalla nascita del premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale, Google lo celebra con un doodle a tema. Montale è uno degli autori più importanti del nostro Novecento, che ha saputo descrivere le inquietudini del secolo e il disagio esistenziale dell'uomo. Nato a Genova nel 1896, Eugenio Montale ebbe un'adolescenza difficile per problemi di salute.

EUGENIO MONTALE, POESIE

Dopo la Prima Guerra Mondiale Montale si avvicinò agli ambienti intellettuali liguri e pubblicò la raccolta Ossi di Seppia, che ebbe grande successo. Firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti e si trasferì a Firenze. Allontanato dai suoi incarichi dal Fascismo, continua a pubblicare le sue poesie e nel 1939 conosce Drusilla Tanzi che sarà sua moglie e il grande amore di tutta la sua vita. Dopo la Seconda Guerra Mondiale tornò a Firenze, partecipò alla vita politica ma poi ritirò nuovamente, deluso dall'ambiente politico.

Nel 1975 gli venne assegnato il Premio Nobel per la Letteratura e sei anni più tardi morì a Milano. 

A 125 anni dalla sua nascita Google celebra il poeta italiano con un doodle e noi vogliamo ricordarlo con alcune delle sue frasi più celebri: 

  • E senti allora, / se pure ti ripetono che puoi / fermarti a mezza via o in alto mare, / che non c'è sosta per noi, / ma strada, ancora strada, // e che il cammino è sempre da ricominciare. (tratta da A galla)
  • Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo. (tratta da È ancora possibile la poesia?)
  • L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità. (tratta da Il volo dello sparviero)
  • Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale / e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. (tratta da Ho sceso, dandoti il braccio)
  • La più vera ragione è di chi tace. (tratta da So l'ora)
  • Codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. (tratta da Non chiederci la parola)
  • [...] ma in attendere è gioia più compita. (tratta da Gloria del disteso mezzogiorno)
  • L'attesa è lunga, / il mio sogno di te non è finito. (tratta da Il sogno del prigioniero)
  • Ripenso il tuo sorriso, / ed è per me un'acqua limpida. (tratta da Ripenso il tuo sorriso)

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