Brasile: storia, economia e tradizioni di quella che viene considerata la patria del calcio

Volete saperne di più sul Brasile? Scopriamo insieme storia, tradizioni ed economia di questo Paese.

Brasile: storia, economia e tradizioni di quella che viene considerata la patria del calcio

Il Brasile

Il Brasile è uno Stato del Sudamerica che è famoso per diversi fattori. Tra tutti il carnevale, noto per i grandi e colorati festeggiamenti che attirano moltissimi turisti dall’estero e che è un elemento fondamentale della cultura brasiliana. Questa nazione è anche famosa per le bellissime spiagge, il Rio delle Amazzoni, per la samba, per la sua lingua. Il calcio merita una menzione speciale. Gli amanti di questo sport considerano questa nazione come la patria del calcio, che ha dato i natali a tantissimi campioni che hanno lasciato il segno nelle squadre in cui hanno giocato e ispirato tanti nuovi sportivi. Dall’altro lato, anche la criminalità e il fenomeno delle favelas sono fattori che caratterizzano il Brasile. Vediamo insieme l’economia, la storia e le tradizioni di questo Stato e come hanno determinato la sua identità nel corso del tempo.

La storia del Brasile

Il Brasile fu raggiunto dal navigatore Pedro Alvares Cabral, dal Portogallo, nel 1500. Allora era abitato da popolazioni indigene che vivevano di agricoltura. Venne poi colonizzato in quel secolo e restò sotto il dominio portoghese fino alla sua indipendenza, dichiarata nel 1822, come Repubblica federale. Ai nostri giorni il Brasile appare come una società multietnica percorsa da profondi contrasti sociali, ormai stabile sul piano politico, ma segnata ancora da sacche di profonda arretratezza economica.

Partiamo dall’inizio. Era il 1549 quando lo Stato colonizzatore ne assunse il controllo, scegliendo un governatore a capo. I regni di Spagna e Portogallo si unirono e tra il 1580 e il 1640 il Brasile passo sotto il controllo di Madrid e in parta dell’Olanda. Successivamente tornò sotto il dominio portoghese, periodo durante il quale si registrarono dei mutamenti a livello sociale ed economico, dati dalla scoperta di miniere e cave di metalli. Verso la fine del ‘700 lo Stato iniziava a sentire il peso del dominio estero. L’insoddisfazione era palese anche tra le classi più abbienti della popolazione. Era il periodo delle rivoluzioni, che sicuramente influenzarono la volontà di indipendenza. Questa giunse senza una battaglia di rivolta contro il Portogallo, i regnanti del Paese colonizzatore dichiararono l’indipendenza nel 1822. Dom Pedro, che era figlio di Giovanni VI, governante portoghese, assunse il nome di Pietro I e si proclamò imperatore brasiliano. Sotto Pietro II che governò dal 1841, il Paese ebbe un grande sviluppo sociale ed economico. Numerosi schiavi vennero importati dall’Africa e divennero poi parte integrante della popolazione.

Altre due date importanti di quegli anni: 1880, il suffragio universale maschile; 1888, l'abolizione della schiavitù, avvenimenti frutto di riforme di Pietro II. La borghesia, che puntava all’instaurazione della repubblica, non accettò di buon grado. Il malcontento portò, nel 1889, a un colpo di Stato militare. L’imperatore perse il potere e il Brasile diventò una Repubblica federale nel 1891, sul modello degli Stati Uniti. Seguì un periodo di crescita che durò fino alla crisi del 1929. Si registrarono tensioni nel ceto medio e la classe operaia, che portò al potere Getulio Vargas dal 1930 al 1945 e dal 1951 al 1954, con un regime di ispirazione populista e fascista.

A questo seguirono i socialdemocratici, i conservatori e nel 1964 a seguito di un colpo di Stato cominciò una dittatura militare fino al 1985. Da quest’anno il Paese raggiunse una relativa stabilità, nonostante le disparità economiche della popolazione.

L’economia del Brasile

Per quanto riguarda l’economia del Brasile, bisogna notare che il Paese ha una popolazione numerosa: 214,3 milioni, secondo statistiche del 2021 e la ricchezza non è distribuita in modo omogeneo. La grande maggioranza della popolazione vive in povertà. Se analizziamo il PIL, il Brasile è nella top10 della classifica mondiale, con 2080 milioni di dollari nel 2017. Si tratta dell’economia principale del Sudamerica. Nonostante questo dato ci sono fattori come mancanza di infrastruttura e corruzione a rendere difficile la situazione. Il Brasile ha sofferto una grande economica tra il 2014 e il 2017 che ha ridotto il PIL e aumentando le difficoltà della popolazione, infatti, la povertà è aumentata di ben 3 punti percentuali secondo i dati della Banca mondiale.

Negli ultimi anni la politica sta optando per politiche più liberali con l’obiettivo di aprire il mercato all’estero avere rapporti internazionali con gli altri Paesi. Si tratta di una nazione piena di risorse, con un’industria di trasformazione valida. I suoi due partner commerciali principali sono la Cina e gli Stati Uniti. Tra i settori principali c’è quello agroalimentare. Il Brasile, infatti, è tra i primi produttori ed esportatori di alimenti quali: la canna da zucchero, il caffè, la soia, il guaranà, l’açai, la noce del Brasile, gli agrumi. Per quanto riguarda le proteine animali è tra i principali esportatore di carne di pollo e carne di manzo, ma anche grande produttore di latte e uova. Nel Paese si estrae minerale di ferro, alluminio, carbone, oro rame, bauxite, fosfato e molti altri metalli, leghe e pietre preziose.

Le tradizioni del Brasile

Tra le tradizioni principali e più note del Brasile troviamo il carnevale. La celebrazione principale è quella di Rio de Janeiro. Ci sono eventi in tutta la città, sebbene le parate principali sono quelle del Sambodromo del Marchese di Sapucaí, una struttura che ospita la sfilata, dove si presentano le scuole di samba di Rio. Sono circa 5 mila i partecipanti ogni anno, che incantano il pubblico con abiti colorati, balli e carri.

Altra tradizione del Brasile è la Capoeira, una danza che si ispira anche alle arti marziali. Le persone che lo ballano in circolo è definito "giro di capoeira" ed è stato dichiarato patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Venne introdotto dagli schiavi importati dall'Africa, in particolare dall'Angola dove era un ballo di corteggiamento. Si tratta di un vero e proprio elemento culturale. In passato, gli apprendisti dovevano essere presentati a un maestro e ricevere un sorta di battesimo.

Infine, il calcio, una vera passione per i brasiliani. Questo sport giunse in Brasile grazie a Charles Miller, uno studente che tornando dall'Inghilterra nel 1890 portò con sé dei palloni e il manuale di questo sport.

Fondò lui stesso la prima scuola a San Paolo e in breve divenne sport nazionale. Il Brasile è la nazione che ha vinto più mondiali nella storia dello sport e ha forgiato talenti del calibro di Pelé, Ronaldo, Ronaldinho, Rivaldo, Kakà, Roberto Carlos, Falcao, Dida e molti altri.

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