Congresso di Vienna e Restaurazione: significato, protagonisti e cosa stabilisce
Indice
1Introduzione al Congresso di Vienna
«L'Europa è in fiamme: dalle ceneri sorgerà un nuovo ordine di cose, o, meglio, l'antico ordine apporterà la felicità ai nuovi regni». Queste parole ha usato il cancelliere austriaco Klemens von Metternich per spiegare cos'è stato il Congresso di Vienna: una conferenza in cui i rappresentanti delle maggiori potenze europee si riunirono per ristabilire l'Ancien régime e le rispettive sfere d'influenza su un'Europa profondamente cambiata dopo l'età napoleonica, dando così il via all'epoca della Restaurazione.
2Congresso di Vienna: cos'è
Il Congresso di Vienna si svolse dal 1º novembre 1814 al 9 giugno del 1815. Dopo la Rivoluzione francese e le Guerre napoleoniche, combattute dal 1803 e terminate con la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815, le quattro nazioni vincitrici, Inghilterra, Russia, Austria e Prussia, tentarono di dare un assetto stabile all'Europa e di ristabilire gli antichi equilibri e poteri.
Tra loro fu ammessa la Francia seppur considerata colpevole e vittima degli avvenimenti, grazie all'abile azione diplomatica di Charles Maurice Talleyrand, ex vescovo e rivoluzionario poi collaboratore di Napoleone e ora ministro degli esteri del re di Francia Luigi XVIII, che si presentò come il difensore dei piccoli Stati e che non chiese nulla per il proprio Paese.
Le discussioni del congresso di Vienna, che non si svolsero mai in sessione plenaria, ma in riunioni informali tra potenze, continuarono malgrado il ritorno di Napoleone dall'esilio sull'Isola d'Elba e la sua riconquista del potere in Francia nel marzo 1815.
L'atto supremo del Congresso di Vienna fu firmato nove giorni prima della disfatta finale di Napoleone nella battaglia di Waterloo, avvenuta il 18 giugno 1815.
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3Principi e decisioni del Congresso di Vienna
Le decisioni prese dal Congresso di Vienna si basarono su due principi:
- Il principio di legittimità in base al quale fu riassegnato il trono a coloro che erano ritenuti i legittimi sovrani e che erano stati deposti durante il periodo napoleonico
- Il principio di equilibrio concepito con lo scopo di non concedere ad alcun Paese la supremazia territoriale in Europa e di equilibrare le forze delle varie potenze europee in modo che nessuna di queste potesse prevalere sulle altre.
Nonostante le buone intenzioni, il principio di legittimità non fu sempre osservato dai diplomatici e dai ministri riuniti a Vienna. Se fu rispettato in Francia - dove venne ripristinata la monarchia e dove fu nominato re Luigi XVIII, il fratello minore del re ghigliottinato, Luigi XVI - altre nazioni non furono altrettanto fortunate: i Polacchi e i Lombardo-Veneti divennero le maggiori vittime della diplomazia europea, che decise di spartire i territori di questi Stati.
Malgrado i tentativi dei diplomatici francesi, la Polonia non fu infatti ripristinata: lo Zar Alessandro I assunse il titolo di re di Polonia e si vide riconoscere la Finlandia, ottenendo un ulteriore rafforzamento della Russia.
L'Austria acquisì invece Venezia e la Lombardia creando il Regno Lombardo-Veneto e assumendo un ruolo preponderante in Italia anche con le annessioni del Granducato di Toscana e dei Ducati di Modena e di Parma.
Per quanto riguarda il principio di equilibrio, in primo luogo il Congresso di Vienna cercò di ripristinare il sistema dei contrappesi tra le potenze, che vedeva la sostanziale equivalenza tra cinque grandi Stati:
- Francia
- Inghilterra
- Austria
- Prussia
- Russia
Con la rivoluzione francese e l'Impero napoleonico, la Francia aveva rotto l'equilibrio, schiacciando Prussia e Austria e minacciando la Russia nel 1812. Bisognava restituire a Prussia e Austria quel che era stato loro tolto, ma senza annientare la Francia, che andava tenuta a bada. Si pensò allora di circondarla con una serie di Stati-cuscinetto, un cordone di sicurezza formato da piccoli Stati in grado di scoraggiare altre eventuali mire espansionistiche.
La Prussia, a cui non venne restituita la sua porzione di Polonia, ottenne un'area della Germania occidentale sulle rive del fiume Reno, attuando una politica di espansione verso ovest.
Il Sacro Romano Impero, la cui fine era stata segnata nel 1806, non fu più ricostituito. Lo sostituì la Confederazione germanica, a cui aderirono una quarantina di Stati con a capo l'imperatore d'Austria: Vienna divenne la capitale del nuovo Impero austriaco.
I Paesi Bassi austriaci tornarono in mano all'Austria e vennero rafforzati in funzione antifrancese. La corona di Spagna tornò a Ferdinando VII di Borbone.
