Comunismo di guerra in Russia e nuova politica economica
Indice
- Situazione economica all’indomani della rivoluzione e alla presa di potere dei bolscevichi
- Il comunismo di guerra: cos’è
- Il fallimento del comunismo di guerra
- La Nep: nuova politica economica e differenze rispetto al comunismo di guerra
- Guarda il video su Lenin e la Rivoluzione russa
- Concetti chiave
1Situazione economica all’indomani della rivoluzione e alla presa di potere dei bolscevichi
Nel 1917, all’indomani della rivoluzione d’ottobre, durante la quale i bolscevichi presero il potere a partire dall’assalto della sede del governo provvisorio, il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo, la Russia versava in difficilissime condizioni economiche. La crisi economica trovava le sue radici nella gestione economica portata avanti dallo zar e nella partecipazione alla Prima Guerra Mondiale. Per quanto la Russia si fosse ritirata dal conflitto in seguito alla rivoluzione e alla firma della pace di Brest-Litovsk il 3 marzo 1918, la situazione non riuscì a stabilizzarsi.
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Ebbe infatti inizio una sanguinosa una guerra civile. Tale conflitto lacerava il Paese e vedeva opporsi i bolscevichi, cioè coloro che erano a capo del potere centrale, e le forze controrivoluzionarie, guidate in particolare dalle forze monarchiche, i cosiddetti bianchi, sostenuti dagli stati occidentali. La guerra civile lacerò il Paese per circa due anni e poté dirsi conclusa solo nel 1920.
In questi anni così turbolenti e forieri di cambiamenti epocali, la vita quotidiana della popolazione delle città e delle masse contadine fu particolarmente difficile e, più in generale, l’economia del Paese fu in una situazione estremamente negativa.
Con la rivoluzione e la presa del potere da parte dei bolscevichi la proprietà privata sulla terra era stata cancellata, ma questo decreto, così innovativo per un Paese che fino al 1861 prevedeva la servitù della gleba come istituzione sulla quale si basava lo sfruttamento dei contadini, non riuscì a imprimere un trend positivo all’economia nazionale.
In seguito, le banche furono nazionalizzate, ma anche questa innovazione così radicale non ebbe degli effetti immediati.
2Il comunismo di guerra: cos’è
In tale situazione così complessa a livello politico ed economico, i contadini riuscivano generalmente a produrre esclusivamente ciò di cui avevano bisogno per vivere e ben poco poteva essere destinato agli abitanti delle città che, privi degli approvvigionamenti necessari per sopravvivere, erano ormai ridotti allo stremo. La scarsità dei beni rispetto alle necessità della popolazione si sommava alla difficoltà pratica di gestire gli scambi e di trasportare in città tutto ciò che i cittadini russi necessitavano.
Nel contesto della guerra civile si tornò al baratto, unico modo per sopperire alla diffusione di una moneta ormai totalmente svalutata.
A partire dall’estate del 1918 venne attuata una profonda riorganizzazione dell’economia. Il governo bolscevico, dall’alto, impose una serie di norme. I principali obiettivi di questa politica economica, nota come “comunismo di guerra”, erano indirizzati a:
- aumentare la produzione per rispondere in modo più adeguato al fabbisogno della popolazione;
- provvedere all’approvvigionamento delle città attraverso una ristrutturazione del sistema di distribuzione dei prodotti.
La politica del comunismo di guerra, per rispondere a questi due principali obiettivi, venne attuata attraverso una serie di azioni:
- Le requisizioni forzate. Attraverso questa pratica era fatto obbligo ai contadini di raccogliere e ammassare tutte le eccedenze che i contadini più facoltosi avevano accumulato. Per gestire meglio l’ammasso delle derrate agricole, nel volgere di un anno, si affidò alle principali autorità dei villaggi agricoli il compito di requisire i prodotti con l’obbligo di rispettare una determinata quota di prodotti prestabilita.
- La nazionalizzazione delle industrie. Con questo provvedimento del giugno 1918 lo stato cercò di controllare e organizzare in maniera diretta la produzione industriale. Per incentivare la produzione venne introdotto il cottimo.
- Il controllo del commercio fu affidato allo Stato.
- La distribuzione delle risorse era decisa dall’alto.
- Venne favorita la creazione di due tipologie nuove di aziende agricole: 1) I Kolchoz: aziende collettive. La terra e gli strumenti per coltivare gli appezzamenti dei terreni erano di proprietà del Kolchoz stesso. Era previsto il rispetto di una serie di norme interne per organizzare e gestire il lavoro. 2) I Sovchoz: aziende agricole dello stato.
