Indice
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Come diventare giornalista: tutto quello che devi sapere
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I requisiti fondamentali per diventare giornalista
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Diventare giornalista: quando serve la laurea?
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Come funziona il tirocinio per diventare giornalista?
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Esame di Stato per diventare giornalista
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Prova di idoneità professionale: in cosa consiste l’esame di Stato?
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Quanto costa diventare (e restare) giornalista?
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Come diventare giornalista: tutto quello che devi sapere
Sogni di diventare giornalista e mettere la tua firma sotto ad alcune delle notizie che fanno il giro del Paese all’interno dei quotidiani, delle riviste o dei giornali? Se hai deciso, o comunque stai valutando di intraprendere una carriera in tal senso, dovrai seguire un iter molto preciso.
Naturalmente con l’avvento di Internet il concetto stesso di giornalismo e di diffusione delle notizie è cambiato molto, arrivando a trasformarsi quasi completamente in un universo di possibilità d’espressione e di opinione.
Ecco l’iter che devi seguire se vuoi rincorrere il tuo sogno di diventare giornalista, dal percorso di studi passando per l’esame di Stato e il tirocinio.
I requisiti fondamentali per diventare giornalista
I requisiti fondamentali per diventare giornalista sono pochi, ma indispensabili. Innanzitutto, devi essere in possesso dei tuoi diritti civili e politici. Che cosa significa? Significa richiedere un documento, presso il Ministero della Giustizia, con il quale si attesta che contro il richiedente non siano stati emessi provvedimenti di interdizione, inabilitazione o fallimento, né siano in corso procedure aventi lo stesso oggetto.
Il secondo requisito è il diploma di scuola secondaria di secondo grado, ovvero delle scuole superiori. Questo requisito, in futuro, potrebbe cambiare: nel luglio del 2023 il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha approvato un progetto di riforma che punta a modificare i criteri d’accesso alla professione, introducendo un requisito minimo di una laurea di primo livello.
Al momento, dunque, non è necessaria una laurea per diventare giornalisti. Tuttavia questo non significa che essa non sia utile ad ampliare i propri sbocchi di lavoro in futuro o a migliorare le proprie competenze e conoscenze nel settore.
A questo punto, il candidato deve:
- Svolgere un tirocinio obbligatorio di 18 mesi o un praticantato presso una testata giornalistica registrata
- Superare l’esame di Stato
Diventare giornalista: quando serve la laurea?
Come abbiamo già detto, la laurea non è richiesta per diventare giornalista. Essere in possesso di un diploma di laurea diventa necessario solo nel caso in cui si vogliano frequentare dei corsi di giornalismo nelle scuole riconosciute dall’OdG (Ordine dei Giornalisti) e che vanno a sostituire il periodo di praticantato che vedremo più avanti nell’articolo. In questo caso, vale ogni tipo di laurea anche se può avere senso seguire i Corsi di Laurea in Giornalismo e Comunicazione.
In ogni caso, allo stato attuale delle cose, non serve una laurea in giornalismo, né un’altra laurea qualsiasi, per entrare nell’ordine.
Un giornalista professionista non deve solo conoscere la teoria dietro all’informazione, o la pratica dietro al giornalismo, ma anche il mondo che lo circonda: la capacità di assimilare informazioni in ambito multidisciplinare, dunque, giocherà sempre a suo vantaggio in tutti gli ambiti della professione. Insomma: un giornalista dovrebbe mantenersi informato, continuare la formazione e tenere in alta considerazione la capacità di adattarsi alle innovazioni tecnologiche e ai mutamenti culturali, perché è proprio attraverso essi che il giornalista riesce a lavorare.
Come funziona il tirocinio per diventare giornalista?
Diventare giornalista significa, tra gli altri requisiti, completare il tirocinio, che viene anche chiamato praticantato.
Esso può essere sostituito a un corso nelle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine, a patto che si abbia conseguito almeno un diploma di laurea di primo livello (triennale). Questo corso avrà una durata di due anni.
