Come si diventa professore universitario: step, stipendio e carriera

Quali sono gli step per diventare un professore universitario? La laurea non basta. Ecco cosa sapere su carriera e stipendio

Come si diventa professore universitario: step, stipendio e carriera
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Guida completa per diventare professore universitario

Come diventare professore universitario
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Fare carriera nel mondo scolastico vuol dire passare attraverso vari step, che sono fondamentali per sbloccare, in pratica, nuove posizioni potenziali. Una delle domande più frequenti tra i giovani che sognano di insegnare è: come si diventa professore universitario. Di seguito lo spieghiamo nel dettaglio, accompagnandovi nel percorso.

Le figure professionali della carriera accademica

È importante avere un quadro d’insieme ben chiaro, quando si parla del mondo dell’insegnamento, soprattutto in certi ambiti. Prendere in considerazione una carriera accademica vuol dire anche ritrovarsi dinanzi a svariate figure professionali potenziali.

Prima di cimentarsi con quello che è il processo di reclutamento, così come il percorso formativo, ecco l’insieme delle figure che operano nel mondo della didattica e della ricerca:

  • Professore di fascia I;
  • Professore di fascia II;
  • Ricercatore con contratto a tempo indeterminato;
  • Assistente universitario;
  • Ricercatore con contratto a tempo determinato, al termine del quale si può accedere alla posizione di professore di fascia II;
  • Ricercatore con contratto a tempo determinati, rinnovabile per 2 anni oltre i 3 previsti;
  • Assegnista di ricerca con contratti individuali, della durata minima di un anno e massima di tre.

Percorso di studi per diventare professore universitario

Ha poca rilevanza, in termini assoluti, quelli che sono stati gli studi condotti alle scuole superiori. È sempre possibile cambiare idea e indirizzarsi verso una facoltà universitaria alquanto differente dal proprio liceo di provenienza.

È bene esserne consci e non lasciarsi spaventare. La strada non è tracciata e per questo ci concentriamo sui percorsi di laurea, nel discorso più ampio su come diventare professore universitario. È questo ciò che ha maggior rilevanza.

Il primo step da completare, senza alcun dubbio, è il conseguimento di una laurea triennale. Per poter ottenere una cattedra universitaria, però, ciò non può bastare. Occorre infatti conseguire necessariamente anche una laurea magistrale.

Non si ha bisogno di una guida per scegliere la migliore facoltà del caso. Il famoso “pezzo di carta” è identico ma il corso di laurea prescelto avrà ovviamente un peso su quella che sarà l’area disciplinare di insegnamento. È questo il vero crocevia per la carriera di un futuro professore universitario. Al netto del fatto che si possa cambiare facoltà col tempo e anche prendere una seconda laurea in futuro.

È però innegabile che quell’iniziale iscrizione vada a indirizzarsi verso l’oggetto della propria ambizione professionale. Non c’è purtroppo un passaggio diretto dalla laurea magistrale alla cattedra di professione universitario. Non è così che funziona il sistema. Esiste infatti un percorso di formazione post-laurea:

  • Si deve accedere a un dottorato di ricerca. Si tratta del terzo ciclo della formazione superiore. L’ammissione è subordinata al superamento di un concorso;
  • Il dottorato di ricerca ha una durata minima di tre anni e massima di cinque;
  • Durante il dottorato, il soggetto dovrà preparare una tesi di ricerca;
  • In seguito al dottorato, occorre partecipare a un concorso da ricercatore, indetto dalle singole università.

I concorsi universitari

Abbiamo descritto nel dettaglio un percorso per diventare professore universitario.

In alternativa però è possibile ottenere un assegno di ricerca, che è connesso ai bandi pubblicati dalle università. Una chance riservata unicamente ai possessori di laurea magistrale o dottorato di ricerca. Un vero e proprio ruolo intermedio, in pratica, che permette di introdursi nell’ambiente accademico, aiutando il professore che ha indetto il bando. In questo caso il minimo del contratto è di un anno e il massimo è di sei.

Prima di passare alle procedure dei concorsi, ecco un sunto di quanto richiesto per I e II fascia:

  • Un professore universitario associato appartiene alla seconda fascia. Per tale ruolo è richiesto il superamento di un concorso pubblico. Si ha l’obbligo di insegnare dalle 250 alle 350 ore all’anno;
  • Un professore universitario ordinario appartiene alla prima fascia. Per tale ruolo è richiesto il superamento di un ulteriore concorso pubblico, svolgendo poi 350 ore annuali di insegnamento.

Passiamo infine ai concorsi, analizzati nel dettaglio attraverso le loro procedute. A organizzarli sono le singole università locali, che richiedono un requisito minimo per poter ammettere i candidati: possesso dell’Abilitazione Scientifica Nazionale. Questa è gestita direttamente dal Ministero.

È bene sapere come la cadenza dei concorsi è di fatto senza soluzione di continuità. Possono svolgersi, dunque, in tutti i mesi dell’anno. In passato era invece a cadenza annuale. Di seguito le procedure di reclutamento, come indicate dal MIUR:

  • Professori di I e II fascia – Attraverso procedure pubbliche, così come procedute riservate a chi è già in servizio presso l’ateneo in questione. In ultima istanza abbiamo le procedure per la chiamata come professore di II fascia. Ciò è riservato ai titolari di contratti da ricercatore e in possesso dell’Abilitazione Scientifica Nazionale già citata;
  • Ricercatori a tempo determinato – Contratti triennali riservatori ai soggetti in possesso di un titolo di dottore di ricerca. Il tutto prorogabile per soli ulteriori due anni, previa valutazione;
  • Ricercatori a tempo indeterminato – Ammessi soltanto concorsi per trasferimento tra sedi.

Lo stipendio di un professore universitario

Una volta esplicato nel dettaglio il percorso per diventare un professore universitario, è tempo di capire quale sia lo stipendio medio per tale figura. Occorre precisare, purtroppo, come la tendenza sia al ribasso rispetto a quanto garantito all’estero. Altra differenza è data inoltre dalla varietà di contratti che regolano le condizioni di lavoro:

  • Contratto di professore ordinario;
  • Contratto di professore associato;
  • Contratto di ricercatore;
  • Contratto di professore straordinario;
  • Assegnista di ricerca;
  • Assistente del professore.

Tenendo conto dei vari ruoli e contratti, è dunque necessario fare dei distinguo. Un docente titolare di cattedra vanta uno stipendio medio tra i 3.300 e i 4.000 euro netti al mese. È bene sapere come per un professore ordinario il minimo salariale preveda circa 27.000 euro lordi annui, per arrivare a un massimo di 80.000 euro di RAL. Sono previsti scatti di anzianità, che avvengono ogni 3 anni, con aumento del 12% per i primi 12 anni, del 6% dopo 16 anni e del 2,5% dopo 28 anni di carriera.

Un professore associato guadagna, in media, tra i 2.200 e i 2.700 euro netti al mese.

Gli scatti di anzianità possono spingere le sue entrate fino a 4.000 euro netti mensili. Un professore a contratto vanta invece entrate tra i 1.200 e i 1.800 euro netti al mese. Ciò è calcolato sulla base di una tariffazione media di 40-60 euro all’ora, sessioni di esami escluse.

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