- Coscrizione obbligatoria del lavoro: dal 1920 venne introdotto l’obbligo del lavoro, divenuto così forzato.
3Il fallimento del comunismo di guerra
Il comunismo di guerra rappresentò la politica economica che venne perseguita in Russia nel contesto della guerra civile e poi fino alla primavera del 1921. Essa non raggiunse gli obiettivi sperati: crebbe l’ostilità dei contadini al regime; il mercato nero si diffuse a macchia d’olio, nonostante fosse duramente perseguito; la produzione industriale e agricola non crebbe per soddisfare il fabbisogno delle campagne e delle città che si impoverirono ulteriormente. Disoccupazione e fame furono i tratti più visibili di questi anni immediatamente successivi alla rivoluzione. Il comunismo di guerra fu però utile per continuare a sostenere l’esercito rivoluzionario nella sua lotta contro le forze dei Bianchi.
4La Nep: nuova politica economica e differenze rispetto al comunismo di guerra
Nel corso del 1921 le strategie economiche messe in atto fino ad allora furono messe profondamente in discussione. Lenin, nel corso del Decimo Congresso del Partito comunista russo, decise di varare la Nep, la nuova politica economica. Tale cambio di rotta fece seguito all’evidenza del fallimento del comunismo di guerra, progetto politico ed economico che non era riuscito a far uscire la popolazione dallo stato di estrema indigenza.
Parimenti, a imprimere la necessità di una svolta radicale in politica economica intervennero una serie di eventi:
- Vi fu una protesta contadina contro le politiche del comunismo di guerra a Tambov, una città della Russia sud-occidentale.
- Ai primi di marzo del 1921 scoppiò una ribellione tra i marinai della base navale di Kronštadt, nei pressi della città di San Pietroburgo. Proprio i marinai erano stati protagonisti fondamentali del successo della rivoluzione di ottobre del 1917. Nel 1921, però, espressero il loro dissenso al regime. Essi chiedevano maggiori libertà, più diritti e l’interruzione immediata della prassi delle requisizioni, particolarmente invisa ai contadini e alle popolazioni delle campagne. La rivolta fu duramente repressa nel sangue.
- Le campagne della Russia e dell’Ucraina, nel corso della primavera e dell’estate del 1921 furono segnate da una carestia gravissima. Milioni furono i contadini che morirono per stenti in questa circostanza.
La povertà, la fame e l’espressione del dissenso portarono alla decisione di invertire la rotta fino allora seguita. La Nep inaugurò una nuova fase, durata dal 1921 al 1928, nella politica economica russa. Per migliorare la produzione nelle campagne e permettere un più facile ed efficace afflusso di beni di prima necessità e di consumo nelle città vennero varati alcuni provvedimenti.
Tra le misure adottate possono essere annoverate:
- La fine delle requisizioni forzate.
- I contadini dovevano consegnare allo stato una quota dei prodotti, ma potevano vendere le eccedenze e gestire in modo più autonomo le loro aziende.
- Il commercio venne liberalizzato.
- L’industria leggera volta alla produzione dei beni di consumo venne fortemente sostenuta.
- Lo Stato mantenne il diretto controllo e la gestione solo delle maggiori industrie e delle banche.
La Nep ebbe numerose conseguenze. Si ebbe una ripresa dell’economia, ma le condizioni di vita della maggior parte della popolazione non migliorano in modo particolarmente evidente. In campagna si affermarono i kulaki, i contadini benestanti che detenevano il maggiore controllo sulle proprietà agricole. Con gli investimenti massicci nell’industria pesante a detrimento del mondo agricolo, si profilarono nuove tensioni tra regime e mondo delle campagne.
Alla Nep, abbandonata nel 1928, seguì l’avvio di una economia strutturata sui piani quinquennali.
5Guarda il video su Lenin e la Rivoluzione russa
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Domande & Risposte
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Cos'è la NEP?
E' la Nuova politica economica, ovvero un sistema economico misto attuato dai bolscevichi a partire dal 1921 che liberalizzò il commercio dei prodotti agricoli, artigianali ed industriali.
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Cosa sono i piani quinquennali?
E' un meccanismo di politica economica utilizzato nei paesi socialisti in cui l'economia è in larga parte gestita dallo Stato.
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In quale periodo fu istituita la NEP?
Dal 1921 al 1928, quando si passò ad una economia socialista pianificata.