Come gestire le emozioni negative: ecco perché evitarle ci fa stare peggio
La psicologa Disparti spiega perché evitare le emozioni negative ci fa stare peggio. L'approccio efficace per prevenire il disagio psicologico
Indice
Lo stigma delle emozioni negative
L’evitamento delle emozioni è la conseguenza dell’intolleranza alla sofferenza e al disagio che costituiscono una delle componenti principali dell’aumento di problematiche e talvolta di disturbi psicologici soprattutto tra i più giovani.
Nel linguaggio comune è cosa diffusa distinguere le emozioni in positive e negative, in base al grado di piacevolezza che comportano. Questo etichettamento porta però ad un grande fraintendimento: si è infatti indotti a pensare che quelle che vengono etichettate come emozioni negative, quali rabbia, tristezza, paura, ansia, siano emozioni dannose e sbagliate. Questo stigma nasce dalle generazioni precedenti per le quali provare e manifestare queste emozioni ha sempre rappresentato un segno di debolezza e inadeguatezza. Il messaggio tramandato è quindi stigmatizzante rispetto a questa gamma emotiva, che ha portato ad una mancanza di consapevolezza emozionale, e quindi all’assenza di strategie volte a gestire questi vissuti. Tutto ciò ha generato una collettiva intolleranza rispetto alla sofferenza. Non si è più consapevoli della necessità di star male, di tanto in tanto, né della natura provvisoria delle emozioni stesse. La tendenza attuale è perciò quella di evitare il più possibile emozioni spiacevoli, e di lasciarsi andare completamente ad esse quando arrivano in modo disperato e del tutto disfunzionale.
Il circolo vizioso dell'evitamento e le sue conseguenze
L’evitamento, in termini psicologici, rappresenta una strategia disfunzionale di gestione dell’ansia e della paura. Come visto sopra, queste emozioni, non solo sono etichettate come negative, ma possono presentarsi anche rispetto ad altre emozioni spiacevoli ed in generale rispetto alla sofferenza. Tutto ciò genera una modalità di evitamento di tutta quella gamma di emozioni viste come negative. Non ci si concede più di provare sofferenza o disagio, non lo si accetta e lo si giudica sbagliato e sinonimo di debolezza.
Questo tipo di atteggiamento fa si che, non facendo esperienza di quelle emozioni, non si possa imparare a conoscerle e ad apprendere le strategie necessarie per gestirle. Così facendo le si rende ancora più spaventose e oggetto di evitamento, innescando così un circolo vizioso.
Questa strategia risulta altamente disfunzionale per due motivi:
- Il tentativo di evitare ogni situazione che possa generare emozioni negative allontana l’individuo da tantissime esperienze di vita, anche quelle che non necessariamente risulterebbero fonte di sofferenza; non essendo disposti a correre il rischio non ci si mette in gioco, limitando così la vita quotidiana, la socialità e la possibilità di raggiungere i propri obiettivi.
- Quando evitare non è più possibile o quando l’evitamento diventa esso stesso fonte di sofferenza, si è completamente impreparati a gestire e a accettare le emozioni negative che ne conseguono con il rischio di abbandonarsi ad esse andando così incontro a veri e propri disturbi psicologici.
Evitare l'evitamento: l'approccio efficace per prevenire il disagio psicologico
Il comportamento evitante, rispetto a situazioni ed emozioni, quando messo in atto in modo ripetitivo, frequente e con scarsa flessibilità, diventa quindi non solo un fattore di rischio per l’insorgere di disagio psicologico e di psicopatologia, ma anche un forte fattore di mantenimento del disagio stesso.
È chiaro quindi che in situazioni di questo tipo, in cui la sofferenza generata è alta, è necessario affidarsi al supporto e alla cura da parte di un professionista della salute mentale.
È possibile però tenere a mente alcuni consigli e pratiche funzionali ai fini di prevenire l’irrigidirsi di queste modalità disfunzionali, che si basano sul principio dell’evitamento dell’evitamento stesso. Tra questi si possono individuare:
- monitoraggio di pensieri, emozioni e comportamenti per costruire la consapevolezza dei propri meccanismi e saper riconoscere quando si mette in atto l’evitamento per poterlo prevenire
- psicoeducazione rispetto ai contenuti emotivi, per saper riconoscere e gestire le emozioni ma soprattutto per conoscerne funzioni e significati così da non etichettarle come sbagliate e da evitare, ma imparare anzi ad accoglierle e accettarle in quanto parte dell’esperienza umana
- utilizzare la curiosità e la spinta esplorativa per avvicinarsi alle esperienze e alle emozioni temute per poterle conoscere meglio e apprenderne le modalità di gestione, lasciando in secondo piano il giudizio
La chiave è quindi la consapevolezza, in particolare rispetto al fatto che il benessere generato dall’evitamento è solo illusorio e provvisorio e non porta realmente alla risoluzione del problema, bensì mantiene la persona incastrata nel suo circolo vizioso.
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