Il praticantato ha una durata di 18 mesi e dev’essere svolto presso una testata giornalistica riconosciuta e registrata. Per essere considerata valida ai fini di soddisfare il requisito di tirocinio, la testata giornalistica deve includere almeno 3 giornalisti professionisti (e non pubblicisti), di cui almeno uno assunto attraverso il CCNL, ovvero il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Chi desidera fare del giornalista una professione a tempo pieno deve inoltre frequentare un corso di formazione, anche in via telematica, della durata minima di 45 ore che viene solitamente promosso dal Consiglio Nazionale o dai Consigli Regionali dell’ordine.
Esame di Stato per diventare giornalista
Una volta terminato il tirocinio per poter diventare giornalisti è obbligatorio, entro 3 anni, sottoporsi all’esame di Stato. Lasciando passare tre anni dal momento dell’iscrizione al registro dei praticanti, occorrerà ricominciare da capo l’iter, ripetendo il tirocinio.
L’esame di idoneità professionale, o esame di Stato, consiste in una prova scritta e orale di tecnica e pratica del giornalismo, integrata dalla conoscenza delle norme giuridiche che hanno attinenza con la materia del giornalismo.
L’esame dovrà essere sostenuto a Roma, davanti a una Commissione composta da sette membri di cui cinque nominati dal Consiglio Nazionale dell’Ordine fra i giornalisti professionisti iscritti da non meno di 10 anni. Gli altri due membri verranno invece nominati dalla Corte d’Appello di Roma e saranno scelti uno tra i magistrati di tribunale e l’altro tra i magistrati d’appello. L’ultima figura nominata sarà anche il Presidente della Commissione d’Esame.
Gli esami si tengono due volte l’anno e le modalità di svolgimento possono cambiare in base alle modifiche del regolamento.
Prova di idoneità professionale: in cosa consiste l’esame di Stato?
Come citato dal sito dell’Ordine dei Giornalisti, la prova scritta, prevista dall’art. 32 comma 1, prevede:
- Lo svolgimento di una prova di sintesi di un articolo o di un altro testo scelto dal candidato tra quelli forniti dalla commissione in un massimo di 30 righe da 60 caratteri ciascuna, per un totale di 1800 caratteri;
- Lo svolgimento di una prova di attualità e di cultura politico-economico-sociale sull’esercizio della professione. La prova consiste in una serie di domande aperte a cui si dovrà rispondere per iscritto.
- Redazione di un articolo di attualità a scelta del candidato (i temi variano tra: interni, esterni, economia-sindacato, cronaca, sport, cultura/spettacolo). Può essere fornita documentazione a sostegno della redazione del testo. L’articolo non deve superare le 45 righe da 60 caratteri, per un totale di 2.700 caratteri spazi compresi.
La prova orale invece è un colloquio in cui si accerta la conoscenza dei principi dell’etica professionale e delle norme giuridiche che riguardano il giornalismo. Essa riguarda anche le tecniche inerenti all’esercizio della professione.
In questa prova saranno discussi:
- Storia del giornalismo
- Sociologia e psicologia dell’opinione pubblica
- Tecnica e pratica del giornalismo
- Norme giuridiche attinenti al giornalismo
- Etica professionale
- Media nel sistema economico italiano
La discussione di un argomento di attualità a libera scelta del candidato nel settore della “politica interna, della politica estera, dell’economia, del costume, dell’arte, dello spettacolo, dello sport, della moda o in qualsiasi altro campo specifico nel quale si abbia acquisita una particolare conoscenza professionale durante il praticantato”.
Entro 10 giorni dallo svolgimento della prova, il Consiglio nazionale dell’Ordine divulgherà l’elenco dei candidati dichiarati idonei.
Sul sito dell’OdG troverai anche le prove scritte delle precedenti sessioni.
Quanto costa diventare (e restare) giornalista?
Per diventare giornalista, come abbiamo accennato, occorre seguire un iter che prevede la presentazione della domanda all'Ordine dei Giornalisti. Il percorso burocratico, comprensivo di bollo, invio della documentazione e di tasse di segreteria per sostenere l'esame è di circa 500 euro.
In più ogni anno i giornalisti, sia quelli iscritti all'albo dei professionisti che quelli iscritti all'albo dei pubblicisti, devono pagare una quota associativa al proprio ordine regionale, quota che può andare dai 100 ai 500 euro. Sono inoltre da contemplare i costi di eventuali corsi di aggiornamento (da 50 a 500 euro in base al numero di crediti formativi).