Centri di produzione culturale nel Medioevo: monasteri, università, corti

Quali erano i centri di produzione e diffusione della cultura nel Medioevo? Luoghi, storia e caratteristiche della cultura medievale.
Centri di produzione culturale nel Medioevo: monasteri, università, corti
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1Tra il vecchio e il nuovo Mondo

Il monastero di San Benedetto da Norcia a Subiaco, Roma
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La fine dell’Impero romano d’Occidente arriva al termina di un processo di disgregazione politica e di profondi mutamenti sociali durato secoli. Mentre la nuova religione cristiana con la sua filosofia, la sua mentalità e i riti cambia profondamente il modo di pensare e vivere delle élites come dei ceti bassi, lo stanziamento all’interno del limes dell’impero delle popolazioni barbare pone fine alla struttura politico-amministrativa legata al diritto romano e fa sorgere nuovi metodi di governo legati al concetto di fedeltà al re e privi di una codificazione scritta: queste le principali caratteristiche dell'alto medioevo.

Ma allo stesso tempo in questo nuovo mondo la presenza del mondo antico è ancora fortissima: le città pullulano di rovine, si prega in latino e i dotti usano questa lingua per scrivere, e le opere di autori come Virgilio, Cesare e Cicerone vengono lette e studiate perché per tutti i lunghi i secoli del medioevo lo studio degli antichi dei loro insegnamenti costituisce il fulcro della produzione culturale, basata sul continuo confronto con il pensiero religioso, filosofico e politico del mondo romano.    

1.1L'epoca dei grandi monasteri

Abbazia di Montecassino: monastero benedettino. San Benedetto da Norcia fondò qui il suo primo monastero, fonte dell'Ordine benedettino, intorno al 529
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Fin quasi all’anno Mille sono i monasteri a essere i principali e più importanti centri di trasmissione del pensiero. A parte una breve parentesi sotto Carlo Magno e Ludovico il Pio, che in una società quasi completamente analfabeta comprendono la necessità di promuovere la cultura anche negli ambienti laici, questa rimane confinata agli ambienti ecclesiastici. 

D’altronde il ruolo delle élite colte era predominante nel mondo cristiano fin dal V secolo, basti pensare all’importanza avuta da un personaggio come Benedetto da Norcia, originario di una delle ultime famiglie dell’aristocrazia romana e fondatore di uno dei più importanti monasteri d’Europa

In Italia, nel sud della Francia, in Germania la cultura si muove sui piedi degli evangelizzatori che attraversano distanze enormi per portare il Vangelo in un’Europa che è ancora largamente pagana e, laddove arrivano, spesso fondano monasteri dove i monaci possono vivere isolati dal mondo e dedicarsi alla preghiera. 

Parte importante di questi complessi, che presto raggiungono dimensioni imponenti, è dedicata alle biblioteche dove si conservano libri e opere letterarie di qualsiasi genere, non solo opere dei grandi pensatori cristiani come Agostino, ma anche la letteratura latina, anche di genere amoroso come quella di Ovidio; altra parte importante dei monasteri è quella dello scriptorium, dove i volumi più importanti vengono copiati a mano dai monaci amanuensi in modo da aumentarne le copie per favorirne la conservazione e la diffusione in altri monasteri. 

Oltre a Montecassino si affermano come importanti centri di produzione monastica anche i monasteri dell’area beneventana e pugliese e, nel nord Europa, quelli irlandesi. Nel frattempo al di fuori dell’area cristiana, e cioè nella Spagna e nelle altre zone d’Europa conquistate dagli arabi si diffonde una raffinatissima cultura che conserva e rielabora le opere dei grandi pensatori greci, con cui la cultura islamica era venuta in contatto dopo la conquista della Siria e delle altre zone meridionali un tempo parte dell’Impero romano d’Oriente

2La cultura medievale nelle università

Dopo il Mille una forte inquietudine religiosa scuote dal basso l’intera comunità cristiana, nascono i monasteri cluniacensi e cistercensi che danno un senso nuovo all’esperienza monastica, mentre la nascita degli ordini mendicanti segnala la necessità di una Chiesa più evangelica e vicina agli insegnamenti di Cristo; 

sul piano politico, invece, il vuoto lasciato dall’autorità imperiale e da quella regia aprono le porte alle esperienze comunali che rinnovano lo studio della giurisprudenza e della filosofia per regolare le nuove forme di vita cittadine. 

