Educazione familiare, prova svolta di Pedagogia

Un'altra traccia per la seconda prova di Pedagogia riguarda il tema dell'educazione familiare: ecco uno svolgimento del tema realizzato sul Forum Maturità

Educazione familiare, prova svolta di Pedagogia

L’ingresso in scuola elementare coincide per il bambino con il completamento di un processo di crescita che lo porta al passaggio da un mondo soggettivo ad un mondo basato su una realtà oggettiva governata da regole condivise in cui lui dovrà compiere uno sforzo di adattamento, adeguandosi a ciò che la realtà gli richiede. È un po' come uscire dal confine protetto della propria casa, da solo, col proprio bagaglio costruito nei precedenti 5 anni, ed avventurarsi verso un mondo nuovo, verso la crescita e quindi verso la vita con le sue sfide ed i suoi rischi. In genere, in questa fase di vita il bambino ha raggiunto la sua individuazione ed una sufficiente autonomia personale; è in grado di controllare la sua istintualità ed ha consapevolezza di se stesso e degli altri, soprattutto comincia a sperimentare il piacere di investire le sue energie nei processi di crescita, di conoscenza e di apprendimento del nuovo.

Quali competenze deve avere il bambino per poter affrontare la scuola elementare? Per poter affrontare con facilità l’ingresso in scuola elementare il bambino deve possedere nel suo bagaglio delle competenze già acquisite:
- completa ed armonica capacità motoria globale e di coordinazione visuo-motoria,
- adeguate capacità visive ed uditive,
- padronanza del linguaggio, sia in comprensione che in espressione,
- capacità di prestare e mantenere l’attenzione,
- capacità di elaborare (associare) simbolicamente.

Deve inoltre essere in grado di entrare in relazione con gli altri, riconoscendo e rispettando i suoi e altrui “confini” e le regole del gruppo. In sintesi deve poter integrare ed armonizzare i suoi aspetti cognitivi, affettivi e sociali. È consigliabile l’ingresso anticipato? È molto importante, soprattutto con l’ingresso anticipato a 5 anni in scuola elementare, che nell’ultimo anno di materna i bambini siano stati osservati dalle insegnanti circa le loro competenze e siano stati facilitati con programmi specifici verso l’acquisizione dei prerequisiti.

Qualora esistano problemi specifici (Deficit Neurosensoriali, Deficit Cognitivo, Disturbo di Linguaggio o Situazioni Psicopatologiche o di Svantaggio Culturale o Sociale) è consigliabile consultare il Neuropsichiatra Infantile o lo Psicologo al fine di valutare se il bambino è effettivamente pronto all’ingresso in Scuola Elementare o se è preferibile aspettare un anno ancora per permettere una migliore maturazione.

Come facilitare l’ingresso? E se manifesta difficoltà? In genere l’adattamento alla scuola elementare avviene con naturalità ed il bambino percepisce il passaggio dalla scuola materna alla elementare come un momento di crescita gratificante per lui che si sente “grande”. Tuttavia è importante facilitarlo rendendo conosciuto e prevedibile tale passaggio, partendo proprio dalla conoscenza reale di spazi, persone e contesti che dovrà affrontare.

In molte scuole, comprensive di materna ed elementare, già nell’ultimo anno di materna le insegnanti portano i bambini a conoscere le aule, gli insegnanti e le attività della Prima Elementare. Quando poi la sua frequenza in Prima Classe avrà inizio, il bambino dovrà essere informato con cura circa i tempi, le regole, le attività integrative e rassicurato sulla possibilità di mantenere ancora spazi e tempi dedicati al gioco ed alla ricreazione. Inizialmente, soprattutto nelle classi a tempo pieno si dovrà limitare l’assegnazione di compiti a casa al solo fine settimana.

I genitori devono aiutare il bambino nel suo processo di responsabilizzazione e quindi condividere le regole della Scuola, dando soprattutto il buon esempio nel rispettare gli orari, nel prendersi cura del materiale scolastico, nel rispetto delle indicazioni date dagli insegnanti, etc. Il bambino è spesso nella nostra cultura sottovalutato circa le sue possibilità di farsi carico di regole ed impegni. Occorre inoltre aiutare il bambino a trovare la corretta modalità di comunicazione e relazione con eventuali bambini di lingua e cultura diversa dalla propria o con bambini diversamente abili presenti nella sua nuova classe nel reciproco rispetto. A tale proposito è importante da parte del genitore valutare se sono presenti ansie proprie rispetto a tali situazioni che il bambino percepisce e fa sue.

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