Dici di amarmi: analisi e parafrasi della poesia di John Keats
Indice
1John Keats nel Romanticismo inglese
Nonostante la sua breve esperienza di vita, terminata a venticinque anni a causa della tubercolosi, John Keats viene riconosciuto come una delle figure più importanti del romanticismo, soprattutto di quello inglese.
Di origini famigliari modeste, la sua giovinezza viene funestata dalla prematura scomparsa del padre e, a pochi anni di distanza, della madre; affidato alla cura di due tutori insieme ai suoi fratelli e alle sorelle riceve comunque una buona educazione scolastica presso un istituto religioso; in questi anni si approccia per la prima volta alla letteratura e alla poesia: legge Shakespeare, Spenser e anche autori come Milton e Tasso che in seguito influenzeranno in vario modo le sue composizioni.
Nonostante la propensione le lettere rimangono per il momento una passione a cui il giovane Keats non si dedica totalmente. La svolta definitiva avviene solo nel 1816, quando decide di interrompere gli studi di medicina per darsi, definitivamente e totalmente alla scrittura.
Nonostante la giovane età, la morte che l'avrebbe còlto di lì a poco nel 1821 e la mancanza di un approccio sistematico alla poesia, Keats riesce comunque ad arrivare a uno stile poetico proprio e definito, frutto delle influenze e della rielaborazione delle opere di quei poeti che aveva scelto come punti di riferimento.
L'attenzione alla musicalità delle parole, ricercata soprattutto attraverso il posizionamento delle vocali, la ricerca di immagini fortemente descrittive, l'intreccio della poesia con altre arti e l'attenzione per la dimensione sensoriale sono caratteristiche peculiari della poetica di Keats che si ritrovano anche nella poesia “Dici di amarmi”.
2Dici di amarmi: struttura e significato
Come per molte delle poesie di Keats, anche per questa è difficile individuare precisamente il periodo di scrittura e, pur trattandosi evidentemente di una poesia d'amore, di definirne la destinataria.
È noto il legame sentimentale, tanto felice quanto breve, tra il poeta e la figlia di un uomo d'affari londinese di nome Fanny Browne in cui si è pensato di individuare, facilmente, la destinataria; tuttavia il tono amaro del componimento, che parla di un amore non corrisposto, ha suggerito alla critica che la misteriosa destinataria avrebbe potuto essere Isabella Jones, figura che ci è nota solo attraverso il nome e per il fatto che conobbe Keats nella primavera del 1817: questi ne era attratto ma senza essere corrisposto.
Tutto il componimento, infatti, ruota attorno all'aspetto della donna e al rifiuto imposto da essa che viene espresso, in versi che richiamano a immagini concrete, solide quanto i rifiuti che la donna pone al corteggiamento del poeta.
La poesia si compone di cinque strofe, ciascuna delle quali a sua volta composta di cinque versi ciascuna: due ottonari, due settenari e un quinario.
- Il primo verso di ogni strofa, ad eccezione dell'ultima, si apre sempre con la frase “Dici di amarmi”, mentre il quinario conclusivo ripete sempre l'invocazione “Oh, amami davvero!”.
- Dal punto di vista metrico ogni strofa ripete lo schema ABACD.
- Il fatto che ogni strofa si apra e si chiuda con frasi identiche segnala la ricerca di Keats di una musicalità interna e richiama alcune caratteristiche compositive delle ballate tradizionali inglesi, cosa accentuata dal fatto che è proprio l'ultima strofa che rompe lo schema ripetitivo iniziale.
- La frase d'esordio, poi, viene sempre contraddetta da quanto il poeta dice nei versi successivi prima della chiusura del quinario finale: se su un piano metaforico i paragoni del poeta possono essere letti come delle semplici comparazioni, il fatto che però queste alludano ad un piano emotivo più complesso e ulteriore permette di leggerle come allegorie.
- La prima strofa apre la contraddizione attorno alla quale ruota tutta la poesia e inaugura la serie delle comparazioni.
- La donna dice di amare il poeta, ma lo fa con una voce più casta di quella di una suora che recita per sé stessa i vespri mentre suonano le campane (vv. 2-4).
- Qui l'allegoria costruisce un'immagine distante che ha la capacità di dare allo stesso tempo il senso della chiusura e della sacralità: la castità del v.2 rimanda al rifiuto della donna all'amore del poeta, mentre l'immagine della suora che prega per sé stessa (v. 3), per la salvezza della sua stessa anima, costruisce un'ambientazione quasi sacrale attorno alla figura dell'amata che ne esalta l'effettivo distacco non solo dal poeta, ma anche l'indifferenza dalle gioie del mondo che si concretizzano nelle campane che suonano a festa (v. 4).
- Nella seconda strofa l’occhio del poeta passa dalla voce alla bocca dell’amata.
- L’incipit è quello della prima strofa, cui segue poi un’avversativa in cui il poeta, con una similitudine, paragona il di lei sorriso ad un’alba di settembre, lasciando intendere così che questo sia tiepido, non raggiante.
- I vv. 7-8, invece, propongono un’altra similitudine che apre a due diverse letture: la donna amata viene paragonata ad una suora devota a san Cupido che osserva i suoi voti nelle weeks of Ember; questi sono dei periodi particolari nel percorso formativo e devozionale nel mondo ecclesiastico, sia cattolico che anglicano, e che riguardano le persone che hanno deciso di consacrare la propria vita: in queste settimane, che sono sempre vicine a momenti importanti dell’anno liturgico i novizi devono iniziare a osservare i loro voti, tra cui quello di castità.
