Erri De Luca, Il pannello: analisi del brano

Il pannello di Erri De Luca: di cosa parla il brano tratto da In alto a sinistra

Erri De Luca, Il pannello: analisi del brano
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ERRI DE LUCA, IL PANNELLO

Erri De Luca
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La vicenda di Erri De Luca si svolge negli anni 1966-1967; questi anni, come d'altronde i precedenti, sono caratterizzati da un forte senso di potere di chi è gerarchicamente più forte (insegnanti, dirigenti, ecc.) sui più deboli (alunni, dipendenti, ecc.), un potere che però viene esercitato senza alcun rispetto delle regole. Bisogna ricordare, infatti, che quell’epoca senza diritti per gli studenti è subito precedente al famoso “Sessantotto”, anno in cui le proteste e le rivoluzioni dei giovani hanno portato miglioramenti nel mondo del lavoro e della scuola.

ERRI DE LUCA, IN ALTO A SINISTRA

I pareri del preside e del professore, ovviamente corretti se lasciati in quel periodo storico, sono molto chiari: il primo promette di sospendere tutta la classe nel caso in cui non si denunciassero i colpevoli; il secondo, anche lui nel tentativo di estorcere i responsabili, incute timore interrogando senza pietà e annunciando crudelmente i pessimi voti riportati.

Le due idee, naturalmente analoghe tendono a responsabilizzare il singolo alunno che, immerso nella regola dell’omertà, pensa con il cervello altrui. Tuttavia oggi queste idee rigide sono quasi scomparse, visto che il ragazzo del futuro tende ormai a prendersi troppa libertà ritenendosi responsabile, ma dovrebbero, in minor misura e con un diverso mezzo, ritornare, al fine di assicurare un maggior rispetto delle regole e per formare gli inesperti al futuro.

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ERRI DE LUCA, IL PANNELLO

Con un discorso molto accurato e preparato, il professor La Magna educa i suoi alunni nel concetto di omertà e solidarietà; secondo lui infatti l’omertà è una legge, creata prima dalla paura dell’uomo e poi dalla mafia; la solidarietà è invece una virtù, un sentimento che onora gli uomini, che però comporta il sacrificio personale in favore di qualcun altro. Il professore, essendo siciliano e quindi essendo vittima di questa privazione, riesce a farsi ascoltare, denunciando quindi l’omertà autrice di una chiusura dell’uomo e del popolo, che lascia sull’individuo una sensazione di prigionia.

Questa lezione del prof. La Magna è riuscita a responsabilizzare gli studenti, che, senza però denunciare gli “svitatori”, si sono scusati in modo collettivo verso tutto il personale docente che, pur controvoglia, ha accettato le scuse e non ha compromesso l’anno agli alunni.

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