Canone di bellezza nella storia: come è cambiato il concetto di bellezza dalla preistoria ad oggi

Canone di bellezza nel tempo, dall'antichità a oggi. Come è cambiato il concetto di bellezza femminile nella storia, la bellezza oggi, modelli e definizioni dell’ideale di bellezza dall’età preistorica fino ai giorni nostri.
Canone di bellezza nella storia: come è cambiato il concetto di bellezza dalla preistoria ad oggi
getty-images

1Introduzione

Ratto di Proserpina di Bernini, 1621-1622. Galleria Borghese, Roma
Fonte: getty-images

Nella società odierna dell’immagine, l’ideale di bellezza è un concetto che viene reputato chiaro e assodato. Tuttavia, nel momento in cui viene richiamato il celebre proverbio Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace in una conversazione, quest’ultima potrebbe trasformarsi in un dibattito assai acceso.

Ciò non sorprenderebbe, poiché la discussione sulla Bellezza e/o sul Bello ha coinvolto numerosi filosofi, artisti, scrittori, poeti e intellettuali da secoli. Appare evidente come la questione sia ancora aperta.

Per rendersi conto che la Bellezza non è un principio assoluto è sufficiente osservare le opere artistiche e i pensieri estetici prodotti dall’uomo nella storia: è chiaro come il Bello abbia assunto sempre volti differenti a seconda del periodo e del luogo.

Quanto segue è una storia degli ideali di Bellezza più rappresentative di ciascuna fase storica: ciò sono delle proposte esemplificative che, in qualche modo, sono quelle che hanno trovato più spazio nell’immaginario collettivo, in forte contrasto con gli altri modelli di Bellezza compresenti nella stessa epoca

2Preistoria e le prime civiltà

2.1Le idee primitive sulla Bellezza

Venere di Willendorf
Fonte: getty-images

Se non è possibile stabilire ciò che era considerato bello per le popolazioni preistoriche, sappiamo però ciò che per loro era invece importante: la statuetta in pietra calcarea della Venere di Willendorf (24.000-22.000 a. C.) è la rappresentazione plastica dei tratti fisici ritenuti i più rilevanti, perché funzionali alla fertilità.

In un momento in cui bisognava confrontarsi con un ambiente ostile e pericoloso, la sopravvivenza della specie umana era pragmaticamente dettata dalle fattezze della donna che assicurassero la fecondità. Quindi una preferenza per:

  • un ventre ampio, per accogliere la nuova vita;
  • dei fianchi abbondanti, per un parto più semplice possibile;
  • dei seni rigonfi, per l’allattamento.

2.2Civiltà mediterranee

Facendo riferimento alla produzione artistica delle civiltà del Mediterraneo e del Vicino Oriente, si nota come le figure umane riprodotte, in particolare quelle della donna, avessero delle forme più aggraziate ed esili, nonché arricchite di gioielli: degli esempi sono il canone minoico e il canone egizio.

È bene ricordare che le testimonianze artistiche, sia delle civiltà preistoriche che di quelle mediterranee, non siano delle evidenti indicazioni dei loro canoni di bellezza. Lo stile artistico adottato da ciascuna popolazione seguiva perlopiù criteri mistico-religiosi anziché di Bellezza in quanto tale.

3Antichità

3.1Grecia

Il Doriforo, la celebre statua di Policleto
Fonte: ansa

Fino al V secolo a. C., prima della Grecia classica, vigeva il proverbio Chi è bello è caro, chi non è bello non è caro. Ciò era dovuto al fatto che in quel tempo la Bellezza non possedeva uno statuto indipendente, bensì era sempre accompagnato da altre qualità, quali la giustezza, convenienza o misura.

Da un lato, alcuni filosofi come Pitagora (580/570-495 a.C.) e Platone (428/427-348/347 a.C) tendevano all’ideale Bellezza fondata sull’armonia, ossia la proporzione tra le parti, e sulla sintesi tra le esperienze del sensibile e dello spirituale; dall’altro, con Aristotele il concetto del Bello si basava sulla mimesi e sulla verosimiglianza della natura.

3.2Roma

Statua in marmo, alta 2,03 m, di Augusto di Prima Porta
Fonte: getty-images

Per quanto riguarda l’ideale di Bellezza per gli antichi romani, questi ripresero le riflessioni sul Bello dei greci. Si è osservato che a Roma, l’estetica aristotelica si trasmise per mezzo del poeta romano Orazio (65-8 a.C.), il quale però aggiunse i concetti di buonsenso e di moderatezza

Tale gusto romano si tradusse nell’arte con la ricerca in direzione del realismo solenne, a differenza dei greci che invece erano tendenzialmente tesi all’ideale e/0 al naturale. 

4Medioevo

4.1Le riflessioni medievali sul Bello

Tra alti e bassi, il periodo del Medioevo nel continente europeo, nei territori nordafricani e in quelli mediorientali, si è osservato un’interessante sintesi e continua contaminazione tra la cultura greco-romana e quella giudaico-cristiana, con alcune influenza della cultura arabo-islamica.

Per l’uomo medievale, il mondo naturale aveva un ruolo fondamentale, poiché era ritenuta l’opera provvidenziale di Dio. Da qui si svilupparono delle riflessioni sulla rappresentazione artistica del Brutto — facendo comunque parte del creato — il quale poteva essere trasformato in qualcosa addirittura di piacevole.