- Keats però costruisce attorno a queste un’ironica ambivalenza, giacché Cupido, ben lungi dall’essere il nome di un santo cristiano, è in effetti il dio dell’innamoramento nella religione romana ed ellenistica: l’amata è si devota al dio Cupido, quasi come ne fosse una suora, ma essendo nella sua week of Ember non si abbandona ad un amore più concreto e carnale come, invece, vorrebbe il poeta.
- La terza strofa rimane focalizzata sulle labbra dell’amata che, dopo la solita frase introduttiva, vengono descritte come dello stesso colore del corallo.
- C’è da notare, nell’iniziale v. 11, la sostituzione di with (con) con then (poi) che muta il ritmo, velocizzandolo, del verso.
- Le labbra sensuali dell’amata, rosse al punto da ricordare il colore del corallo (v. 12) non sono fonte di gioia: l’uso della parola bliss fa riferimento ad una gioia elevata, pura, che può essere intesa anche nel senso di ‘benedizione’, riportando così il discorso in un’ambientazione religiosa come già fatto dalle precedenti strofe: la sensualità della donna, che sembra farsi più densa in ogni strofa, passando dall’impalpabilità della voce alla corporeità delle labbra rosse, si contrappone ancora una volta alla sua impassibilità di fronte alle richieste d’amore del poeta.
- Il parallelismo con il corallo continua ai vv. 13-14, dove si dice che, ben più dure del corallo, quelle labbra non si atteggiano mai alla forma del bacio.
- Questa insistenza sul paragone tra le labbra dell’amata e il corallo richiama evidentemente, ma questa volta in senso nettamente positivo, il famoso sonetto My mistress’ eyes are nothing like the sun di Shakespeare.
3Dici di amarmi: analisi
La contrapposizione stridente tra l’appassionata fisicità del desiderio di Keats e il fermo rifiuto dell’amata sembra costruire una sorta di climax nelle diverse strofe che trova infine il suo apice nella quarta.
Qui il poeta lamenta che la donna non risponda alle sue accalorate strette di mano con altrettanto affetto; l’uso della parola squeeze (v. 17), traducibile in italiano anche con ‘strizzata’, dà precisamente il senso della materialità, della veemenza del calore della stretta di mano e di come, di contrasto, la donna non la replichi con altrettanto calore deludendo il poeta.
I successivi v. 18-19 propongono un parallelismo, un richiamo figurato con la scultura che costituisce un tratto tipico della poesia romantica, la materialità dell’amata diventa densissima nel paragone tra la sua mano e quella di una statua senza vita, fredda e rigida mentre quella del poeta brucia (v. 19) di passione.
Il burneth del v. 19 anticipa il concetto attorno al quale ruota l’ultima strofa, che è quello del fuoco e dell’amore passionale. Il tono di tutta la strofa sembra riprendere quello della poesia Young love del poeta seicentesco Andrew Marvell.
L’incipit solito delle precedenti strofe è assente, e il poeta si rivolge direttamente all’amata e nei vv. 21-23 riprendendo tutti gli elementi usati retoricamente nelle strofe precedenti sovvertendone il senso.
In questi versi iniziali viene ripreso il tono dell’invocazione presente alla fine di tutte le strofe, quell’Oh, amami per davvero, per dare il via ad una serie di frasi poste in forma paratattica: il poeta prega l’amata di pronunciare parole di fuoco, di sorridergli e abbracciarlo come dovrebbero farlo gli amanti (vv. 26-28).
Il concetto del fuoco trova un ultimo collegamento e una definitiva conclusione ai vv. 28-29, dove il poeta esorta l’amata a baciarlo e a seppellirlo nel suo cuore, ma il seppellimento qui è espresso con il verbo inurn, che è quello che si usa per indicare la tumulazione delle urne contenti le ceneri di un defunto dopo la cremazione del corpo.
Il componimento si chiude con l’ultima ripetizione della solita invocazione del quinto verso, l’invito del poeta alla donna ad amarlo per davvero.
4Dici di amarmi: testo in inglese e in italiano
Testo
You say you love; but with a voice
Chaster than a nun's, who singeth
The soft Vespers to herself
While the chime-bell ringeth -
O love me truly!
You say you love; but with a smile
Cold as sunrise in September,
As you were Saint Cupid's nun,
And kept his weeks of Ember.
O love me truly!
You say you love - but then your lips
Coral tinted teach no blisses.
More than coral in the sea -
They never pout for kisses -
O love me truly!
You say you love; but then your hand
No soft squeeze for squeeze returneth,
It is like a statue's dead -
While mine to passion burneth -
O love me truly!
O breathe a word or two of fire!
Smile, as if those words should burn be,
Squeeze as lovers should - O kiss
And in thy heart inurn me!
O love me truly!
Parafrasi
Più casta di quella di una suora, che recita
I dolci vespri a sé stessa,
Mentre le campane suonano a festa –
Oh, amami davvero!
Dici di amarmi; ma con un sorriso
Freddo come un’alba di settembre,
Come se tu fossi la suora devota a san Cupido,
Che osserva i suoi voti nelle settimane di brace.
Oh, amami davvero!
Dici di amarmi – ma poi le tue labbra
Dipinte del colore del corallo non danno beatitudine.
E più del corallo nel mare –
Non mettono mai il broncio per baciare.
Oh, amami davvero!
Dici di amarmi, ma poi la tua mano
Non risponde con soffici carezze alle carezze della mia,
È come quella di una morta statua –
Mentre la mia brucia di passione –
Oh, amami davvero!
Oh, sospira per me una parola o due che siano di fuoco!
Sorridi, come se quelle parole potessero bruciarmi,
Stringimi come fanno gli amanti – Oh, baciami
E seppelliscimi nel tuo cuore!
Oh, amami davvero!