La curtis e il sistema curtense
Cosa sono la curtis e il sistema curtense: significato e descrizione di pars dominica e pars massaricia nel Medioevo
CURTIS MEDIEVALE
La curtis medioevale è una grande proprietà fondiaria, sia laica che ecclesiastica. ha delle particolarità che consistono nel fatto che la curtis è divisa in 2 blocchi: dominucium (o dominicum o pars dominica) e massaricium (o pars massaricia).
Entrambe le parti costituiscono nel loro insieme la curtis. Non sono due parti nettamente separate, ma la loro distinzione più che geografica è per funzioni e modalità di sfruttamento.
Il dominicium è la parte meno estesa e prende il nome da dominus (cioè signore, padrone), perchè vi sorgevano edifici adibiti a dimora permanente del dominus, della sua famiglia e del suo seguito (personale servile che risponde al nome di servi prebendarii), in più anche una seri di edifici, una parte del terreno era costituito da terre, e poi c'era l'incolto ovvero terre non modificate dall'uomo (paludi, foreste, boschi, utilizzati soprattutto per la caccia, per la raccolta della legna e per il pascolo brado degli animali).
Il dominicium era quindi la parte direttamente sfruttata dal padrone. Il massaricium aveva una struttura più complessa. Il nome deriva dal fatto che questa parte era caratterizzata dalla presenza di massari, contadini e agricoltori (di condizione libera o servile), affittuari che ricevevano dei poderi in concessione dal dominus, questi poderi prendevano il nome di mansi. Solitamente al centro del manso si trovava l'abitazione e tutto intorno si estendeva la terra che costituiva il manso.
SISTEMA CURTENSE
Nelle fonti i mansi vengono divisi in "mansi ingenuili" e "mansi servili" che si collega alla differenza tra massari di condizione servile e massari di condizione libera. I polittici sono grandi registri in cui i grandi proprietari terrieri (soprattutto le abbazie) registravano in maniera minuziosa le curtes che gli appartenevano e tutto ciò che le riguardavano.
Come in tutti gli affitti anche la concessione di un manso non era gratuita, il padrone concedeva un manso affinchè il massaro vi lavorasse e poi gli fornisse un censo, che poteva essere corrisposto o in denaro (nel periodo alto medievale la moneta si riduce sempre più ma non scompare del tutto, viene coniata dai re o dai signori locali) o in natura, con una percentuale (secondo il contratto di concessione del manso) su ciò che il massaro produceva.
In più ogni massaro si assumeva l'obbligo di eseguire una serie di prestazioni lavorative (prevalentemente di lavoro manuale) che prendono il nome di corvees, uno degli istituti più significativi e caratterizzanti della società feudale. Queste prestazioni dovevano essere eseguite quando richiesto dal signore, all'interno della pars dominicia. Il massaro era costretto ad abbandonare il suo manso e dirigersi nella pars dominicia per eseguire i lavori per il padrone. Così il padrone riusciva ad avere dei lavoranti (ai quali non doveva niente) che con la loro forza-lavoro integravano il lavoro dei servi prebendarii.
Quando parliamo di edifici, di strutture edili presenti sulla curtis, si parla di case costruite con legno e pietra.
PARS DOMINICA E PARS MASSARICIA
Quando si parla di economia curtense, non si vuole solo far riferimento al fatto che uno dei pilastri del sistema economico era la curtis, ma anche al fatto che quella della curtis è un'economia chiusa e autosufficiente, non conosceva scambi commerciali, traffici, grandi spostamenti per spostare quantitativi di merci da un luogo a un altro per commerciare.
L'economia si proponeva come obiettivo l'autosufficienza, ma non era un'autosufficienza totale, perchè ogni curtis aveva bisogno di scambiare prodotti con altre curtes, ma soprattutto con le città che nell'Eeuropa altomedievale non erano scomparse del tutto, ed erano sedi dell'artigianato e del potere religioso.
