Che cos'è l'Illuminismo? Commento al brano di Immanuel Kant

Che cos'è l'illuminismo di Immanuel Kant spiega, dal punto di vista del filosofo, cosa significhi usare la propria intelligenza. Commento al testo

Che cos'è l'Illuminismo? Commento al brano di Immanuel Kant
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CHE COS'È L'ILLUMINISMO

Che cos'è l'Illuminismo è un testo filosofico di Immanuel Kant
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In questo brano, Immanuel Kant esegue una chiara analisi di cosa voglia significare utilizzare la propria intelligenza.  Egli distingue il suo utilizzo in due categorie: l’uso pubblico e l’uso privato. Spiega come l’uso pubblico sia quello che permette ad uno studioso di utilizzare la ragione di fronte all’intero pubblico di lettori, mentre, quello privato, consista nel suo utilizzo in un certo impiego o funzione civile a lui affidata.

Kant preferisce notevolmente il primo uso,  poiché bisogna essere in grado di uscire dallo stato di minorità in cui l’uomo si trova per pigrizia e viltà, a solo favore di certe persone (tutori) alle quali è utile questa situazione. Il pubblico uso della ragione deve essere libero in ogni tempo e, secondo Kant, è l’unico che può attuare l’Illuminismo tra gli uomini: naturalmente questo comporta passare ad uno stato di maggiorità, vale a dire all’uso consapevole e anche coraggioso delle proprie capacità cognitive in tutti i campi.

IMMANUEL KANT, CHE COS'È L'ILLUMINISMO

In questo brano è sottolineato e legittimato il dovere morale d’ogni individuo di sfruttare la propria opinione e saperne riconoscere l’utilità sociale in varie questioni come, ad esempio, i dibattiti sulle tasse, la forzata obbedienza ad un ordine militare, e, persino, le credenze religiose.

Kant, infatti, spiega come anche un ecclesiastico, di fronte al proprio credo e alla sua chiesa, sia in dovere di analizzare e confrontarsi con ciò che divulga; questo perché se credesse di trovarvi qualcosa che si contraddice, non potrebbe esercitare la sua funzione con coscienza e dovrebbe dimettersi. L'uso, perciò, che l’ecclesiastico fa della sua ragione è esclusivamente un uso privato poiché la comunità religiosa costituisce una “riunione domestica”; egli non è libero perché esegue un ordine che gli viene da altri. Al contrario, come studioso che si rivolge, attraverso gli scritti, al pubblico (in altre parole al mondo), ha una libertà illimitata che gli deriva dalla sua facoltà di valersi della propria intelligenza.

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Personalmente ritengo che le tematiche trattate da Kant siano in grado di riflettersi alla perfezione nella società odierna. Oggi poter ragionare con la propria mente è un privilegio di pochi; grazie alla cultura e all’apprendimento dei diritti umani, le persone possono difendersi dallo sfruttamento e dall’oppressione.

Purtroppo l’ignoranza e l’analfabetismo sono fenomeni ancora molto diffusi all’inizio del ventunesimo secolo; d’altra parte sono troppi gli interessi che alcuni “tutori” (=politici) hanno nel mantenere questa situazione.

Il cittadino, se non è in grado di difendere le sue libertà e delega questo compito nelle mani d’individui senza scrupoli che traggono vantaggi personali da ciò, allora è costretto a vivere in uno stato di minorità.

Possiamo quindi notare come la situazione non sia così diversa dal 1700.

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