Come costruire i verba dicendi, existimandi, iubendi e impediendi

I verba dicendi, existimandi, iubendi e impediendi: come si usano e come costruire nel modo corretto questi verbi in latino e frasi di esempio

Come costruire i verba dicendi, existimandi, iubendi e impediendi
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Introduzione

Come costruire i verba dicendi, existimandi, iubendi e impediendi
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La lingua latina ha tante sfumature e forme particolari; in questa guida cercheremo di spiegare in modo semplice e chiaro come utilizzare in maniera corretta i verba dicendi (cioè del dire), existimandi (del credere), iubendi (del comandare) ed impediendi (del vietare) e come costruire senza incorrere in errori grammaticali le frasi che li contengono.

Vediamo di seguito quali sono questi verbi e quali sono i modi per costruirli.

Esempi di verba dicendi, existimandi, iubendi e impediendi

I verbi più comuni e utilizzati appartenenti alle categorie in questione sono i seguenti: verba dicendi: dicor = si dice, declaror = si dichiara, narror = si narra; verba existimandi: existimor = si stima, opinor = si crede, putor = si pensa; verba iubendi: iubeor = si comanda; verba impediendi: vetor = si vieta, prohibeor = si proibisce.

I verba dicendi, sentiendi ed existimandi presentano due costruzioni: una personale nel presente e nei tempi da esso derivati ed una impersonale.

Esistono, inoltre, anche i verba sentiendi, che possono essere considerati, in realtà, una sottocategoria dei verba existimandi: credor, feror, sentior, animadvertor, ecc.

Costruzione dei verbi

La costruzione personale (infinito con il nominativo) si utilizza nei tempi semplici, ovvero nel presente e nelle forme da esso derivate; la costruzione impersonale, invece, nella terza persona singolare e nell'infinito con accusativo, si preferisce nei tempi composti e nella perifrastica passiva.

In realtà, non si tratta di una costruzione impersonale vera e propria, poiché la proposizione infinitiva fa da soggetto neutro alle espressioni come "dicendum est".

Costruzione dei verba iubendi e impediendi

I verba iubendi e impediendi (ad esempio iubeor = mi si comanda, prohibeor = mi si proibisce, sinor = mi si permette e vetor = mi si vieta) hanno la costruzione personale, ovvero quella costruita con nominativo più infinito, con tutti i tempi, siano essi semplici o composti.

Con questi verbi, la persona cui si comanda vieta, proibisce o permette diventa soggetto e quindi si mette in nominativo e l'infinito che segue è sempre al presente.

Esempio pratico della costruzione personale dei verba dicendi ed existimandi

Per chiarire la teoria, facciamo qualche esempio pratico. Riguardo la costruzione dei verba dicendi ed existimandi si può apportare il seguente esempio: "Multi libri dicuntur scripti esse inconsiderate" (Cic. Tusc, I, 3) = si dice che molti libri siano stati scritti senza garbo.

Esempio pratico della costruzione impersonale dei verba dicendi ed existimandi

Per quanto riguarda la costruzione impersonale dei verba dicendi ed existimandi si può addurre il seguente esempio: "Traditum est Homerum caecum fuisse" (Cic. Tusc. V, 39) = E’ stato tramandato che Omero fosse cieco.

È importante ricordare, tra le altre cose, che spesso con i verba dicendi ed existimandi si può trovare la terza persona plurale attiva (soggetto indeterminato) seguita da accusativo più infinito, come ad esempio nella frase seguente: "Platonem ferunt in Italiam venisse" (Cis. Tusc. I, 17) = Si dice che Platone sia venuto in Italia.

Per completezza, si può dire che, come videor, anche con altri verbi usati al passivo (dicor, feror, perhibeor, trador, narror e simili) il latino usa generalmente la costruzione personale con il nominativo e l’infinito, mentre l’italiano preferisce la costruzione impersonale.

Esempio pratico della costruzione personale dei verba iubendi ed impediendi

Da ultimo, per quanto riguarda la costruzione personale dei verbi iubendi ed impediendi, l'esempio addotto è il seguente: "Censores vetiti sunt causam dicere" (Liv.

XXIV, 43) = Ai censori fu vietato di difendersi.

E ancora: "Decemviri libros adire iussi sunt" (Liv. XXII, 57) = Ai decemviri fu comandato di consultare i libri.

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