4Solide alleanze tra potenze
Dopo il Congresso di Vienna si pensò di creare solide alleanze e di procedere a frequenti incontri al vertice tra potenze per gestire e prevenire ogni situazione di crisi.
Fautore di questa idea fu Klemens von Metternich, cancelliere d'Austria, che giocò un ruolo fondamentale durante tutto il congresso e che rafforzò il potere dell'Austria anche ai danni dell'Italia, da lui definita «un'espressione geografica».
Nel settembre del 1815 per ribadire e rinsaldare l'ordine ratificato dal Congresso di Vienna venne creata la Santa Alleanza composta da:
- Austria
- Prussia
- Russia
Il patto, oltre a riunire le tre corone custodi dell'assolutismo monarchico, le impegnava a sostenere i precetti della giustizia, della carità cristiana e della pace.
All'alleanza aderirono pian piano tutti i Paesi, tranne:
- L'Inghilterra, che non si riconobbe nelle formulazioni ideologiche e assolutistiche del trattato
- Lo Stato pontificio
- L'Impero ottomano, dominio islamico lontano dalla logica cattolica che guidava l'alleanza
Senza l'Inghilterra il sistema di polizia internazionale nasceva monco. Austria, Prussia e Russia decisero di aderire a una nuova intesa allargata, di cui l'Inghilterra era il perno: la Quadruplice Alleanza.
Al fine di prevenire qualsiasi rivoluzione, la Santa Alleanza introdusse una novità nella diplomazia europea: i Paesi alleati erano autorizzati a intervenire militarmente per mantenere l'ordine ovunque fosse richiesto, interferendo liberamente negli affari di ogni altro Stato, ergendosi a difensori della legittimità e della sacralità del potere.
5Il Congresso di Vienna e un'Europa diversa
Con la Restaurazione l'ordinamento degli Stati ricostituiti venne lasciato ai singoli sovrani.
Furono ristabilite ovunque le monarchie assolute, senza parlamenti o rappresentanze elettive.
Un clima intollerante verso ogni forma di critica e di opposizione politica e religiosa si diffuse in tutta Europa. Per fare in modo che il nuovo assetto pensato dalle potenze vincitrici funzionasse, si cercò di favorire la pace e lo sviluppo economico e sociale, ripristinando i commerci colpiti dalle politiche dei blocchi di Napoleone e affiancando la stabilità economica a quella politica.
La ricomposizione di un comune orizzonte ideologico non fu facile. Il sistema di ritorno all'Antico Regime che le potenze vollero imporre ai popoli europei, oltre a essere antiquato, era stato distrutto dalla Rivoluzione in Francia. Il puro e semplice ripristino dei poteri del passato era impossibile perché con la rivoluzione il principio di legittimità dinastica era stato superato da nella scelta dei propri governanti da quello di volontà popolare.
L'Europa era d'altronde cambiata: le masse popolari avevano fatto parte degli scontri militari attraverso la leva obbligatoria nell'esercito voluta dai Francesi, e avevano partecipato ai confronti politici grazie alla diffusione dei periodici. Le identità nazionali avevano assunto un peso maggiore e accanto al potere dello Stato erano cresciuti il dinamismo economico e le rivendicazioni della società civile.
Dunque il programma del Congresso di Vienna e della Restaurazione in generale, appariva difficilmente realizzabile nella sua interezza. Erano stati troppi i cambiamenti avvenuti nelle istituzioni e nella società, in particolar modo era impossibile dimenticare i mutamenti legati agli ordinamenti giuridici e alle istituzioni politiche. Con Napoleone i cittadini avevano sperimentato il diritto e l'uguaglianza formale tra i cittadini, ma anche un'efficiente organizzazione burocratica e la razionalizzazione dell'economia.
In molti stati la restaurazione fu, quindi, un compromesso tra nuovo e antico, e non un semplice ritorno al vecchio regime.
Il Congresso di Vienna è stato spesso criticato dagli storici per aver ignorato gli impulsi nazionali e liberali e per avere imposto una reazione repressiva in Europa.
Alcuni storici sono arrivati però ad ammirare quanto stabilito nel Congresso di Vienna: le misure prese impedirono un'altra guerra generale in Europa fino allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914.
6Ascolta l'audio lezione sul Congresso di Vienna
Ascolta su Spreaker.7Guarda il video sul Congresso di Vienna
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Domande & Risposte
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Quali Stati presero parte al Congresso di Vienna?
I partecipanti furono le principali potenze europee: Inghilterra, Russia, Austria e Prussia; fu ammessa anche la Francia nonostante venne considerata colpevole e vittima degli avvenimenti.
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Chi rappresentò la Francia al Congresso di Vienna?
Charles Maurice Talleyrand.
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Quando si svolge il Congresso di Vienna?
Dal 1 novembre 1814 al 9 giugno del 1815.
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Quali sono le conseguenze del Congresso di Vienna?
Mutamenti territoriali e l’inizio della Restaurazione.