Quali sono le tipologie di borse di studio disponibili?

Borse di studio per merito, reddito e non solo: ecco una panoramica sugli aiuti che è possibile ottenere all'Università

Quali sono le tipologie di borse di studio disponibili?
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Quali sono le tipologie di borse di studio disponibili?

Tipologie di borse di studio: quali esistono?
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Quando si parla di borse di studio, si fa riferimento a una forma di aiuto economico riservato agli studenti. Sono differenti i potenziali beneficiari, così come gli assegnatari. A garantire l’assegnazione di tali importi può essere l’università, così come la Regione o ancora l’Inps o altri istituti (pubblici o privati).

Per provare a fare chiarezza in merito, abbiamo suddiviso il tutto in quattro macrocategorie, guardando alle tipologie di borse di studio dal punto di vista di chi è destinato a riceverle. Ecco, dunque, i soggetti che possono mirare a ricevere un sovvenzionamento per la prosecuzione del proprio percorso.

Borse di studio per merito

Le borse di studio per merito non riguardano soltanto l’università. Si tratta infatti di una chance che viene garantita già a partire dalle scuole superiori. Molti atenei offrono infatti la possibilità d’essere esentati dal pagamento delle tasse relative al primo anno, nel caso in cui l’immatricolato/a abbia ottenuto il massimo dei voti all’esame di maturità. Che si tratti di una votazione finale pari a 100 o a 100 e lode, questa è ottenibile soltanto in seguito a un percorso quinquennale eccellente.

Svariati atenei decidono dunque di premiare tale abnegazione, garantendo un primo anno a spese dello Stato o dell’istituto. Guardando strettamente al mondo universitario, invece, le borse di studio per merito hanno inizio a partire dal secondo anno. Occorre infatti valutare con attenzione quello che è stato l’operato del singolo nel corso delle sessioni d’esame sostenute da matricola. Ciò vuol dire aver conseguito un minimo di crediti (CFU). Questo varia di regione in regione e, all’interno della stessa, può differenziare anche tra una facoltà e l’altra.

Prendiamo un esempio, così da comprendere il funzionamento attraverso indicazioni reali, tratte dai documenti diffusi dall’ateneo. Nello specifico il riferimento va al Politecnico di Milano, che spiega come al primo anno gli immatricolati del corso di laurea magistrale a ciclo unico non abbiano obblighi formativi aggiuntivi.

Il primo requisito preso in considerazione è relativo alla condizione economica. Per quanto concerne il merito, invece, questo viene “considerato a posteriori e determinerà la conferma o la revoca del beneficio assegnato”. Si richiede dunque agli studenti di conseguire un certo numero di CFU entro il 10 agosto successivo alla loro immatricolazione.

Gli iscritti al primo semestre dovranno conseguire un minimo di 35 o 40 CFU, a seconda del corso di studio scelto. Gli studenti iscritti al secondo semestre, invece, dovranno conseguire 17 CFU per la riconferma della borsa di studio, entro e non oltre il 10 agosto.

Tenendo conto di come tale contributo economico vada riconfermato, si richiede inoltre agli iscritti di provvedere al pagamento della seconda rata delle tasse universitarie. In caso di ottenimento della borsa, grazie ai crediti maturati, la cifra versata sarà rimborsata.

Borse di studio per reddito e studenti bisognosi

È importante comprendere nel dettaglio il funzionamento delle borse di studio che, se rivolte agli studenti in necessità economiche, sono distribuite in base al reddito.

Al fine di offrire informazioni specifiche, faremo riferimento a un’altra ben nota università italiana, la Sapienza di Roma.

Chi si iscrive al primo anno di un corso di laurea non pagherà alcun contributo, nel caso in cui vanti un ISEE inferiore o pari a 24.000 euro annui. Un contributo che può essere confermato negli anni successivi, a patto di conseguire almeno 10 CFU al secondo anno. Una cifra che si tramuta in 25 crediti per ogni anno successivo. Ciò è garantito fino al primo anno fuori corso, tenendo bene a mente la data di scadenza annuale: 10 agosto.

