La comunicazione non verbale

Non si comunica solo con la voce ma anche con gesti che spesso non ci si accorge neanche di fare. Conoscerla e saperla gestire equivale a migliorare il proprio modo di porsi e di comunicare

La comunicazione non verbale

Cos'è la comunicazione non verbale?

Comunicazione non verbale: gli errori da non fare
Fonte: istock

Spesso accade che parlando durante un colloquio di lavoro, un’interrogazione, un esame all'università o semplicemente con un amico, il nostro corpo, i movimenti che facciamo, gli atteggiamenti che abbiamo, rivelino qualcosa che in realtà vogliamo tacere a chi ci sta davanti. Ad esempio durante un colloquio vorremmo trasmettere sicurezza e self control ma ci tocchiamo nervosamente la gola.

Cosa significa questo? Il gesto di toccarsi la gola trasmette un segnale di angoscia, quindi andrebbe evitato, sempre e comunque! Cosa ci è successo? Siamo stati traditi dalla nostra parte più emotiva: c’è un evidente contrasto tra la comunicazione verbale – ovvero quello che si sta dicendo a voce - e la comunicazione non verbale - quello che il nostro corpo concretamente esprime.

Comunicazione non verbale: esempi

Imparare a rendere coerente la comunicazione verbale e quella non verbale permette di essere più persuasivi e chiari migliorando i rapporti interpersonali.
Infatti le posizioni del corpo, i segni e i gesti che l'individuo esprime durante un pensiero, durante un dialogo o altre forme di interazione non sono casuali ma correlati ai suoi stati emotivi. Il toccarsi in determinate zone del viso, accarezzarsi le labbra, toccare gli oggetti in un certo modo sono gesti che permettono all'esperto della comunicazione non verbale di decodificare il linguaggio del corpo attraverso il quale sta parlando la sfera inconscia. Se siete ad un colloquio di lavoro, ad esempio, un gesto di cui non vi rendete neanche conto potrebbe tradire la vostra insicurezza anche se state andando benissimo e vi sembra di rispondere ottimamente a tutto. E' importante conoscere il linguaggio non verbale perchè questo permette di migliorare moltissimo le proprie relazioni sia professionali che private
Quali sono i canali di comunicazione non verbali?

  • Il volto;
  • il contatto visivo;
  • lo sguardo;
  • la gestione dello spazio personale (non “sbracatevi” mai sulla scrivania del vostro interlocutore!);

Comunicazione non verbale: gesti e significato

  • Toccarsi il naso: strofinare la parte inferiore del naso (sotto le narici) con il dorso della mano significa rifiuto. Sfregare la parte esterna significa tensione emotiva, coinvolgimento.
  • Toccarsi la gola: la zona della gola è legata all'angoscia; quindi se non si vuole trasmettere questo stato d'animo al proprio interlocutore bisogna evitare di giocherellare con catenine, sistemare cravatte o colletti o grattarsi questa zona.
  • Rosicchiarsi le unghie: è un gesto che scarica la tensione di chi lo compie. Osservarsi le unghie, invece, è un'azione legata al senso del giudizio.
  • Toccarsi le labbra:è un segnale di gradimento. Qualora si stia parlando con un amico o un'amica anche in questo caso ci saranno degli atteggiamenti dell'altra persona che ci faranno capire cosa pensa di noi, se è disponibile oppure no, se è attratta da chi le sta difronte oppure no. Sono segnali di gradimento gli avanzamenti del corpo, il mordicchiarsi le labbra, accarezzarsi i capelli, gambe e braccia non incrociate. Viceversa, sono gesti di rifiuto sfregarsi il naso con il dorso della mano, indietreggiare con il corpo, incrociare gambe e braccia.
  • Portare l’indice ed il medio appaiati sulla guancia o davanti alle labbra: attenzione, riflessione.
  • Accavallare le gambe ed intrecciare le dita delle mani attorno ad un ginocchio: atteggiamento caratteristico di chi è solito prendere le proprie decisioni con calma.
  • Alzata di spalle, palme delle mani: debolezza passiva, manifestazione di resa.
  • Togliere e mettere frequentemente gli occhiali: in un miope è indizio di ricorrente desiderio di non vedere, di non accettare una cosa ovvero un avvenimento di qualsivoglia genere.
  • Aggiustarsi frequentemente il nodo della cravatta o i risvolti della giacca: questa gestualità suggerisce l’esistenza di un complesso di inferiorità (paura di non essere perfettamente a posto). Nei rapporti con l’altro sesso accompagna di norma un qualche tentativo di adescamento; anche un venditore può – più o meno meno inconsciamente - tentare di adescare un cliente di sesso opposto.
  • Toccarsi la cravatta o tirarla verso l’esterno serve anche scaricare (o a suggerire) la propria eccitazione. E’ anche l’equivalente dell’ esibizione fallica molto frequente fra i primati.

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