La curtis sulla pars dominica, aveva delle botteghe artigiane che però era un artigianato di base. Se si aveva bisogno di qualche prodotto più sofisticato c'era bisogno comunque di rivolgersi altrove, ovvero al tessuto economico cittadino che era prevalentemente artigianale.
Pian piano si assiste alla ruralizzazione delle città, quindi le città si spopolano e sempre più territorio urbano viene abbandonato a se stesso ed è dominto da edifici abbandonati e fatiscenti, i cimiteri penetrano all'interno delle società e si assiste all'usanza di farsi seppellire nelle chiese e cattedrali (soprattutto per i più imiportanti). Nonostante la decadenza della vita cittadina, sopravvivono le botteghe artigiane, che costituiscono nel medioevo quello che poi diventerà la fabbrica moderna. È una piccola e media impresa gestita familiarmente e diventa una bottega artigiana.
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Era caratterizzata da un imprenditore e artigiano che dirigeva tutto, dai laboratores ai garzoni (assunti per un salario) agli apprendisti (giovani collocati dai genitori all'interno dell'impresa con un contratto di apprendistato, con il quale l'artigiano teneva l'apprendista anche nella sua casa, e l'apprendista acquisiva le conoscenze tecniche relative alla produzione; l'obiettivo dell'apprendista era quello di cambiare il proprio ruolo sociale, diventare artigiano e apprenditore (diventava artigiano superando un esame davanti a una corporazione).
Nel periodo altomedievale le imprese artigiane più diffuse erano quelle riguardanti il settore alimentare (come panetterie e imprese che lavoravano e producevano latte) e l'artigianato tessile (che ricavava il vestiario).
Due termini da ricordare:
- Corporazione: associazione di imprenditori, struttura associativa cui dovevano aderire obbligatoriamente tutti gli artigiani che operavano in uno stesso settore.
- Signoria: fenomeno collocabile tra IX e X secolo, sul finire dell'Alto Medioevo, i grandi proprietari fondiari per assicurare protezione alle popolazioni si appropriano di una serie di funzioni e poteri pubblici. Nasce la signoria fondiaria, questo fenomeno è agevolato dalla prosperazione di castelli.
Dal XI secolo si innesta una nuova fase demografica. Le cause non sono certe, forse ci furono miglioramenti climatici (un clima più mite favorisce una vita all'aperto e una vita più salutare, e favorisce anche i raccolti), e cambiamenti di carattere economico (l'economia dovrebbe aver iniziato a produrre di più, produrre più alimenti e quindi una maggiore disponibilità di risorse).
Innovazioni tecnologiche che consentirono l'aumento della produttività:
- Ferratura del cavallo (a cui segue la ferratura dei bovini), la presenza del ferro tra lo zoccolo dell'animale e il terreno consente una sfruttabilità maggiore nel corso del tempo, perchè lo zoccolo tende all'usura e alla lunga all'impossibilità di utilizzare l'animale, invece grazie alla ferratura si può fare in modo che la sfruttabilità dell'animale migliori.
- Cambiamento dei sistemi di attacco dell'animale all'aratro e ai carri.
- Aratro: oggetto fondamentale. Nasce l'aratro pesante o asimmetrico, che è munito di ruote.
- Rotazione triennale: successione progressiva di culture agricole diverse su uno stesso campo. Questo sistema sostituisce progressivamente la rotazione biennale o maggese. La rotazione biennale consisteva nel suddividere un campo in 2 parti, facendo in modo che ad anni alterni una parte fosse coltivata e l'altra fosse lasciata a maggese (cioè a riposo), dove pascolavano gli animali che con i loro escrementi concimavano il terreno. Effettuato il raccolto, l'anno successivo le 2 parti si scambiavano. Nella rotazione triennale ogni campo non viene diviso in 2 parti ma in 3, riducendo la superficie lasciata a riposo, che passava dalla metà a 1/3, mentre nelle altre 2 parti si coltivavano colture diverse: una a cereali e l'altra legumi (che si scoprì avere capacità fertilizzanti). Anno dopo anno le colture e il maggese ruotavano.