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Diocleziano: tetrarchia, persecuzione dei cristiani e riforme

Diocleziano: tetrarchia, riforme, trasformazioni sociali, le riforme in campo economico e le persecuzioni dei cristiani dell'imperatore romano
Diocleziano: tetrarchia, persecuzione dei cristiani e riforme
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1L'ascesa di Diocleziano

Diocleziano
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Diocleziano venne nominato imperatore dall’esercito nel 284, dopo un periodo travagliato per Roma, turbata dalle pressioni dei barbari e da conflitti interni. Diocleziano era nato attorno al 243 in Illiria, nella città di Salona. Aveva percorso una brillante carriera militare e nel periodo dell’impero di Numeriano, era arrivato al vertice della guardia imperiale. Alla morte di Numeriano, nel 284, Diocleziano venne scelto così come suo successore dall'esercito stesso. Fu imperatore dal 284 al 305.  

2La tetrarchia di Diocleziano

Uno dei primi obiettivi che Diocleziano si prefisse fu quello relativo a una riorganizzazione dell’Impero per garantire un maggiore controllo dei territori. Egli decise di farsi affiancare da un suo fedele compagno d’armi, Marco Aurelio Massimiano. Nel 286 nacque così la diarchia a cui seguì una spartizione dell’Impero: Diocleziano, Augusto d’Oriente, avocò a sé il potere dell’Oriente e pose come capitale Nicomedia; Massimiano, Augusto d’Occidente, invece ottenne le regioni occidentali dell’Impero con Milano come capitale. 

Per risolvere la questione della successione imperiale e per difendere i territori dell’Impero, Diocleziano decide di suddividere ulteriormente l’Impero. Nel 293 ebbe così origine la tetrarchia, un termine di origine greca traducibile con “governo dei quattro”. I due Augusti scelsero di adottare e di nominare due Cesari, che sarebbero a loro succeduti, con i quali spartirsi i territori da governare. Diocleziano scelse come Cesare Caio Galerio, nominato Cesare d’Oriente; Massimiano nominò Costanzo I Cloro come Cesare d’Occidente. Con questo sistema, il potere supremo restava prerogativa di Diocleziano; l’Impero restava unito e su tutto il territorio valevano le medesime leggi. 

I quattro procedettero alla spartizione dell’Impero come segue: 

  1. Diocleziano, Augusto d’Oriente, governava sulla prefettura d’Oriente, comprendente i territori asiatici dell’Impero, la Tracia e l’Egitto. Nicomedia, città della Bitinia, era la capitale e qui Diocleziano risiedeva.
  2. L’Augusto d’Occidente, Massimiano, era a capo della prefettura italica (Italia, isole – Sicilia, Sardegna, Corsica - e Africa), con capitale a Milano.
  3. Il Cesare d’Oriente, Caio Galerio, deteneva il potere sulla prefettura illirica (Grecia, Macedonia e Illiria). Pose la sua sede a Sirmio, l’attuale città di Belgrado.
  4. Il Cesare d’Occidente, Costanzo Cloro, reggeva la prefettura delle Gallie (Britannia, Gallia, Spagna, Mauritania), con capitale Treviri.

3Le riforme

Diocleziano attuò numerose riforme conservatrici volte a riportare Roma agli antichi fasti.

Peristilio del Palazzo di Diocleziano, Spalato (Croazia)
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3.1La divisione amministrativa dell'impero

Diocleziano divise l’Impero in quattro prefetture, ognuna delle quali retta da uno dei tetrarchi. A loro volta queste furono suddivise in 12 diocesi, rette da un alto funzionario con competenze relative soprattutto alla difesa militare. 

Le diocesi erano poi frazionate in province, guidate ognuna da un prefetto, funzionario dell’amministrazione civile. All’interno delle province vi erano i municipi, guidati dalle curie, costituite dai curiales, funzionari ai quali spettava la gestione dell’amministrazione e la riscossione delle tasse. 

I curiales tendevano ad abbandonare tale attività, poiché erano considerati responsabili in prima persona in caso di mancanze nella riscossione del gettito fiscale. Diocleziano decise di rendere la funzione dei curiales ereditaria, poiché essi ricoprivano una posizione particolarmente scomoda e molto poco ambita, dovendo rispondere in prima persona delle mancanze nella riscossione dei tributi. 

Tale riforma fu particolarmente innovativa e determinò la fine della posizione di privilegio ricoperta fino ad allora dall’Italia. Per la prima volta, anche in Italia venivano riscosse le medesime tasse che venivano richieste nelle province. 

3.2La riforma dell'esercito

Diocleziano pose sempre molta attenzione alla difesa dei territori e dei confini. Non solo avviò la costruzione di numerose fortificazioni, ma procedette a una riforma dell’esercito, in base alla quale:

  • venne aumentato il numero delle legioni; i soldati erano ormai circa 450mila;
  • nelle province vennero acquartierati i reparti limitanei; in diversi punti strategici erano invece stanziati i reparti comitatensi;
  • era previsto il reclutamento obbligatorio di soldati all’interno delle campagne. Ai proprietari terrieri era infatti richiesto di cedere dei loro lavoratori o, in alternativa, di pagare una certa somma alle casse dello Stato.

