Discorso sul metodo di cartesio: descrizione e riassunto
Discorso sul metodo di Cartesio: riassunto breve e schematico del libro, con caratteristiche e temi trattati dal filosofo
Indice
Discorso sul metodo
Il Discorso sul metodo di Cartesio (1596-1650) fu pubblicato nel 1637 come introduzione a tre opere dall’autore considerate più importanti: Geometria, Diottrica e Meteore.
Inizialmente lo scopo di questo breve scritto era preparatorio: a lui era affidato il compito di introdurre la chiave di lettura, il metodo con cui affrontare la lettura dei tre trattati.
Ecco perché qui Cartesio esprime in modo molto chiaro ed efficace i risultati ottenuti nella sua indagine sul metodo più adatto alla filosofia. Cartesio divise già originariamente l’opera in sei parti. Vediamole nel dettaglio una per una.
Prima parte
In questa prima parte Cartesio apre la sua riflessione parlando della facoltà razionale, tipica dell’uomo, che lo contraddistingue dagli animali. Secondo il filosofo è la ragione, unita alla conoscenza della matematica, che consente all’uomo di distinguere il vero dal falso, anche quando le strade da percorrere sono molteplici e non tutte giuste, cosa che genera le diverse opinioni sulle cose.
Cartesio considera infatti sostanza ciò che si rifà alla razionalità, e accidente ciò che corrisponde alle diverse vie che si possono intraprendere.
Il registro e il tono colloquiale sono dovuti anche ai riferimenti autobiografici che Cartesio inserisce per motivare la sua decisione di affrontare il problema del metodo.
in questa parte il filosofo manifesta la sua totale insoddisfazione e critica verso gli insegnamenti ricevuti in gioventù nel collegio di Gesuiti a La Flèche.
Cartesio e lo studio della scienza
Descrive infatti in questo modo la formazione letteraria ricevuta, cui riconosce solo un valore nozionistico e istruttivo, privo invece di un risvolto pratico. Per esempio la matematica, come afferma l’autore, presenta caratteri di certezza ed evidenza, ma in essa mancano risultati che possano essere utili nella vita pratica. O ancora, lo studio della storia e dei libri antichi permette di conoscere il passato, ma fa tralasciare il presente.
Di conseguenza Cartesio decide di abbandonare lo “studio delle lettere” per dedicarsi alla ricerca della scienza dentro di sé o nel “gran libro del mondo” attraverso i viaggi. Da questi egli trarrà un importante insegnamento: rifiutare le verità imposte da leggi, usi e costumi per orientare la propria ricerca verso se stesso.
“presi un giorno la decisione di studiare anche in me stesso e di impiegare tutte le forze del mio ingegno a scegliere il cammino che avrei dovuto seguire.”
Seconda parte
Anche qui la riflessione si apre con un riferimento autobiografico: il filosofo racconta che per meditare si era ritirato in una stanza ad Ulma, in Germania, nel 1619, dove aveva dato forma al suo metodo. Questo non si rifà a nessuna delle discipline già conosciute: rifiuta infatti la logica, la geometria e l’algebra, cercando di costruire un metodo che comprenda i vantaggi di queste tre scienze ma non i difetti.
Regole del metodo cartesiano
Il metodo di Cartesio si riassume in quattro regole fondamentali:
- Regola dell’evidenza: accetterà per vero solo ciò che apparirà in modo chiaro e distinto alla mente.
- Regola dell’analisi: dividerà un problema complesso in parti più semplici per potervi applicare la prima regola (procedimento analitico).
- Regola della sintesi: ricomporrà il problema in modo ordinato procedendo in modo induttivo, dal problema più semplice a quello più complesso.
- Regola dell’enumerazione: ricontrollerà le fasi precedenti per assicurarsi che non siano stati commessi errori.
Anche se il metodo cartesiano parte da discipline come la geometria, una volta formulato può essere esteso a diversi campi del sapere, abbracciando anche campi come quello politico o etico.
Terza parte
In questa parte Cartesio si preoccupa di darsi alcune regole da seguire per compiere i propri studi.
- Rispetto di leggi, costumi, usi, religioni del paese in cui opererà e uso della maggior prudenza possibile per non rischiare di esporsi troppo.
- Perseverare nella propria scelta, restando coerente nelle proprie decisioni.
- Non cercare di modificare la mentalità ed il pensiero altrui, perché l’uomo ha potere di cambiare solo il proprio.
- Esercitare nella vita l’occupazione migliore, ovvero coltivare la ragione e il progresso nella ricerca della verità.
Il dubbio metodico
Sempre in questa parte introduce il tema del dubbio metodico, ovvero l’applicazione del dubbio su ogni tipo di conoscenza. Qiesto non è però un dubbio assoluto come quello degli Scettici: Cartesio crede nell’esistenza di almeno una prima verità assoluta, per raggiungere la quale dubita delle conoscenze già acquisite.
Quarta parte
Questa parte è quella più strettamente filosofica: Cartesio vi esprime infatti la sua metafisica.