Si tratta di problemi che investono profondamente la quotidianità pratica e spirituale, che necessitano di soluzioni nuove che vengono ricercate e discusse nelle università, centri di studio, insegnamento e diffusione del sapere che si diffondono rapidamente in tutta Europa

L’università di Parigi s’impone in breve tempo come uno dei maggiori centri di studio della teologia e della filosofia dove, per secoli, le migliori menti della cristianità come Pietro Abelardo, Sigieri di Brabante e Tommaso d’Aquino hanno studiato e insegnato la dottrina cattolica rinnovandola profondamente; questi sono tra i personaggi principali di un movimento filosofico, quello della Scolastica, diffuso in tutta Europa e di fondamentale importanza per la cultura medievale.  

Attraverso gli arabi di Spagna la cultura cristiana entra in contatto con la filosofia di Aristotele e Averroè e, pur guardandola con sospetto perché opera di pagani, ne riconosce l’alto valore, da qui la necessità di studiarne l’approccio sistematico e fortemente razionale per applicarlo allo studio delle Scritture, arrivando così a formulare un approccio che si rivela rivoluzionario per la storia del pensiero.

Irnerio: giurista, accademico e glossatore medievale. Affresco staccato, medioevo, Italia XI-XII secolo
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Altra importantissima università è quella del comune di Bologna, dove però si affrontano temi decisamente diversi dall'università parigina. I comuni del centro-nord Italia nascono dall’unione della piccola nobiltà regionale che, riunitasi in centri urbani fortificati, riescono a ritagliarsi un’effettiva autonomia dal controllo degli imperatori tedeschi. 

I comuni sono entità politiche assolutamente nuove e hanno pochi esempi di riferimento per decidere quali regole e leggi darsi per governarsi, per questo motivo diventa oggetto di studio nelle università italiane il Codex, cioè la raccolta di leggi voluta dall’imperatore Giustiniano negli anni ’30 del VI secolo

Sebbene questi studi fossero diffusi in tutta Italia è grazie all’attività di Irnerio nell’università bolognese che vengono sistematizzati e organizzati in un modo destinato a fare scuola. Gli studi giuridici danno lustro all’università emiliana facendola diventare uno dei punti più insigni della cultura italiana dove, solo per fare un esempio, s’inaugura la poesia stilnovista

3La stagione dell'umanesimo

Angelo Poliziano
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I decenni a cavallo tra XIV e XV secolo vedono la fine delle autonomie comunali che, entrate in crisi, aprono la strada del potere alle signorie territoriali. Anche in questo caso si tratta di forme di organizzazione politica assolutamente nuove che necessitavano, come i comuni di tre secoli prima, di darsi un’organizzazione giuridica e un nuovo orizzonte culturale. 

A risolvere questi problemi sorge una nuova generazione d’intellettuali che oggi chiamiamo umanisti che, pur partendo dallo studio dei classici per trovare risposte, lo fa con un nuovo approccio, d’impronta storica e filologica, dando vita a una produzione culturale che riprende tutti gli stilemi dei secoli passati ma li stravolge e li rinnova profondamente facendosi portavoce di realtà politiche e di sensibilità nuove.   

Alla radice di questo nuovo modo c’è senz’altro l’esperienza umana e intellettuale di Francesco Petrarca e la riflessione sull’eredità della dottrina neoplatonica.  

Una delle caratteristiche principali di quest’innovativa ondata culturale è il forte legame dei suoi esponenti con le varie corti delle signorie territoriali italiane: il nome di Angelo Poliziano, ad esempio, è indissolubilmente legato alla corte di Medici di Firenze, città che sotto la guida e il mecenatismo di questa famiglia di banchieri conosce un grande momento di sviluppo civile e culturale.  

Ma se quello fiorentino è l’esempio più noto, non sono affatto da meno lo sviluppo culturale della corte papale di Roma, che ospita Poggio Bracciolini e Flavio Biondo; mentre a Napoli la corona aragonese appena insediatasi accoglie Giovanni Pontano e Lorenzo Valla.   

All’interno delle corti questi personaggi godono di una certa libertà perché le loro opere, le loro riflessioni, non hanno la semplice funzione di dare lustro alle varie corti, non si tratta di intellettuali cortigiani anzi, spesso questi ricoprono ruoli rilevanti all’interno della macchina amministrativa signorile ed hanno un ruolo privilegiato nel suggerire ai capi di stato scelte politiche contingenti e indirizzi ideologici.   

4Guarda il video sul Medioevo

    Domande & Risposte
  • Qual era la cultura diffusa nel Medioevo?

    La religione è al primo posto. La cultura religiosa si fonde con quella classica e rimane e diventa appannaggio della Chiesa.

  • Quale visione della vita c’è durante il Medioevo?

    Il potere della Chiesa è universale e si impone in ogni ambito della vita, su tutto e tutti.

  • Che rapporto ha il Medioevo con la cultura classica?

    La cultura medievale è una cultura classica, basata sullo studio dei classici greci e latini.