Essere NEET: effetti e conseguenze sulla salute mentale

Tra gli adolescenti e giovani adulti italiani, uno su cinque non è inserito all’interno di un percorso scolastico, lavorativo o di training. Queste persone vengono definite NEET, un fenomeno che non solo comporta conseguenze a livello sociale ma anche sul piano psicologico

Essere NEET: effetti e conseguenze sulla salute mentale
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Chi sono i NEET?

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Il termine NEET (Non in Education, Employment or Training), si riferisce a quella fascia di popolazione, generalmente composta da persone tra i 15 ed i 35 anni anni che sono usciti dai percorso scolastici e allo stesso tempo non si sono inseriti all’interno di percorsi lavorativi, né training o tirocini; sono sostanzialmente inattive su tutti i fronti. Non si tratta di una popolazione omogenea né per genere, età o classe sociale, in quanto le ragioni che concorrono in questo fenomeno sono spesso molteplici e soggettive. Tra i fattori più comuni possiamo riscontrare:

  • aspetti di personalità
  • mancanza di opzioni adeguate o incompatibilità tra le capacità personali e l’offerta formativa/lavorativa
  • disagio psicologico: dai disturbi conclamati, come la depressione e l’isolamento sociale, all’incapacità di prendere decisioni o comprendere cosa si voglia fare nella vita
  • mancanza di guida, supporto e contenimento da parte di famiglia, scuola e contesto in generale
  • disparità e discriminazioni socio-economiche

Si tratta di fattori che spesso si sommano tra loro e che possono essere trasversali a livello demografico aumentando sempre più i giovani che rientrano in questa categoria.

Quali sono le conseguenze per chi ricopre questa posizione?

Sebbene spesso i NEET vengano accusati di pigrizia e inezia, questo fenomeno comporta effetti e conseguenze a livello psicologico che annullano i già pochi pregi che questa condizione ha da offrire (es. molto tempo libero). Se l’improduttività può rappresentare una possibilità per dedicarsi a sè stessi, ai propri hobby ed al recupero di energie, quando si protrae a lungo i suoi effetti possono
essere altamente problematici a livello sociale, relazionale e sulla salute mentale.

Tra queste, le conseguenze più comunemente riscontrate sono:

  • isolamento sociale: può essere sia una causa che una conseguenza di questo fenomeno e ne rappresenta anche un fenomeno di mantenimento, limitando la persona nelle possibilità sociali e aggravando la sofferenza mentale
  • disturbi mentali: in particolare disturbi d’ansia e depressione che si auto-alimentano a vicenda diminuendo le possibilità di intraprendere percorsi alternativi
  • stress economico: lo stress per la situazione finanziaria può pesare sul restringimento delle opportunità formative ed educative diminuendo lo spettro di posizioni che la persona può ricoprire aumentando così frustrazione e delusione
  • scarso senso di valore personale: anche in questo caso, lo scarso valore personale percepito può essere sia causa che conseguenza di questo fenomeno, impedendo alla persona di cimentarsi in percorsi in cui non si ritiene adeguata o che non rispecchiano le proprie capacità e propensioni
  • perdita di interesse e di scopi: non sapere dove si vuole andare, quale sia la direzione più adeguata spesso genera un blocco nel percorso che alimenta un circolo vizioso di perdita di speranza
  • senso di stigmatizzazione e di giudizio dalla società: più tempo si passa in questa condizione e più la società risulta giudicante e stigmatizzante, non disposta a comprenderne le cause e ad offrire una seconda possibilità, alimentando così la
    cronicizzazione della situazione

Come prevenire il fenomeno dei NEET?

Il fenomeno dei NEET non ha conseguenze solo sui singoli soggetti bensì, trattandosi di una percentuale molto ampia, su tutta la società.

Per questo motivo è ancora più essenziale la messa in atto di strategie preventive che partano dalle istituzioni, in primis dalla scuola, di cui tutti dovrebbero poter usufruire, e che ci sia la consapevolezza di come si possa intervenire a livello collettivo e individuale per diminuire il fenomeno. I principi generali da tenere in considerazione sono:

  • progetti di orientamento efficaci e definiti che sappiano individuare le risorse, le capacità e le attitudini soggettive e combinarle con percorsi compatibili
  • maggior flessibilità nei percorsi scolastici, più possibilità di scelta di materie specifiche e minor stigma rispetto a chi decidere di cambiare un percorso che non ritiene più adatto a sé
  • sportelli e percorsi di supporto psicologico più facilmente accessibili
  • gruppi e percorsi di training per sviluppare e rafforzare le soft skills (es. capacità di problem-solving, decision-making, comunicazione,ecc...)
  • maggiori possibilità di sperimentazione professionale e una tutela lavorativa effettiva per i giovani lavoratori

Come sempre, oltre alla prevenzione primaria, è sempre possibile rivolgersi a specialisti della salute mentale non solo in presenza di patologie psichiatriche ma anche e soprattutto per un supporto rispetto allo sviluppo delle proprie capacità e per l’individuazione dei propri valori, delle proprie propensioni e per la costruzione di un percorso educativo e formativo compatibile e funzionale.

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