L'era della distrazione: perché facciamo sempre più fatica a mantenere l'attenzione?

Possiamo definire la nostra epoca come l'era della distrazione? E perché è sempre più difficile mantenere l'attenzione? La guida della psicologa Disparti

L'era della distrazione: perché facciamo sempre più fatica a mantenere l'attenzione?
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L'era della distrazione: introduzione

L'era della distrazione: perché facciamo sempre più fatica a mantenere l'attenzione?
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Viviamo ormai nell’era della distrazione, in cui il bisogno di continui stimoli sta diventando pervasivo e limitante e da cui molte persone faticano ad allontanarsi, nonostante la sempre più evidente necessità di farlo.

Perché è sempre più difficile mantenere l'attenzione

La capacità di porre attenzione ad uno stimolo specifico è mediata da molteplici processi neurologici che, in condizioni normali ed in assenza di deficit, permette di spostare volontariamente il focus attentivo, di selezionare gli stimoli e di mettere in secondo piano quelli non urgenti o non desiderabili in quel frangente. Questi meccanismi ci permettono quindi di prestare attenzione ad una persona che parla, anche se attorno a noi ci sono rumori, voci e movimenti e di spostare l’attenzione su altri stimoli qualora li ritenessimo prioritari.

Nella nostra era però questo processo è reso più complesso dalla costante quantità di stimoli a cui siamo sottoposti: notifiche, canzoni, video, schermi, la possibilità di accedere facilmente a quantità e qualità diverse di stimoli che ci spingono a spostare costantemente la nostra attenzione dall’uno all’altro. Questa velocità di spostamento attentivo è mossa e mantenuta da un senso di gratificazione immediata data dallo stimolo, che influisce quindi sulla possibilità di restare concentrati su un singolo stimolo per tempi prolungati, generando così un circolo vizioso in cui la ricerca di molteplici stimoli aumenta sempre più.

Quali sono le conseguenze della costante distrazione

La capacità di porre velocemente attenzione a stimoli diversi e multipli, può sicuramente risultare utile in specifiche situazioni e per tempi limitati. A lungo termine però questo comporta una serie di conseguenze quali:

  • difficoltà a prestare attenzione in modo prolungato
  • diminuzione della motivazione
  • difficoltà a portare a termine compiti, lavori e progetti
  • aumento dei livelli di stress
  • diminuzione delle performance cognitive

Nella vita quotidiana, queste conseguenze possono trasformarsi in difficoltà scolastiche e lavorative. In una società sempre più richiedente e performante, la possibilità di avere controllo sulle proprie capacità attentive rappresenta un elemento essenziale per non esserne schiacciati. Inoltre queste conseguenze influiscono anche sulle relazioni ed i rapporti umani, sempre più mediati dall’uso di dispositivi e meno goduti al presente. Tutto ciò va quindi a minare la stima di sé, nelle proprie capacità performative e sociali che possono indurre ad una tendenza ancora maggiore alla distrazione.

Come gestire le distrazioni per rinforzare la nostra attenzione

Nonostante le premesse, per fortuna non tutto è perduto, ma con un po' di impegno personale è possibile imparare a gestire le proprie capacità attentive e gli stimoli a cui ci sottoponiamo.

È quindi, prima di tutto, necessario, prendere consapevolezza della situazione, osservandoci con uno sguardo oggettivo nelle nostre giornate per notare cosa ci distrae di più, in quali momenti ricerchiamo maggiormente altri stimoli e che funzione hanno per noi. Avere la consapevolezza del problema e delle sue caratteristiche è sempre il primo passo per poter intervenire e gestirlo. Dopo di ché si può ricorrere ad alcune strategie utili da personalizzare in base ai propri bisogni quali:

  • creazione di una routine per l’utilizzo dei dispositivi elettronici
  • limitare le notifiche, sia in termini di quantità che in termini di fasce orarie
  • allenare il pensiero mindful per orientare l’attenzione sul qui ed ora
  • organizzare attività che non prevedono l’utilizzo dei dispositivi elettronici come stare all’aria aperta, leggere un libro, ecc...
  • pianificare dei momenti di digital detox
  • pianificare i momenti di consumo digitale in modo che sia consapevole e intenzionale
  • portare avanti un compito alla volta così da evitare le costanti interruzioni attentive
  • dare priorità alle relazioni e interazioni dal vivo

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