Concetto di sublime in arte, in letteratura e in filosofia
Spiegazione del concetto di sublime in arte, in letteratura e in filosofia. Significato, esponenti e caratteristiche di questo tipo di esperienza estetica
CONCETTO DI SUBLIME
Il Sublime è un termine designante un tipo di esperienza estetica e distinta, per caratteri che sono oggetto di discussione, da quella del Bello. Bello è ciò che ha forma, ordine, misura, mentre il Sublime non ha forma, è disordine, dismisura, isola e rende sensibile all'Io; la sua originalità veniva rappresentata dal "genio" attraverso la maestosità della Natura, il mistero della notte, sogni pari a incubi.
IL CONCETTO DI SUBLIME PER BURKE
La nozione del Sublime è diventata centrale nell'estetica moderna a partire dal XVII secolo. Il pensatore inglese, Edmond Burke, affermava: "Tutto ciò che può destare idee di dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un certo senso terribile, o che riguarda oggetti terribili, o che agisce in modo analogo al terrore, è una fonte del Sublime... è ciò che produce la più forte emozione che l'anima sia capace di sentire".
Poiché l'estetica tradizionale aveva fondato la nozione di bello su quella di "piacere" estetico, e poiché il sublime non è riconducibile al bello, bisogna ammettere che esso sia connesso ad un sentimento diverso che Burke definisce come un "incontro" che non esclude la pena e l'orrore. Questo incontro coincide con la scoperta, da parte dell'Io, della propria libertà da ogni vincolo naturale e sociale e con il sentimento di infinità che tale scoperta genera.
CONCETTO DI SUBLIME IN LETTERATURA
Il sublime continua fino al Neoclassicismo e fa sì che la bellezza sia un vero e proprio culto. Si sviluppa in tutti i campi, ma nella letteratura e nella pittura trova principalmente il suo sfogo. Sappiamo che il sublime si avvicina alle novelle gotiche, in cui hanno grande rilievo gli scrittori Richardson, Fielding e Mary Shelley. Lo stile gotico si proponeva di ambientare le scene in un passato immaginario, generalmente sostituito con il Medioevo, in paesi lontani e stranieri ad ogni cultura, sconosciuti, e le storie erano arricchite da episodi con orribili omicidi, straordinarie situazioni, eventi soprannaturali, case stregate, castelli infestati da anime sofferenti, prigioni e conventi. Generalmente questi luoghi erano fitti di passaggi segreti, lunghi e scuri corridoi, protetti da impenetrabili foreste e boschi. Naturalmente tutto accadeva nella notte più scura dell'anno, dove si sentivano i lupi ululare e perfino i morti che si agitavano nelle loro tombe, oppure in un giorno strano d'autunno, un autunno spento, stanco.
Possiamo nominare come esempi libri che fanno parte delle "novelle gotiche": "Il castello di Otranto" di Walpole, una storia che si svolge in un castello in cui regna desolata l'anima di un "ucciso ingiustamente" come spiega lo stesso autore. Nel perpetrarsi degli anni questo spirito, ci dice, ancora vaga e vagherà fin quando non troverà la ragione della sua morte. Un altro esempio può essere "Frankenstein" scritto da Mary Shelley, che vuole sottolineare l'errore umano, infatti l'impavido uomo ha osato sfidare la natura ed essa con la sua sublime superiorità lo ha schiacciato. In Italia Foscolo ha tentato di "ricreare" il sublime attraverso "I Sepolcri", Leopardi con il suo pessimismo cosmico, Goethe in Germania ha portato come esempio del dolore umano che fa parte della natura e che da essa deriva, I dolori del giovane Werther.
In Francia, poi, Baudelaire riprende il concetto di bello come "titanismo" e così Wilde.
