Il cammino dalla dittatura alla Costituzione
Ambito storico - politico: nascita della Costituzione repubblicana: il laborioso cammino dalla dittatura ad una partecipazione politica compiuta nell'Italia democratica
> Le tracce ufficiali dal Ministero
L'attuale costituzione che ci governa fu approvata dall' Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947e rappresenta l'affermazione della democrazia dopo gli anni della dittatura fascista.
Se con Mussolini, infatti, si è assistito allo sradicamento dei più basilari diritti umani, la Costituzione serve proprio per garantire che un tale abuso di potere non si ripeta mai più. Lo Statuto Albertino, vigente durante il Fascismo, non era riuscito a impedire che lo Stato venisse deviato verso un regime autoritario, né, tantomeno, a garantire che libertà vitali come quella di stampa, di associazione, di informazione e addirittura il diritto di voto venissero stravolte da una macchina spietata monopartitica priva di alcun freno.
Mussolini promulgava di continuo nuove leggi che garantivano al suo governo un potere sempre maggiore e allo stesso tempo si preoccupava di risolvere il "problema giudaico" attraverso provvedimenti assurdamente razziali.
Quando nel '43 Mussolini perse il potere l'idea di rinnovare la monarchia venne abbandonata in favore di nuovi ideali Repubblicani. E la base di una solida Repubblica non poteva non essere costituita da leggi democratiche che avrebbero coordinato da quel momento in poi le attività di governo.
La Costituzione venne realizzata grazie a un compromesso tra le varie forze politiche e da ciò derivò il suo carattere super- partes rigorosamente neutrale. E' composta da 139 articoli divisi in quattro sezioni: i primi dodici articoli espongono quelli che sono i principi fondamentali , la prima parte presenta i diritti e doveri dei cittadini mentre la seconda concerne l'ordinamento della Repubblica.
Infine vengono presentate diciotto disposizioni transitorie e finali, riguardanti situazioni relative al trapasso dal vecchio al nuovo regime e destinate a non ripresentarsi. Principi ispiratori di tutti gli articoli sono la difesa dei diritti naturali e inviolabili dell'uomo e dei principi democratici.
Si cerca a tal proposito di assicurare l'equilibrio tra i poteri legislativo, giudiziario ed esecutivo, impedendo a quest'ultimo di acquisire un peso preponderante. Inoltre diversi articoli garantiscono la tutela delle minoranze politiche, etniche e religiose in nome del pluralismo e della tolleranza.