Depositi bancari: cosa sono e tipi

Cosa sono, normativa e tipi di depositi bancari. Approfondimento sui diversi aspetti dei depositi bancari e gli elementi caratteristici

Depositi bancari: cosa sono e tipi
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I DEPOSITI BANCARI

I depositi bancari: cosa sono e tipi
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Aspetto giuridico. I depositi bancari, sia quelli liberi che quelli vincolati, sono regolati nel codice civile all'art. 1834, che recita testualmente:

"nei depositi di una somma di denaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza di un periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi".

Il contratto di deposito viene quindi inteso come un esempio di deposito irregolare, regolato anch'esso nel codice civile all'art. 1782 che recita testualmente:

"Se il deposito ha per oggetto una quantità di denaro o altre cose fungibili, con facoltà per il depositario di servirsene, questi ne acquista la proprietà ed è tenuto a restituirne altrettante della stessa specie e qualità".

Dal punto di vista giuridico quindi il contratto di deposito è:

  • tipico, in quanto regolato dal codice civile;
  • reale, in quanto si perfeziona (cioè si conclude) al momento della materiale consegna del denaro all'ente creditizio;
  • non solenne, in quanto la legge non prevede che debbano essere rispettate precise regole formali nella sua stesura;
  • in serie (o per adesione), in quanto il modulo con le condizioni contrattuali è già predisposto ed il cliente può solo accettarlo o rifiutarlo in toto.

DEPOSITI BANCARI: FUNZIONI

Aspetto economico. Le ragioni per cui un privato cittadino o un'impresa possono decidere di depositare le proprie risorse monetarie presso un istituto di credito sono:

  • la funzione di custodia, ovvero quella funzione svolta dalla banca la quale si incarica di predisporre tutte le misure necessarie affinché le risorse depositate non siano soggette a furti o smarrimenti assumendo su di sé ogni responsabilità nel caso questi eventi dovessero verificarsi;
  • la funzione di investimento, che interessa ai risparmiatori che non avendo le capacità o la predisposizione ad investire i propri risparmi in altro modo, decidono di depositarli in banca con lo scopo di ottenere su di essi il pagamento degli interessi (va detto però che essendo gli interessi sui depositi molto bassi, sono pochi i risparmiatori che fanno ricorso al deposito bancario in quanto attirati dalla sua remuneratività);
  • la funzione monetaria, ovvero la possibilità di usare il conto in alternativa alla moneta legale per il regolamento dei debiti e la riscossione dei crediti attraverso la moneta cartolare (gli assegni), ma anche la moneta scritturale ed elettronica (bonifici, giroconti, pagamenti e riscossioni con carte di credito e Bancomat, etc.).

DEPOSITI BANCARI A VISTA E VINCOLATI

Aspetto tecnico. Per venire incontro alle diverse esigenze della clientela, le banche mettono a disposizione depositi con caratteristiche diverse e ogni cliente sceglie quello che meglio soddisfa le due esigenze.

Di particolare importanza a questo proposito è la distinzione che viene fatta tra depositi a vista e depositi vincolati.

I depositi a vista, detti anche depositi liberi, sono i depositi in cui il cliente può in ogni momento senza necessità di alcun preavviso recarsi in banca e prelevare le somme precedentemente versate.

Di solito vengono utilizzati dai risparmiatori che non hanno grandi somme da investire e che ricorrono al deposito bancario soprattutto per i servizi ad esso connessi.

I depositi liberi sono a loro volta classificati in:

  • depositi a risparmio libero, in cui le operazioni sono svolte quasi esclusivamente in contanti e i servizi connessi sono molto limitati;
  • conti correnti di corrispondenza passivi, che noi chiamiamo semplicemente conti correnti e che si caratterizzano per il gran numero di servizi connessi e per la molteplicità degli strumenti che possono essere impiegati per regolare le posizioni debitorie e ottenere i pagamenti.

I depositi vincolati invece si caratterizzano per il fatto che le somme versate non sono a completa disposizione del cliente che quindi non può recarsi in banca e chiedere il rimborso in qualunque momento, o meglio, può farlo ma la redditività dell'investimento diverrebbe a quel punto molto bassa.

Ricordiamo comunque che in nessun caso la banca può restituire al cliente una somma inferiore a quella inizialmente versata. Ci sono tre tipi di depositi vincolati: 

  • depositi a risparmio vincolati a scadenza fissa, in cui al momento del versamento viene fissata una data esatta prima della quale per il cliente non è affatto conveniente richiedere la restituzione della somma depositata;
  • depositi a risparmio vincolati a scadenza indeterminata, in cui il cliente è tenuto a dare un preavviso di un certo numero di giorni (che cambia a seconda della banca) prima di poter ritirare la somma depositata;
  • certificati di deposito, ovvero documenti semplicissimi che vengono emessi dalle banche e che vengono comprati dai risparmiatori corrispondendo il relativo valore nominale, poi a scadenza ovviamente la banca accredita il conto del cliente del valore nominale e degli interessi che sono ovviamente più alti di quelli corrisposti dalla banca sui depositi semplici.

