Crisi del '600 in Europa: cause e conseguenze
Indice
1Introduzione
A differenza del lungo Cinquecento, l’Europa nei primi anni del XVII secolo fece i conti con una situazione economica, politica, sociale e demografica del tutto inedita: la storiografia la indica con l’espressione crisi del Seicento.
Se è vero che ci furono effetti rilevanti sulle strutture economiche, politiche e sociali dei Paesi europei, è anche vero che non tutti quanti produssero gli stessi risultati: da una parte, l’Europa centro-meridionale e mediterranea subì negativamente tale crisi; dall’altra, le regioni nord-occidentali reagirono positivamente.
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2Crisi demografica e agraria
2.1Stagnazione e calo demografico
Secondo le stime degli studiosi, tra il XVII e il XVIII secolo, gli abitanti europei passarono da circa 100 milioni a 115 milioni. Questo incremento esiguo della popolazione è dato dalla differenza degli andamenti demografici opposti, ossia tra la tendenza calante dei paesi centro-meridionali e mediterranei e quella crescente dei territori nord-occidentali.
Tra i principali fattori dell’arresto demografico furono i numerosi conflitti che si tennero in Europa per tutto il Seicento: come la Guerra dei Trent’anni nella prima metà del secolo, poi le molteplici rivolte e rivoluzioni interne alle nazioni nella seconda metà. Le devastazioni causate dalle guerre colpirono maggiormente la Germania, l’Italia e la Spagna.
L’innalzamento del tasso di mortalità fu determinato anche dalle ondate di epidemie di peste, la quale non scomparve del tutto a partire dal XIV secolo. Le premesse per l’ampia diffusione di malattie infettive e di pestilenze erano favorevoli:
- terribili condizioni igieniche nelle grandi città;
- spostamenti a lungo raggio delle impestate truppe mercenarie;
- deperimento del regime alimentare causato da periodi di carestie e dall’inadeguatezza agricola.
2.2Difficoltà agricole
La lettura tradizionale della crisi agraria nel XVII secolo fu la teoria dello squilibrio tra popolazione e risorse, basata sul modello malthusiano: il calo del rendimento agricolo sarebbe provocato dalla carenza di terreni fertili e dall’arretratezza delle competenze tecniche; di conseguenza minori derrate alimentari disponibili.
La più recente storiografia sostiene invece che la crisi agricola fu scaturita dall’aumento dei prezzi agricoli, in un lato, e dalla diminuzione del potere d’acquisto delle popolazioni rurali, in un altro: ciò comportò in diverse aree europee anche l’allargamento del divario di reddito tra le diverse classi sociali.
3Crisi economica e sociopolitica
3.1Le difficoltà economiche e sociali in Spagna, Italia e Germania
Ad affiancare la crisi demografica ed agraria nelle regioni dell’Europa centro-meridionale e mediterraneo ci fu anche quella economica, caratterizzata da:
- esaurimento dell’oro americano;
- flessione dei prezzi;
- diminuzione dell’attività manifatturiera;
- riduzione dei traffici commerciali e degli investimenti;
- pressione fiscale degli Stati sulla società.
In aggiunta a tutti questi eventi, la maggior parte della popolazione dovette anche sobbarcarsi il peso e il costo delle guerre: con l’aumento dell’imposizione fiscale, in particolare modo in Spagna, Italia e in Germania, la gente insorse scatenando tumulti che furono poi aspramente repressi dalle autorità.
3.2L’ascesa di Olanda e di Inghilterra
Tra i Paesi europei, la vera protagonista del Seicento fu la Repubblica delle Province Unite: se già dall’inizio del secolo l’Olanda si impose come centro commerciale, industriale e finanziario europeo, con il riconoscimento formale come stato indipendente a metà del Seicento, emersero sul piano politico, culturale e religioso.
Nonostante le burrascose vicende della Guerra Civile inglese, il Regno Unito ne uscì rafforzato sia politicamente che socialmente: da una parte, l’istituzione della monarchia parlamentare permise all’Inghilterra una velocità e una flessibilità di manovra più vantaggiosa rispetto al passato; dall’altra, le politiche di espansione economica favorirono ad ampi strati della popolazione britannica.
4Le conseguenze della crisi
4.1Mutamento dei ruoli politici in Europa
Le conseguenze sul piano politico della crisi del Seicento fu il rilevante riequilibrio dei giochi-forza europee: le strutture politiche non aggiornate come quelle di Spagna, Germania e Italia, principali protagoniste nel Cinquecento, cedettero il passo a favore di Olanda e d’Inghilterra, le quali ebbero il merito di sfruttare le congiunture politico-economiche che il Seicento gli porse dinnanzi.
Con la perdita del ruolo egemone in Europa dei Paesi sopracitati, a seguito della concessione della libertà di culto con la Pace di Vestfalia del 1648, fu inevitabile l’affermazione del Protestantesimo come la confessione religiosa principale, ai danni del Cattolicesimo. Tale mutamento religioso provocò quindi delle trasformazioni che incisero anche sulla mentalità e sulla cultura, sia nel XVII secolo che in quelli successivi.
4.2Nuovi sistemi politici ed economici
Durante il Seicento, la monarchia in senso assolutista non fu il sistema politico che adottarono i Paesi europei che sfruttarono la crisi di questo secolo: anzi, proprio queste strutture di governo, come quelle di Spagna, Germania e Italia furono messe in discussione, a favore delle sperimentazioni repubblicane moderne di Olanda e Inghilterra.
Se da una parte ci fu il crollo delle cosiddette “certezze” economiche dei settori agricoli e manifatturieri, le attività economiche che invece resistettero furono principalmente quelle basate sugli investimenti commerciali e sulle speculazioni finanziarie, fondate sui redditizi traffici marittimi internazionali.
5Le contraddizioni del Seicento
5.1Il secolo della modernità
Ciò che rende ardua la lettura storiografica del Seicento è la sua articolata complessità: se da una parte le condizioni sociali, economiche e politiche andavano a ridimensionarsi radicalmente, dall’altra, sul piano culturale e scientifico, il XVII secolo fu il periodo in cui la cosiddetta modernità affonda le sue radici.
Il Seicento fu uno straordinario periodo di vivacità e di fecondità scientifica, culturale e artistica. Non a caso, fu il secolo in cui si affermarono:
- la Rivoluzione scientifica e lo sviluppo della scienza moderna;
- il movimento filosofico Razionalismo moderno;
- le riflessioni politiche della ragion di Stato;
- l’estetica e la poetica del Barocco.
5.2La cultura nel Seicento
Il contesto seicentesco europeo fu la situazione in cui nacque la cosiddetta scienza moderna, grazie alle indagini e alle invenzioni degli scienziati come Francesco Bacone (1561-1626), Galileo Galilei (1564-1642), Isaac Newton (1642-1726).
Se nel secolo precedente tale attività scientifica avveniva nei propri studi, in questo contesto la diffusione e il confronto delle nuove idee si istituzionalizzava con la fondazione di accademie scientifiche.
La sperimentazione non fu solo riservata agli scienziati, bensì anche agli artisti e ai letterati, i quali si cimentavano in ricerche sempre più insolite, fantasiose e artificiose: come ad esempio: nelle arti visive Gian Lorenzo Bernini (1598-1680); nella letteratura Giambattista Marino (1569-1625); nel teatro William Shakespeare (1564-1616) e Pierre Corneille (1606 - 1684); e nella musica Antonio Vivaldi (1678-1741).