Non esistono però soltanto le difficoltà economiche. Gli atenei italiani guardano infatti con attenzione anche agli studenti portatori di disabilità o con un’invalidità civile riconosciuta. In casi del genere si richiede unicamente il pagamento dell’imposta di bollo, che è pari a 16 euro. Si è esentati dal versare contributi di iscrizione e tassa regionale, tanto al primo anno che in quelli successivi. È bene ricordare come le disabilità riconosciute facciano riferimento all’art. 3, comma 1 e 3 della Legge 4 febbraio 1992, n. 104.

Per quanto non tutte le università ne tengano conto, la Sapienza volge lo sguardo anche agli iscritti che possono vantare una diagnosi di Dsa, ovvero un disturbo specifico dell’apprendimento. In presenza di un certificato, si riceverà (quasi) lo stesso trattamento d’esenzione descritto poco prima: pagamento del bollo (16 euro) e della tassa regionale, così come totale esenzione dai contributi di iscrizione per il primo anno e quelli successivi.

Tornando a parlare di redditi, si garantiscono forme di agevolazione differenti, suddivise in scaglione, per ISEE tra 24.001 e 40.000 euro. Altra forma di bisogno è poi quella legata alla genitorialità. Chi si iscrive, avendo un figlio minore dall’età massima di 3 anni, otterrà una riduzione del 50% dei contributi di iscrizione dovuti, calcolati sulla base del solo ISEE (non superiore a 30.000 euro). Ciò vale anche in caso di adozione. Si specifica, però, come il contributo valga per un sol genitore, qualora entrambi siano iscritti presso la stessa università.

Borsa di studio per facoltà

Il mondo delle borse di studio è molto vario e vive di specificità. Come detto, infatti, possono essere distribuite dalle università stesse, così come dalla Regione o da istituti pubblici e privati. È dunque possibile offrire un esempio, che getti luce su alcune possibilità per gli iscritti, e non coprire l’interezza delle proposte sul territorio italiano.

Nello specifico, parlando di borse di studio attribuite per il tipo di percorso universitario intrapreso, citiamo il progetto Women in STEM. Si tratta di un bando ha mira a valorizzare il ruolo delle donne nelle materie scientifiche. Nel caso specifico, il contributo è garantito dalla Fondazione Giuseppina Mai, in collaborazione con Fondazione Bracco e progetto STEAMiamoci e Assolombarda.

Un totale di 7 borse di studio del valore di 3.000 euro per ogni studentessa giudicata meritevole e iscritta al primo anno del Corso di Laurea Magistrale nelle discipline Stem.

Un progetto che mira a promuovere la presenza femminile nel campo scientifico, ripreso anche in altre regioni. Nel Lazio, infatti, la Sapienza ha lanciato 100 ragazze STEAM.

Si tratta di una borsa di studio dal valore triennale, destinata a ragazze fuori Regione Lazio, che hanno conseguito il diploma con 100 o 100 e lode. Agevolazione garantita in caso di immatricolazione a un corso di laurea appartenente alle facoltà di ingegneria civile e industriale, ingegneria dell’informazione, informatica e statistica, e scienze matematiche, fisiche e naturali. In questo caso l’importo è pari a 3.255,00 euro annui, con rinnovo garantito dal merito, con 25 CFU entro il 10 agosto al primo anno e 80 CFU al secondo.

Borse di studio per studenti internazionali

Anche in questo caso, gli esempi sarebbero svariati. Ogni ateneo offre infatti borse di studio per studenti non italiani. Facciamo però riferimento al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Si specifica infatti come il MAECI offra borse di studio in favore di studenti stranieri e italiani residenti all’estero (IRE). Stando alle norme previste, occorre presentare la propria candidatura entro e non oltre il 9 giugno di ogni anno.

Ciò vale unicamente per i corsi sul territorio italiano, con il ministero che offre un portale che garantisce una facile ricerca di tutti i Paesi beneficiari, così come un accesso facilitato alla presentazione della propria domanda.

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