El Greco: biografia, stile e opere
Indice
1Chi è El Greco?
Domínikos Theotokópoulos, noto come El Greco (1541-1614), fu uno degli artisti più stravaganti, visionari e originali della seconda metà del Cinquecento, attivo per la committenza sia italiana, sia spagnola. È considerato un unicum tra gli artisti del Rinascimento italiano maturo.
Per molti studiosi El Greco si annovera tra gli artisti più originali della storia dell’arte occidentale dei secoli XVI e XVII. Le sue opere riflettono le controversie politiche e religiose attraverso una rappresentazione ideale e personale, che si allontana dalla realtà e dalla natura.
2Biografia
2.1Nascita e formazione
D’origine cretese, El Greco trascorse un primo periodo d’apprendistato nella città natale, dove si dedicò alla realizzazione di icone sacre, secondo la tradizione bizantina. Durante la fase giovanile, El Greco conobbe l’arte occidentale attraverso le stampe.
Nel 1567 El Greco si trasferì nella Repubblica di Venezia, città tradizionalmente legata a Bisanzio da secoli per motivi commerciali e politici, dove il giovane artista lavorò come “madonnaro”, Nel frattempo a Venezia si era affermato il Manierismo che aveva rivoluzionato il gusto di committenti e artisti del tempo.
Nella città lagunare El Greco, raccomandato da Giulio Clovio (1498-1578), trascorse un secondo apprendistato con Tiziano Vecellio che lo educò all’uso del chiaroscuro e dei colori.
Inoltre, rimase impressionato dai maestri di quel tempo, da Jacopo Bassano (1510-1592) a Tintoretto. In questi anni il giovane pittore realizzò il Trittico di Modena (1568).
2.2Il periodo in Italia
Su consiglio di Clovio, a partire dagli anni Settanta El Greco trascorse un soggiorno a Roma presso la corte del cardinale Alessandro Farnese (1545-1592), situata dentro Palazzo Farnese, che poi lo allontanò nel 1572 per ragioni ancora ignote.
Nel 1572 troviamo il nome di El Greco tra gli studenti iscritti all’Accademia di San Luca. Questi furono anni nei quali l’artista colse l’eredità di Michelangelo a Roma, nonché le proposte formali dei fratelli Zuccari, apprezzati soprattutto per le soluzioni spaziali e luministiche.
2.3Spagna
Nel 1577 El Greco si trasferì nella penisola iberica, dapprima a Madrid e poi nella capitale, a Toledo. Qui realizzò le sue opere più mature, commissionate da enti religiosi e dalla corte reale.
Tra i primi lavori eseguiti da El Greco a Toledo vi furono due opere volute da Filippo II (1527-1598): l’Allegoria della Lega Santa (1579) e il Martirio di san Maurizio (1580-82). Entrambi i dipinti sono caratterizzati da un effetto drammatico della luce che recupera i modelli formali romani ed emiliani.
Tra i capolavori della produzione artistica di El Greco compare la Sepoltura del conte di Orgaz (1586), conservato nella chiesa di San Tomé, a Toledo. La ricerca formale e compositiva si caratterizza per l’uso del colore come mezzo per costruire le figure, molte delle quali sono ritratti di uomini contemporanei.
3Stile
3.1Modelli e influenze
Lo stile originale dell’arte di El Greco riflette profondamente lo spirito delle icone bizantine, soprattutto nel loro aspetto simbolico e spirituale.
Tra i modelli che più hanno determinato l’arte di El Greco vi è la scuola veneta, rappresentata dalle opere di Tiziano, Tintoretto e Veronese, riconoscibile dal cromatismo e dall’uso della luce presente nelle opere del pittore greco.
3.2Caratteristiche formali
La riconoscibilità delle opere di El Greco deriva dall’eccentricità delle forme plastiche attraverso cui l’artista costruisce le figure e la realtà.
Le opere di El Greco sono spesso caratterizzate dalla cosiddetta luce “a mezzogiorno”, ovvero per la collocazione della fonte di luce in alto al centro, visibile in molte sue opere come La Santa Trinità (1577-1579), conservata al Museo del Prado di Madrid.
L’uso di pennellate dense e veloci, simili a macchie di colore, nonché l’uso del colore come strumento primario per comporre, consentono a El Greco di creare opere drammatiche ed espressive. Ad esempio si veda l’opera San Martino e il mendicante (1597-1600), oggi conservata presso l’Art Institute of Chicago.
La composizione è il frutto della rappresentazione soggettiva dell’artista, dove spesso si manifesta il rifiuto dei canoni classicisti mentre le figure sono allungate e in movimento. Un esempio è la pala d’altare El Espolio (1577-1579), oggi conservata nella Sacrestia della Cattedrale di Toledo.
3.3Temi
Sono moltissimi i dipinti a soggetto religioso realizzate da El Greco, spesso motivate dalle richieste dei committenti. In questo senso la Controriforma (XVI-XVII secolo) incentivò tale produzione di opere del genere. Tra i quadri più noti vi è l’Adorazione dei pastori (1612-1614) del Prado.
El Greco fu un ritrattista eccellente, capace di descrive dettagliatamente le espressioni degli effigiati. Tra i più noti figurano l’Autoritratto (1595-1600), il Ritratto del cardinale Fernando de Guevara (1541-1609), entrambi conservati al MoMA di New York, e il Ritratto di Jorge Manuel Theotocópuli (1600-1605) del Museo Provinciale di Belle Arti di Siviglia.
4Opere
4.1Annunciazione
L’opera è un dipinto a olio su tela realizzato tra il 1575 e 1576, oggi conservato al Museo Thyssen-Bornemisza a Madrid. Rappresenta il momento dell’annuncio alla Vergine della venuta di Cristo. Di particolare rilievo è il trattamento d’ascendenza veneta della luce e del colore.
4.2Retablo di Nostra Signora dell’Incarnazione
Tra il 1597 e il 1600 El Greco realizzò un retablo per l’altare maggiore della Chiesa del Collegio di Nostra Signora dell’Incarnazione di Madrid. L’opera si compone di sei grandi dipinti raffiguranti le scene della vita di Cristo.
4.3Pentecoste
La Pentecoste è un olio su tela eseguito nel 1600 circa, raffigurante la Vergine e gli apostoli a Gerusalemme mentre ricevono la visita della Spirito Santo durante la Pentecoste. Fu realizzato come pala d’altare destinato alla chiesa del Collegio degli Agostiniani di Doña María de Córdoba y Aragón.
4.4Laocoonte
L’olio su tela raffigurante il Laocoonte fu prodotto negli anni 1610-1614 ed è oggi conservato presso la National Gallery of Art di Washington. L’artista interpreta in modo originale l’antica storia mitologica greca di Laocoonte, immortalata nel celebre marmo dei Musei Vaticani: il confronto è inevitabile e testimonia il rifiuto di El Greco dei modelli classici.