Corridoi umanitari: cosa sono e come funzionano
Di Veronica Adriani.Cosa sono i corridoi umanitari, come funzionano e come un paese può attivarli. UNHCR, diaconia valdese e CEI ed esempi sulla situazione ucraina
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Corridoi umanitari

In questi giorni si sta parlando a lungo di corridoi umanitari. Ma cosa sono e come funzionano? I corridoi umanitari sono un programma di accoglienza dei profughi provenienti da zone in emergenza umanitaria. Si tratta di una modalità di trasferimento e integrazione in un paese stabile e sicuro, dove persone in condizione di fragilità possono trovare rifugio in modo legale.
Ma perché e quando si ricorre ai corridoi umanitari? Chi li organizza? Quale sarebbe l'alternativa?
Corridoi umanitari: perché
Partiamo da un presupposto: i corridoi umanitari si sono resi necessari per aiutare i potenziali rifugiati provenienti da paesi per i quali la concessione di un visto d'ingresso è assai complicata. Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Cos'è un visto d'ingresso e a cosa serve?
Cos'è un visto d'ingresso e come funziona

Un visto d'ingresso è un documento attraverso cui uno Stato concede ad uno straniero di poter entrare per un dato periodo all'interno del suo territorio. Può essere turistico - per visitare il paese in un periodo compreso generalmente fra 30 e 90 giorni - ma anche di studio o di transito, dato a chi vuole fermarsi in un paese per un tempo limitato, per poi raggiungerne un altro.
Qual è il problema? Che mentre i paesi europei dopo l'accordo di Schengen non sono sottoposti all'obbligo del visto per entrare in un altro paese europeo, ai cittadini provenienti da Africa e Asia è praticamente sempre richiesto un visto alla frontiera, e questo documento può essere rilasciato solo da un consolato italiano all'estero.
Capisci bene che in zone di guerra chiedere un visto non è semplice, né per la concessione in sé né tantomeno per i tempi che questo richiederebbe: in condizioni di emergenza, quando si rischia la vita, chiedere un visto per i cittadini di alcuni paesi del mondo è un'impresa impossibile. Dunque, immigrare in Europa, è un sogno irrealizzabile.
I viaggi della speranza
Vengono definiti viaggi della speranza i lunghi viaggi che i migranti intraprendono per cercare di emigrare in paesi diversi dal proprio. In Europa, questo tipo di viaggi seguono in particolare due rotte:
- La rotta balcanica. Chi arriva dall’Afghanistan e dal Pakistan passa attraverso una rotta nord-orientale dalla Serbia. I siriani usano invece una rotta meridionale (Grecia, Albania, Montenegro, Bosnia). Secondo Open Migration questa rotta è "esplosa nel biennio 2015-16, quando è stata attraversata da quasi un milione di persone";
- Il Mediterraneo. I migranti partono da Tunisia, Libia, Egitto e Turchia e arrivano principalmente in Italia e Grecia. Dal Marocco e dall'Algeria partono invece le migrazioni verso la Spagna. Secondo Save the children sono oltre 17.800, di cui quasi mille solo nel 2021, gli uomini, le donne e i bambini morti o dispersi nel Mediterraneo Centrale dal 2013.
I numeri sono agghiaccianti, ma la cronaca di ciò che accade nel corso di questi viaggi è ancora peggiore. Negli anni sono stati portati avanti respingimenti illegali via mare e via terra, e i migranti rimbalzati indietro, lungo la stessa rotta in cui avevano subito abusi e violenze. Molti sono morti nel tentativo di arrivare in Europa, su imbarcazioni fatiscenti o nascosti nei camion. Tanti sono detenuti in campi di prigionia nei paesi da cui sarebbero dovuti partire o arrivare. Il caso più emblematico è quello della Libia, dove esistono veri e propri campi di detenzione, o della Grecia, dove i campi profughi esplodono letteralmente, negando a chi vi soggiorna anche i più elementari diritti di sicurezza e igiene.
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Corridoi umanitari in Italia e in Europa