3.3La trasformazione delle classi sociali

I tetrarchi. Basilica di San Marco, Venezia
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Diocleziano organizzò anche l’Impero a livello sociale, dando vita a un sistema di classi sociali chiuse, suddivise per funzioni, ruoli e prestigio. Ai vertici vi erano i perfettissimi o cavalieri, poi i clarissimi con funzioni nella macchina burocratica statale; curiali, artigiani e contadini, infine, erano vincolati alla loro attività professionale per via ereditaria. In particolare, i contadini erano legati alla terra che coltivavano ed erano venduti e comprati insieme ad essa.

3.4Le riforme in campo economico

Diocleziano apportò numerose riforme in campo economico, per poter sanare il bilancio dello stato che, a causa delle spese militari e dell’accresciuta burocrazia, versava in una condizione particolarmente critica. 

  • Tra le misure adottate, vi fu quella di coniare monete all’interno delle quali il peso dell’oro e dell’argento fosse fisso. Prima di lui, era molto diffusa invece la pratica di far circolare monete in cui il peso dell’oro e dell’argento era inferiore rispetto a quello dichiarato. La misura introdotta provocò però una forte inflazione con un conseguente aumento dei prezzi.
  • L’editto dei prezzi, del 301 d.C, è una delle riforme più note. Diocleziano stabilì il prezzo massimo di circa mille tra merci e beni di consumo e fissò il compenso delle diverse professioni. Tale provvedimento ebbe un immediato effetto negativo: dal mercato scomparvero numerosi prodotti di prima necessità, si sviluppò il mercato nero e si assisté a un rincaro dei prezzi. Tale misura fu talmente fallimentare che venne annullata l’anno successivo, nel 302.
  • In merito al sistema fiscale, Diocleziano elaborò un metodo per stabilire in anticipo l’ammontare delle tasse da riscuotere, costruito in particolare sull’ampiezza dei terreni coltivati. Questo provvedimento fu estremamente gravoso per i contadini perché la fiscalità era calcolata sulla base di ciò che si preventivava di produrre e non su ciò che effettivamente veniva prodotto; le tasse erano dunque calcolate senza tener conto dell’eventualità di cattivi raccolti o di annate difficili.

4L'assolutismo di Diocleziano

Diocleziano divenne la massima autorità dell’Impero; le vecchie istituzioni repubblicane persero del tutto il loro ruolo e anche il senato fu pressoché svuotato dalle sue originarie prerogative. Egli divenne Dominus con un potere assoluto e impose il culto della sua persona. A corte egli introdusse cerimoniali in stile orientale e sostenne con vigore una politica di valorizzazione delle divinità tradizionali romane. 

5La persecuzione dei cristiani

Diocleziano e gli altri tetrarchi avviarono l’ultima persecuzione contro i cristiani. La lotta a questa religione fu messa in atto dai tetrarchi in modo disomogeneo e fu assai dura soprattutto nelle aree orientali dell’Impero. La persecuzione ebbe origine a partire dal 303, quando furono emanati una serie di editti volti a colpire il cristianesimo e i suoi fedeli. 

Il cristianesimo era giudicato una religione nociva per l’Impero, poiché considerata in grado di distogliere i cittadini dai tradizionali culti della religione pagana, di minacciare l’autorità imperiale e di provocare disgregazione sociale. Furono distrutte chiese e libri sacri, venne imposto l’obbligo di fare sacrifici in onore degli dei romani, molti furono coloro che, rifiutando di rigettare il cristianesimo, furono condannati a morte. 

6L'abdicazione dei due Augusti e il ritiro di Diocleziano a vita privata

Il Foro romano ai tempi di Diocleziano
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Nel 305 Diocleziano abdicò, ritirandosi dalla vita politica. Abbandonò dunque il suo incarico e lo stesso fece l’altro Augusto, Massimiano. Furono Costanzo Cloro e Galerio a succedere loro come Augusti e anch’essi nominarono a loro volta due Cesari. Diocleziano trascorse gli ultimi anni della sua vita nel grandioso e maestoso palazzo che aveva fatto costruire per se stesso in quella che sarà la città di Spalato, a pochi chilometri da Salona, la sua città natale. Diocleziano morì nel 313.

    Domande & Risposte
  • Quando entra in crisi il sistema della tetrarchia?

    Con la morte di Costanzo Cloro (306) il sistema della tetrarchia va in crisi: Costantino, il figlio illegittimo di Costanzo, viene proclamato augusto al posto del legittimo erede, Severo; qualche tempo dopo i pretoriani proclamano imperatore Massenzio, ripristinando il principio dinastico.

  • Quali erano le capitali della tetrarchia?

    Milano, Treviri, Nicomedia e Sirmio.

  • Perché Diocleziano istituì la tetrarchia?

    Per risolvere la questione della successione imperiale e per difendere i territori dell'Impero.

  • Come funzionava il sistema della tetrarchia?

    Il termine tetrarchia deriva dal greco e significa "governo dei quattro". E' una forma di governo, inaugurata da Diocleziano, che consiste nella divisione di un territorio in quattro parti, ognuna gestita da un amministratore diverso.