Disastro del Vajont: riassunto della tragedia
Di Francesca Ferrandi.Disastro del Vajont: riassunto e immagini della tragedia avvenuta nel 1963, quando una frana dal pendio del Monte Toc fece straripare il bacino causando la morte di circa duemila persone
DISASTRO DEL VAJONT: RIASSUNTO
Con disastro del Vajont ci si riferisce alla tragedia avvenuta la sera del 9 ottobre 1963, quando una terribile frana dal pendio del Monte Toc invase il bacino idroelettrico del Vajont, creato artificialmente per mezzo di una diga, allora la più alta del mondo. La massa della frana fu di una tale portata da causare il superamento della diga del Vajont e il divampamento delle sponde del bacino lacustre: si formarono due enormi ondate, che avrebbero portato morte e desolazione in tutta la zona circostante, dalla valle del Vajont fino a quella del Piave. Ad oggi, la stima di persone morte durante il disastro del Vajont ammonta a 1.917 persone.
DIGA DEL VAJONT
La diga del Vajont venne costruita tra il 1957 e il 1960 con lo scopo di ottenere energia idroelettrica dai diversi bacini presenti nella zona del Veneto grazie alla trasformazione dell’energia potenziale dei fiumi che attraversano la zona, tra cui i più importanti sono per l’appunto il Piave e il Vajont. Un progetto ambizioso ma, come tanti in quell’epoca, poco studiato e tutto volto al profitto.
IL DISASTRO DEL VAJONT SI POTEVA EVITARE?
Il disastro del Vajont poteva essere evitato? Probabilmente sì.
La zona era, in effetti, poco predisposta a livello idrogeologico a ospitare un lago artificiale e la così stretta vicinanza con il Monte Toc (che, in friulano, significa “monte marcio”, “monte sfatto”) poteva far ben presupporre che, prima o poi, una frana sarebbe avvenuta.
Non solo: nel periodo appena precedente al disastro del Vajont, il Monte Toc aveva iniziato ad emettere dei brontolii, sintomo che qualcosa si stava muovendo.
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DISASTRO DEL VAJONT: LA FRANA

Fu così che, alle 22:39 della sera del 9 ottobre 1963, prese vita una tragedia che poteva essere, almeno in parte, arginata. L’inondazione travolse a est della diga la valle del Vajont, ad ovest quella del Piave, distruggendo interi paesini e frazioni del fondovalle veneto.
DISASTRO DEL VAJONT: I COLPEVOLI
Dopo 7 anni e mezzo di processo, nel 1971 la Corte di Cassazione indicò Francesco Sensidoni, capo del servizio dighe del Ministero dei lavori pubblici e componente della commissione di collaudo, e Alberico Biadene, direttore del servizio costruzioni idrauliche della S. A. D. E. (Società Adriatica Di Elettricità) come maggiori responsabili del disastro e li riconobbe colpevoli.
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