Come si usa la punteggiatura nel discorso diretto
Come si usa la punteggiatura nel discorso diretto: ecco la guida che ti illustra le regole per inserirla bene nei dialoghi e nei monologhi, con alcuni esempi
Indice
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Introduzione
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I verbi nel discorso diretto
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L'uso delle virgolette in un articolo di giornale
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Le virgolette nel discorso diretto
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L'uso dell'inciso nel discorso diretto
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Quando le virgolette non bastano
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L'uso della punteggiatura nel monologo
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Un aiuto extra per il tuo studio
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Consigli
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Altri contenuti sulla punteggiatura
Introduzione
Una delle tecniche narrative più frequentate si sostanzia sulla celebre espressione di matrice angolosassone "show, don't tell" (mostra, non raccontare). È attraverso il dialogo che lo scrittore può mostrare vividamente l'azione. In particolare, adoperando il discorso diretto, che è il modo con il quale riporta una conversazione orale, parola per parola. E d'altro canto a restare più impresse nella memoria dei lettori sono le frasi pronunciate dai protagonisti. A entrare nelle citazioni da ricordare sono le voci dei protagonisti a cui dà corpo la penna della scrittore quando inserisce nel testo il discorso diretto.
Nel discorso indiretto, invece, lo scrivente riporta le parole del personaggio in forma libera.
Questa guida illustra che tipo di punteggiatura usare e come inserirla all'interno del testo. Come adattare la frase nel caso si debbano inserire degli incisi che spieghino ulteriormente l'azione. E infine come adattare la punteggiatura nel caso di monologhi.
I verbi nel discorso diretto
Solitamente il discorso diretto è introdotto dai verbi dichiarativi (dire, affermare, dichiarare, chiedere, eccetera) cui seguono, nell'ordine, i due punti, lo spazio e un segno a scelta tra: le virgolette alte ("..."), i caporali o virgolette basse («...»), i trattini lunghi (–...–). All'interno di questi segni diacritici sono racchiusi gli enunciati del discorso diretto.
Diciamo subito che tra virgolette alte e virgolette basse sono generalmente consigliate le seconde in modo tale da tenere libere quelle alte per segnalare una citazione interna al discorso diretto.
L'uso delle virgolette in un articolo di giornale
Oltre al genere letterario, un altro contesto in cui l'uso del virgolettato correlato ad un discorso diretto è quello dell'articolo di giornale. In questo ambito il tema si pone sia per l'intervista che per l'articolo in cui si ricorre alla citazione.
Affrontando brevemente il tema nel contesto dell'intervista dove il virgolettato è rimesso a quel tipo di articoli dove appare chiara la distinzione fra domanda e risposta e in cui il ricorso alle virgolette è quello ai classici caporali («...»).
Il tema appare più rilevante e di delicatezza non trascurabile si pone nel caso in cui l'autore riporti frasi attribuite ad altri. Come noto l'uso del virgolettato in questi casi può fare la differenza e l'uso delle virgolette diventa una questione non solo di carattere grafico ma di sostanza giornalistica. Le virgolette, infatti, diventano il discrimine fra una smentita e una conferma. Fra reazioni infuocate o imbarazzati silenzi.
Le virgolette nel discorso diretto
Parto dai dialoghi segnalati dalle virgolette alte (quelle basse fanno uso delle stesse regole). Se scrivete un periodo formato dal solo discorso diretto la punteggiatura va all'interno del dialogo, come nell'esempio: "Vado e torno."
Se il dialogo è introdotto da un verbo dichiarativo, allora il punto non va infilato nel dialogo: Mi ha detto: "Vado e torno".
Ma le cose cambiano con il punto interrogativo, il punto esclamativo e i puntini di sospensione, dopo i quali sparisce il punto della frase dichiarativa: Mi ha detto: "Vado e torno?".
All'interno di periodi più articolati, la virgola va inserita quando non c'è nessun segno di punteggiatura prima delle virgolette: Mi ha detto: "Vado e torno", ed è volato via.
La virgola scompare se all'interno dell'enunciato c'è un segno di interpunzione: Mi ha detto: "Vado e torno?" ed è volato via.
L'uso dell'inciso nel discorso diretto
Le cose si complicano un poco quando il dialogo viene diviso da un inciso, come nell'esempio: "Esco", disse, "in cerca di pane." Qui il punto del dialogo va infilato nelle virgolette, mentre le virgole dell'inciso restano fuori dal dialogo.
Nel caso in cui la virgola riguardi il dialogo, allora andrebbe collocata dentro le virgolette: "Esco," disse, "in cerca di pane."
Mi spiego: è il personaggio che fa una pausa mentre parla. E così funziona con gli altri segni di interpunzione, per esempio con il punto interrogativo:
- "Esco?" disse, "in cerca di pane?"
- "Esco?" disse, "in cerca di pane."
- "Esco?" disse, "in cerca di pane...".
Quando le virgolette non bastano
Le regole cambiano con il trattino lungo, che va posizionato sempre all'inizio di ogni enunciato.
- Esempio: – Vado e torno.
Il dialogo si chiude con un altro trattino soltanto nel caso in cui il testo continua oppure in caso d'inciso. E la virgola, in questo caso, va inserita all'interno del discorso diretto.
- Esempio: – Vado e torno, - disse.
Se il testo continua dopo il dialogo, allora il punto va inserito dopo il trattino conclusivo.
- Esempio: – Esco, – disse, – in cerca di pane –. Inforcò la bici e s'involò.
L'uso della punteggiatura nel monologo
In caso di lunghi monologhi, cioè quando aprite delle virgolette che andranno chiuse parecchie righe più sotto, potreste far uso di una tecnica narrativa diffusa: spezzate (tutte le volte che volete, ma opportunamente) il monologo andando a capo senza chiudere le virgolette, e riapritele all'inizio del paragrafo successivo.
Le virgolette conclusive andranno inserite soltanto una volta, cioè alla fine del monologo. In alternativa, potreste andare a capo senza riaprirle, ma creando soltanto il rientro di riga in apertura di paragrafo. Le chiuderete a monologo terminato.
Un aiuto extra per il tuo studio
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Consigli
Non dimenticare mai:
- L'uso corretto della punteggiatura rende la lettura scorrevole, comprensibile e piacevole.
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