Introversione e timidezza non sono la stessa cosa: caratteristiche, differenze e come gestirle
Che differenza c'è tra una persona timida e una introversa? Introversione e timidezza, anche se vengono spesso confuse e usate l’una per l’altra, sono in realtà caratteristiche diverse tra di loro che possono non coesistere nella stessa persona.
Caratteristiche delle persone introverse
L’introversione è un vero e proprio tratto della personalità: questo vuol dire che è riconoscibile già nella prima infanzia e resta stabile per tutta la vita. Questo tratto si riferisce in particolare alla modalità con cui si percepisce il mondo interno ed esterno: gli introversi sono molto più interessati e guidati dalle sensazioni, percezioni ed emozioni.
Il mondo interno degli introversi è infatti molto ricco ed è caratterizzato da emozioni intense e da un’elevata sensibilità che può caratterizzarsi anche come forte sensibilità agli stimoli esterni come rumori forti o luci intense.
Questo implica la necessità di dover processare continuamente un grande numero di stimoli, con conseguente rischio di sovraccarico: ciò rende necessario agli introversi passare molto tempo da soli per ricaricarsi e processare le informazioni. In generale nelle persone introverse è possibile riscontrare alcune caratteristiche comuni:
- preferiscono stare in piccoli gruppi;
- non hanno timore di parlare con sconosciuti ma preferiscono le relazioni più intime;
- evitano le conversazioni frivole a favore di discorsi più profondi;
- apprezzano molto il tempo in solitudine per ricaricarsi e dedicarsi ai propri hobby;
- sono solitamente persone molto riflessive e attente ai dettagli;
Timidezza: cos'è e come superarla
La timidezza, a differenza dell’introversione, non rappresenta un tratto di personalità e per questo può quindi essere presente solo in alcune fasi o contesti di vita.
Principalmente la timidezza implica un timore o una difficoltà ad interagire in contesti sociali, soprattutto se poco conosciuti. Si accompagna spesso ad una bassa autostima e alla paura del giudizio e per questo può presentarsi soprattutto in contesti in cui è richiesto un certo tipo di performance sociale.
A differenza dell’introversione, la timidezza viene spesso vissuta con sofferenza e disagio dalla persona stessa e può rappresentare una fonte d’ansia o essere motivo di isolamento. Per questo motivo è utile riconoscerla e imparare a gestirla così da evitare conseguenze poco desiderabili. Oltre ad un percorso di terapia individuale nel quale lavorare a 360 gradi su questi aspetti, può essere utile mettere in pratica questi consigli:
- avere consapevolezza della propria timidezza, del fatto che non si è gli unici a provarla e imparare a palesarla anche in modo ironico così da diminuire la tensione;
- praticare la mindfulness per imparare a lasciare andare i pensieri criticanti e stare nel presente, evitando così di apparire “con la testa tra le nuvole”;
- impara a riconoscere altre persone timide e prova ad aiutarle per farle sentire a proprio agio: aiuterà anche te in modo indiretto;
- impara a calmare il tuo sistema nervoso attraverso la respirazione quando ti trovi a parlare con persone poco conosciute;
- poniti piccole sfide: parlare per primi in una situazione, chiedere informazioni ad uno sconosciuto, fare un complimento a qualcuno che conosci poco;
Ricordati che isolarti ed evitare quelle situazioni aumenteranno solo la difficoltà, quindi allenati e se serve fatti supportare da qualche amico che la timidezza non sa neanche cosa sia.
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