CONCETTO DI SUBLIME IN ARTE
Nel campo della pittura, esempi di questa sublime bellezza sono: Michael Wutky con la sua "Cascata di Tivoli" che rappresenta la maestosità dell'acqua che si infrange sulle rocce, mentre tre uomini dipingono la sua dimensione. Joseph Wright of Derby con il "Vesuvio in eruzione" ci fa vedere la rabbia della Terra che ribolle nella notte, una notte senza stelle né luna. William Turner con "Il passo del San Gottardo" che riprende dall'alto la caduta a strapiombo di una spaccatura di una montagna incombente.
Nella musica, gli esponenti più importanti sono Vivaldi, che ha messo in evidenza la maestosità della natura l'innalzamento e l'abbassamento dei toni nelle "Quattro stagioni". Wagner nell'Anello del Nibelungo ha esaltato la grandiosità del Sublime ed ultimo, ma non meno importante, Schubert (musicista e compositore del Neoclassicismo).
SUBLIME: SIGNIFICATO FILOSOFICO
Nel campo filosofico ricordiamo: Rousseau, Kant, Schiller, Schopenhauer, Hegel. Rousseau nella "Nouvelle Heloise" descrive due tipi di paesaggio: da una parte c'è una natura tranquilla e soave che suscita il pensiero e il sogno, dall'altra predomina la sua terribile maestosità.
Nella "Critica del giudizio" Kant definì il Sublime come "grandezza assoluta", cioè come "grandezza che è uguale solo a se stessa": da ciò segue che il Sublime non è da cercarsi nelle cose della natura, ma solo nelle nostre idee. Esso è dunque una disposizione dell'animo, risultante da una rappresentazione che, per il solo fatto di essere pensata, "attesta una facoltà dell'animo superiore in ogni misura dei sensi". Tale facoltà è la ragione, il sentimento del sublime è dunque concepibile come l'effetto soggettivo che le idee della ragione producono sull'anima.
Le idee di Kant vennero riprese e sviluppate, in epoche diverse, da Schiller e da Schopenauer, mentre Hegel fece coincidere il Sublime con la caratteristica essenziale dell'arte simbolica, cioè del primo dei tre momenti dello sviluppo dialettico dell'arte: il Sublime è dunque "il tentativo di esprimere l'infinito senza trovare nel regno delle apparenze un oggetto che si presti a quella rappresentazione".
SUBLIME E NEOCLASSICISMO
Nell'estetica e nella critica contemporanee la nozione di Sublime è stata quasi completamente abbandonata. Abbiamo detto che il Sublime è nato qualche anno prima del Neoclassicismo durante il quale si sviluppa. Questo nuovo momento storico è dominato da Napoleone: "l'Empereur", che cercava in tutti i modi di creare un impero vastissimo governato da lui stesso. E' il periodo delle conquiste dei giovani animi infuocati dagli ideali e delle disillusioni che rappresenteranno poi il Romanticismo.
Il Neoclassicismo fu un movimento di reazione alle ampollosità barocche e all'eccessivo razionalismo illuministico. Esso mirava a ripristinare i canoni dell'arte e della letteratura classica greco-romana, rivalutando il gusto dell'irrazionale e il godimento della creatività ispirata da modelli di perfezione.
Ma anche la fase del Neoclassicismo non durò a lungo: accanto al culto del bello c'era bisogno di pervenire all'intensità del pensiero e della riflessione sulla realtà. Gli artisti, i letterati, i poeti si fecero interpreti, di volta in volta, della delusione politica, dell'aspirazione alla libertà, delle rivendicazioni nazionalistiche.
Si avviò così un generale rinnovamento delle coscienze nella ricerca di quei valori che nobilitano il pensiero e la vita dell'uomo: all'esaltazione delle imprese militari e dell'eroismo d'epoca napoleonica si sostituì una più astratta esaltazione della libertà dell'anima e della patria, ed eroe non fu considerato solo chi moriva in battaglia, ma colui che si faceva interprete dei disagi dell'oppressione battendosi per la libertà, magari pagando con l'esilio, con la galera o con la vita la sua testimonianza.