Crollo di Wall Street: riassunto

Crollo di Wall Street: riassunto degli eventi che scatenarono la crisi economica del 1929

Crollo di Wall Street: riassunto
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CROLLO DI WALL STREET: RIASSUNTO

Crollo di Wall Street del 1929: riassunto
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La prima guerra mondiale porta in Europa una scarsità di ogni genere di prodotti, che porta gli stati ad esercitare un ampio controllo del mercato, soffocando l’iniziativa privata. Negli USA, il democratico Wilson, con i suoi Quattordici punti, si è posto come difensore della democrazia e sostenitore dell’economia liberista; anche la conferenza di Parigi del 1919 fa sperare in un sistema economico mondiale aperto, ma la situazione economica dell’Europa è precaria: la scarsità di merci è accompagnata da una svalutazione della moneta.

Al contrario dei paesi europei, gli USA impiegano nella guerra solo il 9% della loro ricchezza, quindi nel dopoguerra conoscono uno sviluppo dell’economia, grazie anche ai prestiti concessi agli alleati, diventando così la nazione di riferimento del mondo capitalistico. L’adesione alla Società delle Nazioni, nata per preservare la pace facilitare gli scambi commerciali, però, fa scaturire dubbi ed incertezze all’interno degli Usa, che non vedono bene l’ingerenza americana negli affari degli altri stati; questo porterà alla caduta di Wilson, che nel 1920, lascerà il posto al repubblicano Harding, la cui linea politica si basa su:

  • distacco dagli affari europei;
  • sfruttamento rientro di prestiti;
  • aumento iniziativa privata;
  • protezionismo: divieto di commercio dell’alcool, che colpisce gli stranieri, giudicati dediti al bere, e preserva la produzione industriale, minacciata dall’alcolismo degli operai; verrà abrogato nel 1933, perché favorisce il contrabbando.

Harding è sorretto dalla destra religiosa, dalle donne, dai calvinisti, ai wasp (bianchi anglosassoni anticattolici e antirlandesi) e dal movimento nazionalista e xenofobo, che si sviluppa maggiormente in questi anni e che porterà anche ad azioni violente e alla riaffermazione di società segrete quale il Ku Klux Klan, ultraconservatori e anticattolici. La politica isolazionista produrrà anche una saturazione del mercato interno, che porterà gli americani a pensare ad un necessario aiuto finanziario affinché l’Europa potesse tornare ad essere un territorio di mercato: questo è il presupposto del piano Daws del 1924 e del piano Young (con la repubblica di Weimar), che porterà alla rivitalizzazione dell’economia europea. Nel 1925 si assiste al ripristino del gold standard, cioè della convertibilità del denaro in oro, che si era persa in guerra e che aveva provocato la svalutazione della moneta. 

La politica protezionistica dei vari stati restringe le possibilità di esportazione degli Usa, perché i governi europei, per combattere l’inflazione, adottano la strada della deflazione, cioè della sottrazione di moneta dalla circolazione, che porta però alla stagnazione del mercato. L’aumento dell’iniziativa privata e la concessione di numerosi prestiti da parte delle banche produce un aumento della liquidità, che porta le aziende ad investire i capitali in azioni; tra il '27 e il '28 la ricchezza della borsa cresce ne, enormemente ma senza una reale espansione della produzione, quindi l’aumento del prezzo delle azioni non è più in rapporto con la società, mentre è in agguato una crisi di sovrapproduzione.

IL GIOVEDI' NERO

Il 24 ottobre 1929, il “giovedì nero”, si assiste ad una corsa alle vendite che alimenta una reazione a catena che porta, il martedì  successivo (“martedì nero”), al crollo della Borsa di Wall Street, cioè alla caduta dei titoli azionari, seguiti dalla chiusura di aziende a dalla rovina di famiglie benestanti, che, non potendo più pagare le rate delle loro spese, fanno fallire anche le banche familiari che avevano concesso i prestiti. Inoltre al sud c’è un crollo del prezzo dei prodotti agricoli che porta al fallimento dei contadini che vanno in città ad accrescere la massa di disoccupati.

Approfondisci:

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