Divina commedia di Dante: significato del titolo
Divina Commedia: significato del titolo dell'opera più famosa di Dante Alighieri. Ecco perché la Divina Commedia si chiama così
DIVINA COMMEDIA: SIGNIFICATO
Il termine Divina viene attribuito ala Commedia dantesca da Boccaccio e si userà solo a partire dal tardo Rinascimento. Originariamente l’opera si chiama infatti solo Commedia.
Le opere del medioevo tendenzialmente non avevano proprio un titolo. Il titolo si desumeva da quello che era l’incipit o dal fatto che l’autore in qualche modo desse una definizione dell’opera.
Del suo testo Dante dà, all’interno dell’opera stessa, due diverse definizioni:
- Poema sacro: poema che non deve semplicemente salvare se stesso ma deve riportare la comunità cristiana sulla retta via, e quindi deve apparire al lettore come ispirato direttamente da Dio.
- Commedia: chiama la sua opera così perchè finisce bene e perche termina con la visione di Dio.
Tutto questo voene spiegato nella Lettera a Cangrande della Scala attribuita a Dante ma in realtà è piuttosto dubbio. Dante spiega principalmente il titolo commedia: l'opera inizia male per Dante individuo, ma in corso d’opera migliora e termina con un lieto fine.
COME FUNZIONA LA COMMEDIA
La commedia funziona da secoli sempre allo stesso modo, con lo stesso tipo di scioglimento, proprio come come la tragedia propone una struttura decisamente capovolta: inizia con una situazione di stabilità ma l'ordine viene improvvisamente rovesciato fino al finale tragico.
La commedia di Dante inizia con una situazione sfavorevole per il protagonista, ma presenta uno scioglimento positivo.
L’Eneide di Virgilio (opera che ha ispirato Dante) inizia con una situazione critica, la distruzione di Troia e la fuga di Enea e dei suoi compagni dalla città in fiamme. Pian piano però evolve fino a presentarci un finale positivo: Enea riesce a costituire le premesse per la fondazione di Roma.
A livello strutturale l'opera di Dante sarebbe una commedia, ma lui stesso la definisce come tragedia. È una questione di stile, perchè l’Eneide di Virgilio è scritta con uno stile particolarmente elevato. Lo vedremo nel “canto di Ulisse”, Virgilio definisce la sua opera “quando gli alti versi scrissi”.
STILI E GENERI NEL MEDIOEVO
Il senso vero del titolo Commedia è strettamente connesso alla suddivisione tra vari generi tipica del Medioevo, nel senso che è ripresa da Dante, che distingue tre livelli stilistici, a cui associa tre generi letterari:
- Tragedia: stile più elevato
- Commedia: stile mediano
- Elegia: stile inferiore
Dante ha scelto la commedia perchè la sua opera è scritta con uno stile medio, in questa particolare classifica. Ma bisogna dare un significato a quella linea mediana: non è una medietà data dal fatto che Dante utilizza lo stesso stile dall’inizio alla fine dell’opera. La grandezza di Dante sta infatti nel fatto di aver utilizzato tutti gli stili e tutti i linguaggi possibili.
Commedia come medietà nel caso di Dante va inteso nel senso che Dante riesce a mettere insieme l’alto con il basso, è una medietà che deriva dalla compresenza dell’alto e del basso.
Non c’è parola nel vocabolario che Dante pensi che non valga la pena utilizzare: dal linguaggio più elevato, quello utilizzato per la descrizione di Dio, al linguaggio più basso, quello quando alla fine di un canto un diavoletto si esprime con un: ”e dei avea del cul fatto trombetta”.
Lo stile della commedia nell’inferno è basso, nel purgatorio è medio, ne paradiso è alto/elevato.
PLURILINGUISMO E PLURISTILISMO IN DANTE
La prima grande qualità di Dante è il suo realismo espressivo, la capacitò di adattare la lingua e lo stile ad ogni personaggio, all’argomento di cui si discute.
Se il personaggio è un aristocratico dotato di una cultura letteraria, anche se ci troviamo nelle zone più basse dell’Inferno si esprimerà in maniera elevata. Se ci troviamo nel Paradiso dove domina uno stile elevato, Dante interloquisce con un personaggio di umili origini che realisticamentefarà esprimere con un linguaggio più basso.
Il linguaggio è sempre appropriato alla collocazione sociale del personaggio: per questo si parla di plurilinguismo e pluristilismo.
DIVINA COMMEDIA: GENERE
Un genere letterario è ciò che ci consente di incasellare un opera entro specifici parametri. Ciò che ci consente l’immediata riconducibilità di un testo o di un opera e la collocazione dipende dalla forma in cui quella data opera è stata scritta e dall’argomento che tratta.
Il poema allegorico didascalico vede una serie di figure allegoriche o di vicende che vengono intese allegoricamente.
L’opera di Dante presenta un’immensa ricchezza, amore, storia, politica, teologia, filosofia. Per questa ragione quando parliamo della Divina Commedia parliamo di un'opera enciclopedica, per la sua capacità di contenere in sintesi tutto il sapere del tempo.
Da alcuni è stata definita un romanzo di formazione, per quanto sia in versi, perchè la commedia resta una grande narrazione per quanto in versi, non esiste l’opposizione narrazione contro versi, esiste l’opposizione narrazione contro lirica.
La commedia è il racconto di un viaggio, un viaggio che cambierà Dante facendolo maturare: per questo si usa il termine romanzo di formazione, anche per la ricchezza dei personaggi che è tipica di un romanzo. Però la definizione di romanzo è anacronistica.
È il racconto di un viaggio di esplorazione, scoperta, nell’aldilà che rientra in una tradizione, quella appunto dei viaggi ultramondani. È una visione.
È impossibile collocare l’opera in uno specifico genere letterario, proprio perchè è capace di inglobare dentro di sé tutti i generi fino a quel momento conosciuti. Commedia, poema, racconto di un viaggio, enciclopedia, ecc.
Fondamentalmente la Divina Commedia è un poema, perchè il suo punto di riferimento principale è Virgilio e ci sono dei tratti comuni tra i protagonisti dei due poemi: Enea e Dante sono entrambi spinti da un disegno più grande, nel senso che Virgilio si muove in soccorso di Dante, così come le figure divine e la stessa Beatrice: l’impresa è suggerita dall’alto.
C’è una differenza, però: Enea nel conseguire la sua impresa si comporta come un eroe classico: il suo è un poema epico classico. Dante utilizza fondamentalmente due armi: la ragione e la fede, le sue guide: Virgilio e Beatrice. Enea, invece, combatte con la spada.
Dante è il campione dello schieramento cristiano e si muove contro le armate costituite da pattuglie di diavoli che di volta in volta incontra. Per affrontare quelle armate deve utilizzare la ragione, quindi fa ricorso alla scaltrezza della sua guida, Virgilio. A volte neanche Virgilio è sufficiente a superare gli ostacoli e a quel punto devono intervenire direttamente la provvidenza e la fede.
Il cammino di Dante procede senza alcun intoppo, ma ci sono degli ostacoli e delle prove da superare.
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