Contributo volontario: ricorda che puoi non pagarlo
Con l'inizio dell'anno ritornano le polemiche sul contributo volontario. Le dritte per non pagare più del dovuto
Il contributo volontario è, come specifica l’aggettivo che lo caratterizza, una “tassa” che le famiglie degli studenti possono scegliere se pagare oppure no. Nessuno può fare pressioni affinché venga elargito e i presidi cha attuano questo sistema possono essere denunciati penalmente. Questa è la minaccia a cui, come racconta la Repubblica.it nella sezione dedicata a Genova, è arrivato Matteo Viviano, responsabile regionale del Coordinamento Genitori Democratici.
A Genova la situazione sta rapidamente degenerando, si è arrivati a dire che gli studenti che non pagano non avranno la pagella o non potranno andare in gita, e queste specifiche sono diventate assolutamente necessarie: "Nel ricordare che il contributo volontario non è previsto dalla vigente normativa, si precisa che, ferma restando la possibilità di istituirlo autonomamente da parte dei Consigli di Istituto, tale provvedimento, proprio in quanto volontario, non può essere quantificato, trasformandolo in una sorta di balzello, di conseguenza si ritiene illegittimo ogni atto assimilabile come: proposte di rateizzazione dello stesso, richiesta di presentazione dell'Isee per eventuale esenzione dal pagamento e atti affini".
SCUOLA: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE
Non solo: è opportuno ricordare che il contributo scolastico deve essere destinato al Pof, cioè per arricchire il Piano dell'Offerta Formativa mentre in realtà spesso e volentieri i soldi così raccolti vengono destinati all’acquisto del materiale scolastico, dei detersivi o, addirittura, della carta igienica dando vita ad un meccanismo che fa sembrare questa tassa volontaria simile alla retta che viene pagata alle scuole private. Quindi, non solo il versamento in questione non è e non può essere obbligatorio, ma avete tutto il diritto di essere a conoscenza del modo in cui la scuola intende utilizzare questi soldi.
TASSE SCOLASTICHE: LA GUIDA PER NON FARTI FREGARE
La questione, nonostante sia chiara a livello normativo, rimane comunque piuttosto delicata dato che se da un lato molte famiglie paganti non trovano corretto che tutti i ragazzi, senza differenza alcuna, usufruiscano dei fondi così raccolti, dall’altro chi non ha i soldi non può comunque permettersi di elargire tasse facoltative. In mezzo sta la scuola: costretta a chiedere agli studenti di pagare di tasca propria per servizi che purtroppo non è più in grado di elargire gratuitamente.
Qual è la tua storia? Raccontacela nei commenti
Intanto, per saperne di più, ecco per te la guida ai contributi scolastici