ELEMENTI CARATTERISTICI DEI DEPOSITI

La banca di solito calcola su ogni deposito alcuni valori che sono importanti per le scelte di gestione dell'istituto di credito, ad esempio per stabilire il tasso di interesse da applicare (sia attivo che passivo), per realizzare l'equilibrio finanziario, per determinare l'ammontare massimo dei finanziamenti che possono essere concessi e per molte altre scelte di gestione.

Questi valori importanti che vengono determinati sono:

  • la consistenza media;
  • la giacenza media;
  • la velocità di circolazione;
  • la movimentazione.

La consistenza media è un valore che indica l'ammontare medio delle risorse monetarie presenti sul conto corrente con riferimento a un certo periodo di tempo. Quindi, detto semplicemente, quanti soldi ci sono in media sul conto.

Esso si ottiene dividendo la somma dei numeri (quelli che si trovano dallo scalare interessi) per i giorni (cioè quanti giorni ci sono nel periodo di riferimento, che coincide quasi sempre con il periodo di capitalizzazione).

Il calcolo deriva dal fatto che i numeri derivano dal prodotto dei saldi per i giorni, quindi se dividiamo per i giorni ci rimane il saldo medio al numeratore.

La giacenza media invece ci dice per quanto tempo mediamente 1 Euro resta sul conto e questo è importante per la banca perché se la giacenza è lunga, cioè se i soldi depositati sul conto ci restano per molto, vuol dire che la banca può utilizzare quei soldi per degli investimenti di medio-lungo periodo con una certa tranquillità mentre se in un deposito i soldi versati vengono prelevati spesso e in modo imprevedibile la banca non può fare grande affidamento su quel deposito.

La velocità di circolazione va invece a misurare una grandezza del tutto opposta alla giacenza media, cioè va a vedere quante volte il conto si rinnova completamente durante il periodo di riferimento.

La velocità di circolazione può essere calcolata facendo l'inverso della giacenza media, quindi saputa la giacenza media, sappiamo anche la velocità di circolazione.

La movimentazione invece non è un vero e proprio valore, ma piuttosto un grafico che evidenzia l'andamento del conto durante il periodo di riferimento o durante l'intero anno.

Aspetto computistico. L'aspetto più importante dal punto di vista computistico è la determinazione delle competenze. A questo scopo assumono particolare rilevanza tre elementi:

  • le valute delle operazioni;
  • il tasso di interesse applicato;
  • le spese generali e di tenuta conto.

Il tasso di interesse applicato è generalmente non reciproco, nel senso che i tassi di interesse attivi per la banca sono maggiori, talvolta anche di molto, rispetto ai tassi di interesse attivi per il cliente (e quindi passivi per la banca).

L'entità dei tassi di interesse passivi dipende da molti fattori tra cui:

  • il rischio del finanziamento;
  • l'entità della somma richiesta;
  • la forma tecnica di concessione del finanziamento;
  • i tassi presenti sul mercato.

Ma anche i tassi attivi per il cliente sono variabili e cambiano soprattutto in funzione dell'entità del deposito, cioè capita spesso che al crescere della consistenza media, cresca anche il tasso di interesse che la banca corrisponde al cliente.

Sulla base di queste informazioni vengono redatti i due documenti fondamentali, ovvero l'estratto conto (che contiene l'elenco delle operazioni in ordine cronologico) e lo scalare interessi (detto anche staffa, che contiene l'elenco delle operazioni in ordine di valuta).

A questo punto operiamo sullo scalare interessi e determiniamo gli interessi sulla base del procedimento amburghese, che consiste nel moltiplicare i vari saldi che si sono presentati nel periodo di riferimento per i giorni in cui questi saldi sono rimasti sul conto.

Il risultato di questa moltiplicazione è scritto nella colonna dei numeri, che poi vengono sommati tra loro, moltiplicati per il tasso di interesse e divisi per 36500 per trovare l'importo degli interessi.

Dagli interessi lordi andrà poi sottratta la ritenuta del 27% e andranno anche sottratte le varie spese bancarie per arrivare a determinare le competenze nette da accreditare sul conto del cliente (o da addebitare, a seconda dei casi).

Un consiglio in più