Antonio Canova: biografia e opere dello scultore di Amore e Psiche
Antonio Canova: riassunto della biografia e delle opere dello scultore conosciuto per Amore e Psiche. Caratteristiche e stile
Indice
Antonio Canova, vita
Antonio Canova è uno dei più importanti scultori italiani del Settecento. Nato nel 1757 nei pressi di Treviso, precisamente a Possagno, comincia a lavorare come apprendista a Venezia ma si trasferisce presto a Roma, città dalla quale Canova prende una forte ispirazione che lo spinge verso l’arte Neoclassica, della quale è considerato il maggiore esponente nell’ambito della scultura. Da Roma Canova sceglierà di non separarsi mai, se non per viaggi brevi.
Tra i suoi maggiori committenti troviamo anche Napoleone, ma anche gli Asburgo d’Austria e la corte pontificia. Tra le sue opere più celebri, analizzate di seguito, troviamo Amore e Psiche, Paolina Borghese e il Monumento Funebre a Maria Cristina d’Austria. Canova è morto a Venezia il 13 ottobre 1822, dopo esser stato afflitto, per buona parte della sua vita, dalla dissenteria.
Antonio Canova: Amore e Psiche
Amore e Psiche è il gruppo scultoreo più famoso di Antonio Canova. Il soggetto rappresentato nell’opera, ora conservata al museo del Louvre, è tratto dalla favola di Apuleio L’Asino d’Oro, e rappresenta l’attimo prima del bacio che Amore dona a Psiche. Si tratta del primo bacio consapevole dopo che ella era caduta in un sonno profondo dovuto all’apertura del vaso di Pandora.
La composizione scultorea rappresenta esattamente l’istante prima del bacio e questo si inserisce perfettamente nella tradizione Neoclassica seconda la quale è più importante il momento che precede l’azione, e non l’azione stessa. Nel caso specifico di Amore e Psiche, Canova decide quindi di esaltare il momento che precede l’azione del bacio, in una sospensione dell’azione che rende la composizione scultorea unica. Amore e Psiche è un gruppo scultoreo tridimensionale, osservabile da una qualsiasi prospettiva. La composizione si lascia scoprire un po’ alla volta anche se è il punto di vista frontale a farci notare in che modo le braccia dei due amanti, Amore e Psiche, diventino quasi un cerchio. Il centro del cerchio cade proprio fra i volti dei due amanti ed è l’intersezione ideale delle linee immaginarie dei due corpi. Grazie alla perfezione del panneggio, al gioco di sguardi dei due amanti e alla tensione dei loro corpi, Canova rappresenta in Amore e Psiche anche un sottile erotismo appena percepibile nella sua raffinatezza.
Antonio Canova: Paolina Borghese
Paolina Borghese, scultura neoclassica completata da Canova fra il 1804 e il 1808, è uno dei lavori commissionati a Canova dallo stesso Napoleone. La scultura, anche conosciuta come Paolina Borghese come Venere vincitrice, rappresenta la sorella dell’imperatore. Canova sceglie di rappresentarla esattamente come la Venere vincitrice con il pomo della vittoria che Paride donò ad Afrodite. Paolina Borghese è rappresentata sdraiata su un’agrippina, una sorta di divano con sponda rialzata. Il busto è sollevato grazie a due cuscini ed è nuda fino all’inguine, coperto da un panneggio che ne risalta le linee, conferendo alla protagonista una sottile carica sensuale. Canova scelse, dopo il completamento dell’opera, di ricoprire le parti dell’epidermide con una cera rosata per restituire al corpo vitalità e umanità.
Tecnicamente realizzata secondo i canoni greci classici, Canova scelse di dotare la statua di una sorta di ingranaggio per farla roteare, in modo da permettere un’osservazione a 360 gradi.
Antonio Canova: monumento funebre a Maria Cristina d'Austria
Il Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria è stato completato da Antonio Canova negli anni tra il 1798 e il 1805, sotto commissione del duca Alberto di Sassonia-Teschen, in occasione della perdita della moglie. Attualmente conservato all’Augustinerkirche di Vienna, il Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria ha una forma triangolare, si pensa ispirata alla piramide Cestia di Roma. All’interno del monumento troviamo tre diversi gruppi scultorei: il primo, in basso a sinistra, rappresenta una donna – la Pietà o la Beneficenza - che accompagna un vecchio cieco. Al centro del monumento si trova un corteo di persone che trasporta le ceneri della defunta Maria Cristina d’Austria all’interno della piramide. La porta al centro raffigura la morte, e il buio al suo interno rappresenta il vuoto delle tenebre, l’ignoto verso cui i morti si dirigono. Il corteo, nel camminare, calpesta un tappeto che simboleggia un ponte tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In basso a destra poi, troviamo un angelo – o forse l’Amore – che rappresenta il suo amante accanto a un leone malinconico che simboleggia la tristezza per la perdita ma anche le virtù della defunta. In alto al centro, sopra la porta delle tenebre, troviamo la Felicità Celeste che stringe nelle mani il medaglione con il volto di Maria Cristina d’Austria.