La cultura simbolica medievale, con un’attenzione particolare ai numeri, permise la diffusione delle teorie estetiche fondate su principi matematici: come quella homo quadratus e della sezione aurea: ciò era interpretato come manifestazione sensibile e simbolica della Bellezza, ossia di Dio.

5Umanesimo e Rinascimento

Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano Vecellio. Olio su tela, cm. 118 x 279, 1514 circa. Roma, Galleria Borghese
Fonte: ansa

Non solo l’arte, ma anche la letteratura contribuì alla definizione di un’idea di Bellezza: nello specifico, i trobadorici influenzeranno gli stilnovisti italiani, primo tra tutti Dante Alighieri (1265-1321), i quali elaborarono il mito della donna angelo: non solo in quanto desiderio amoroso ma anche come via di salvezza e di elevazione a Dio.

Con l’affermazione dell’Umanesimo, l’attenzione si spostò da Dio all’uomo, ritenuto centro dell’universo e del cosmo. Questa riconsiderazione è visibile, oltre allo sviluppo in senso ideale-naturalistico dell’arte, per esempio nei trattati di Leonardo da Vinci (1452-1519) e di Piero della Francesca (1412-1492), i quali recuperarono idee sull’armonia e sulla proporzione da Vitruvio (80-15 a.C.).

Il ritorno al neoplatonismo nel Rinascimento modificò ulteriormente il concetto del Bello: la Bellezza non era più solo la proporzione delle parti, bensì era anche quella sovrasensibile, contemplabile sia nell’umano che nella natura.

6Età moderna

6.1Manierismo e Barocco

Madonna dal collo lungo, 1534. Francesco Mazzola, detto Parmigianino. Galleria degli Uffizi, Firenze
Fonte: getty-images

Nel corso del Cinquecento e del Seicento, nonostante la spinta delle vicende storico-religiose della Riforma protestante e della Controriforma cattolica le quali portarono in Europa un generale mutamento dei costumi, il gusto per il Bello ruotò attorno ad una Bellezza sensuale.

Dei riflessi di questa Bellezza sensuale, da una parte spiritualizzata e dall’altra drammatica, di questo periodo si trovano rispettivamente nelle opere d’arte del Manierismo e del Barocco.

6.2Romanticismo e Neoclassicismo

Il giuramento degli Orazi (Le Serment des Horaces) di Jacques-Louis David. Dipinto in stile neoclassico del 1784
Fonte: getty-images

La speculazione filosofica nel periodo dei Lumi portò a mettere in rilievo gli aspetti soggettivi del proprio gusto circa l’idea del Bello, arrivando addirittura a presumere che tale giudizio possa avere un valore universale. Allo stesso assunto, il Settecento diede due proposte diametralmente opposte: il Romanticismo e il Neoclassicismo.  

Una convergenza tra la letteratura, come Edmund Burke (1729-1797), l’arte, con William Turner (1775-1851) e la filosofia, quale Immanuel Kant (1724-1804) si trovò come punto fondamentale il concetto del Sublime: un’esperienza estetica contemplativa della magnificenza spaventosa e terribile della Natura.  

Di polo praticamente contrario, recuperando le soluzioni greco-romane, gli artisti e gli intellettuali neoclassici, quali Jacques Louis David (1748-1825), Antonio Canova (1757-1822) e Ugo Foscolo (1778-1827) riaffermarono il principio di Bellezza basato sulla sintesi ideale tra grazia e armonia.  

7Età contemporanea

7.1Ottocento

Un esempio di come i due modelli borghesi convivessero senza problemi è visibile in questa opera "The soiree" (1878) di Jean Beraud. Musée D'Orsay
Fonte: getty-images

A cavallo tra il XVIII e XIX secolo, tra le idee estetiche erano presenti in Europa, quella che si affermò con più forza fu l’idea di Bellezza vittoriana borghese, la quale si reggeva sulla semplificazione in maniera funzionale della vita e su un’esperienza sostanzialmente pratica.

Se da un lato, il modello ideale della società borghese era quella dedita ad un comportamento virtuoso, austero e rispettabile; dall’altro, soprattutto la figura femminile, si tendeva ad un’immagine della ricca signora borghese, ossia con forme morbide, viso sorridente e incarnato bianco.

Con l’avvento della seconda rivoluzione industriale emerse anche un’ideale di Bellezza che si discostava nettamente sia dall’umano che dalla natura. L’entusiasmo estetico verso le macchine: da una parte, tale prospettiva vedeva in ciò il trionfo della ragione sul passato e, dall’altra, si stava affermando una sensibilità sempre più profonda con la materia e gli oggetti.

7.2Dal Novecento a oggi

Greta Garbo, 1931. Modello di donna fatale
Fonte: getty-images

Le sperimentazioni artistiche lungo tutto il Novecento proposero un’idea del Bello lontana sia dalle forme armoniche sia da quelle riconoscibili

Ciò accadde anche per l’entrata in scena prima della fotografia e poi del cinema, le quali ripresero di nuovo l’umano e la natura, ripresentando così le problematiche sui modelli di Bellezza

Nel periodo storico dei mass media e della globalizzazione si fanno i conti con gli innumerevoli modelli e concetti sul Bello differenti che si contaminano costantemente fra loro. Proprio tale mescolanza e concomitanza di elementi eterogenei tra loro sembra essere il punto fondante della concezione della Bellezza oggi: non più un canone assoluto bensì la possibilità di inclusione di tutte le prospettive