Partendo dal dubbio metodico, Cartesio rifiuta le verità date dai sensi perché questi spesso ci ingannano, quelle date dai ragionamenti perché molto spesso nel costruirli si compiono paralogismi, e infine quelle date dai pensieri, perché quelli che si hanno da svegli potrebbero avvenire anche mentre dormiamo, quando non per forza sussistono pensieri veri.
Ma per poter pensare che tutto sia falso non si può negare che esista un essere pensante, io, che compie l’atto stesso del pensare.
Dal pensiero deriva quindi l’essere: il cogito ergo sum rappresenta quindi il primo principio della filosofia cartesiana.
Il pensiero è la caratteristica che rappresenta l’uomo nella sua totalità, che così diventa res cogitans.
L’idea per Cartesio è la rappresentazione della realtà che inganna il soggetto rappresentante la realtà: le idee rispondono quindi ad esigenze di tipo soggettivo. Le cose materiali all’esterno di noi potrebbero non esistere o, anche ammettendone l’esistenza, non è detto che ci sia una coincidenza tra le mie idee e il mondo. Per accertarsene, occorre dimostrare l’esistenza di un Dio onnipotente che, in quanto tale, non può ingannare e mi sia garante della veridicità delle mie idee.
Classificazione delle idee
Per capire se al di là delle idee c’è qualcosa, se esiste qualcosa che faccia da collegamento tra il soggetto e il mondo delle idee, bisogna cercare se vi sono alcune idee che consentono l’uscita dal mondo soggettivo a favore di quello oggettivo; per fare ciò Cartesio divide le idee in tre gruppi:
- Idee innate: sono intrinseche alla natura dell’uomo fin dalla nascita; sono tre: Io, Dio, Mondo.
- Idee avventizie: provengono dal contatto con le cose materiali che sussistono all’esterno di noi.
- Idee fattizie: sono indipendenti dalla realtà, sono produzioni della nostra mente.
L'idea di Dio
Una volta classificate le idee, si osserva che l’uomo ha l’idea di Dio innata. Cartesio per provare se Dio esista veramente o consista solo in un’idea introduce tre dimostrazioni:
- Un’idea è l’effetto dell’ente corrispondente: avendo noi innata l’idea di Dio, occorre che esista un ente perfetto che l’abbia impressa in noi.
- Se l’uomo non fosse stato creato da un ente superiore (Dio) ma fosse causa sui, avendo innata l’idea di perfezione non si sarebbe creato imperfetto. Dobbiamo postulare allora l’esistenza di un essere perfetto che ci abbia creati imperfetti con l’idea di perfezione.
- Per quest’ultima dimostrazione Cartesio prende come punto di riferimento la geometria: così come l’idea di triangolo contiene la caratteristica necessaria che la somma dei suoi angoli interni sia 180°, allo stesso modo l’idea di perfezione di Dio ne implica necessariamente l’esistenza.
Tutte le nostre idee sul mondo esterno (res extensa) sono vere perché provenienti da Dio, essere di cui abbiamo provato l’esistenza.
Quinta parte
Questa parte presenta un riassunto di un’altra opera di Cartesio, precedente al Discorso, cioè Il mondo. Qui viene descritta la concezione della fisica secondo Cartesio, il quale, viste le reazioni all’opera di Galileo, aveva scelto di non pubblicarla.
Cartesio cercava infatti di fuggire lo scontro che Galileo aveva dovuto affrontare, nonostante ne condividesse le teorie principali. Approfondisce poi l’argomento della luce, che provienedal sole e dalle stelle, e poi della Terra, che descrive con accuratezza.
Cartesio descrive quindi la nascita di tutte le cose a partire dal caos in cui la materia si trova in principio. Descrive poi le leggi che regolano tutte le cose create (terra, pianeti, sole, stelle). Da qui poi passa a trattare prima gli esseri inanimati e in seguito quelli animati, per concludere con l’uomo.
Le differenze fra uomo, macchine e animali
Prima descrive le sue caratteristiche fisiche, identiche a quelle degli altri animali e in seguito quello che li differenzia da loro. Fisicamente l’uomo è presentato come una macchina, composta da materia che si muove per azione del calore del cuore. Da qui parte poi una lunga digressione sul funzionamento del cuore umano.
Due sono le qualità che distinguono l’uomo dalle macchine o dagli animali: il linguaggio e l’uso della ragione. Nonostante infatti gli animali presentino organi di senso simili a quelli dell'uomo, non possiedono un modo di comunicare analogo.
Infine Cartesio descrive brevemente la sua concezione dell’anima razionale, che non alloggia solo nel corpo, come un pilota sulla sua nave, ma è totalmente unita ad esso.
Sesta parte
All’inizio di quest’ultima parte Cartesio spiega i motivi che lo hanno portato a non pubblicare Il mondo. Infine spiega quali siano le cose necessarie e le condizioni per progredire nella ricerca scientifica e della natura, criticando ciò che era stato fatto fino a quel momento.
Afferma infine che solo dalla scienza e dalla filosofia l’uomo può trarre i mezzi per migliorare le proprie condizioni di vita. Il testo si conclude con l'elogio di queste due discipline.
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