Esame di riparazione andato male: i casi in cui puoi essere bocciato

Cosa succede se l'esame di riparazione è andato male? Ecco quali sono i casi in cui puoi essere bocciato secondo la normativa MIM

Esame di riparazione andato male: i casi in cui puoi essere bocciato
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Esame di riparazione andato male

Esame di riparazione andato male: cosa sapere
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Come funzionano gli esami di riparazione e qual è la normativa che li disciplina? I recuperi dei debiti, oltre a rappresentare una sfida per gli studenti che hanno ottenuto un voto insufficiente alla fine dell'anno scolastico, costituiscono anche un'opportunità per migliorare un voto deludente e iniziare il nuovo anno scolastico con il piede giusto. D'altro canto, tuttavia, è altrettanto vero che gli studenti che devono affrontare un recupero dovranno dedicare l'intera estate allo studio e partecipare ai corsi organizzati dalla scuola.

Gli esami di riparazione si svolgono di norma durante le ultime settimane dell'estate ma sempre prima dell'inizio della scuola a settembre. Dall'esito di questi dipende il futuro degli studenti: saranno promossi o bocciati? Cosa succede poi se un esame di riparazione è andato male (o malissimo)? Un'altra domanda per la quale gli studenti cercano la risposta, è: i professori possono bocciare per un debito non recuperato a settembre? Cerchiamo di fare chiarezza con la normativa alla mano e segui i nostri 10 consigli per evitare la bocciatura.

Esame di riparazione andato male: cosa succede

La questione sugli esami di riparazione e sul loro esito è piuttosto labile perché la normativa riguardante i debiti formativi lascia molta libertà al Consiglio di classe. Cominciamo dal principio. Il decreto del Miur riguardante la sospensione del giudizio che comporta i debiti formativi stabilisce che: “Nei confronti degli studenti per i quali, al termine delle lezioni, è stato constatato il mancato conseguimento della sufficienza in una o più discipline, che non comporti tuttavia un immediato giudizio di non promozione, il Consiglio di classe procede al rinvio della formulazione del giudizio finale”. Non esiste, però, una altrettanto chiara definizione di cosa accade a coloro che non hanno recuperato il debito dato che proprio sul sito del Ministero, all’interno della guida dedicata agli esami di riparazione si trova specificato quanto segue: “Risulta non promosso lo studente che all’accertamento finale non riesce a raggiungere la sufficienza in una o più materie oggetto di recupero? In sede di integrazione dello scrutinio finale, successivamente all’espletamento delle verifiche relative alle iniziative di recupero, il consiglio di classe procede ad una valutazione complessiva dello studente, che, in caso di esito positivo, comporta l’ammissione dello studente stesso alla classe successiva. L’esito delle verifiche è uno degli elementi che concorrono alla valutazione complessiva”. Con questo l’esito degli esami di riparazione passa in modo definitivo nelle mani degli stessi professori che hanno deciso di sospendere il giudizio nei confronti degli studenti che a giugno presentavano una o più insufficienze: sta a loro e al Consiglio di classe ammettere o no i ragazzi a cui si è applicata la “sospensione di giudizio” alla classe successiva.

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