Dalla convinzione che si possa e si debba garantire alle persone fragili in fuga un arrivo sicuro nel paese ospitante, sono nati i corridoi umanitari.
I corridoi umanitari non pesano sullo Stato, perché sono interamente finanziati dai promotori, principalmente attraverso l'Otto per mille valdese e poi grazie a campagne di raccolta o donazioni.
In Europa, i corridoi umanitari sono stati aperti anche da Francia e Belgio.
Corridoi umanitari: quante persone hanno salvato
Il sito SOS Villaggio dei bambini riporta questi dati:
I corridoi umanitari attivati verso il Libano e il Marocco a seguito del Protocollo sottoscritto nel 2015 hanno permesso, nel biennio 2016- 2017, l’arrivo in Italia dal Libano di 1.000 richiedenti asilo, in prevalenza di nazionalità siriana. Il primo corridoio umanitario effettuato dopo il rinnovo del Protocollo nel novembre 2017 ha portato in salvo 30 persone sbarcate a Roma Fiumicino.
Il Sole24ORE a ottobre riportava invece numeri aggiuntivi sul fenomeno, che, secondo Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio,
Finora ha interessato 3mila profughi, ma salirà rapidamente a 4mila grazie ai prossimi arrivi da Libano, Etiopia, Lesbo e dal nuovo corridoio aperto in Libia.
Come funzionano i corridoi umanitari
Ma come funzionano esattamente i corridoi umanitari?
- Le associazioni proponenti inviano sul posto esperti e volontari che prendono contatto con ONG, associazioni, organismi internazionali, chiese, ecc. e compilano una lista di potenziali beneficiari. Può trattarsi di donne sole, bambini, anziani, persone con disabilità o patologie, o persone segnalate dall'UNHCR, l'agenzia ONU per i rifugiati.
- Ogni segnalazione viene verificata dai responsabili delle associazioni e viene inviata al Ministero dell’Interno italiano perché la controlli;
- Dopo gli ultimi controlli, le liste dei potenziali beneficiari sono trasmesse alle autorità consolari italiane dei Paesi coinvolti che rilasciano dei visti speciali.
- Una volta arrivati in Italia, i profughi sono accolti dai promotori del progetto, che li ospitano in strutture sparse sul territorio utilizzando quello che viene definito modello dell’accoglienza diffusa permettendone così l'integrazione nel tessuto sociale e culturale. Vengono avviati a questo proposito corsi di lingua, lezioni scolastiche per i bambini e via dicendo.
Corridoi umanitari: UNHCR, Diaconia Valdese e CEI
I principali attori del sistema dei corridoi umanitari sono:
- L'UNHCR: l'agenzia ONU per i rifugiati. La sigla sta per Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, in inglese United Nations High Commissioner for Refugees.
- La chiesa valdese: grazie all'8 per mille ricavato negli anni dai suoi sostenitori, i Valdesi hanno attivato corridoi umanitari per l'arrivo a Roma di profughi siriani in fuga dalla guerra.
- La CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. L’ultima intesa siglata a novembre 2021 permetterà l’ingresso legale e in sicurezza di 1200 cittadini afghani nell’arco di due anni, con la possibilità di estendere la durata a 36 mesi. Il progetto verrà sviluppato in Pakistan e Iran, ed in eventuali altri Paesi di primo asilo/Paesi di transito.
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Corridoi umanitari in Ucraina
In questi giorni si sta discutendo della possibile apertura di corridoi umanitari in Ucraina. La motivazione sta nel fatto che la fuga delle persone dal paese sta assumento sempre di più i connotati di una crisi umanitaria senza precedenti: al momento sono circa 650mila le persone che hanno lasciato la loro terra nei primi 6 giorni di guerra e stanno entrando nei paesi vicini - Polonia, Moldavia e Romania su tutti - e si prevede l'arrivo in Europa di almeno 7 milioni di rifugiati.
Gli orfanotrofi in Ucraina stanno facendo appello alle potenze europee perché attivino immediatamente dei corridoi umanitari per portare i bambini in salvo.
I ministri per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali e degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio hanno parlato apertamente di corridoi umanitari.
La situazione di grave precarietà dei minori orfani in Ucraina a seguito dell’aggressione russa suscita preoccupazione e richiede di attivare con sollecitudine tutte le misure a loro tutela previste dagli accordi internazionali. Siamo impegnati in queste ore nell’attivazione di corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto ed in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese.
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