Enrico VIII d'Inghilterra: vita e pensiero politico

Vita e pensiero politico di Enrico VIII e storia dell'Inghilterra ai tempi del secondo sovrano della dinastia Tudor, noto per aver fondato la Chiesa Anglicana
Enrico VIII d'Inghilterra: vita e pensiero politico
ansa

1Chi è Enrico VIII?

Il re d'Inghilterra Enrico VIII commentò così, secondo la leggenda, la decapitazione di Anna Bolena, la donna che aveva fortemente voluto sposandola in seconde nozze: «Son di nuovo ritornato lo scapolo più felice del creato». Un matrimonio, quello con Anna Bolena, desiderato al punto da provocare, tra il 1532 e il 1533, la separazione dalla Chiesa di Roma e la nascita della Chiesa di Inghilterra. 

2Enrico VIII: ascesa

Enrico VIII in un ritratto di Hans Holbein il giovane (1540)
Fonte: ansa

Enrico VIII nacque a Greenwich, vicino Londra, nel 1491. Fu il secondogenito di re Enrico VII Tudor, figura principale della guerra delle due rose e discendente della famiglia Lancaster.              

Nel 1509 alla morte del padre e a soli diciotto anni Enrico VIII Tudor, principe definito il più bello della cristianità e con un talento per la musica e una vasta cultura umanistica, venne incoronato re d'Inghilterra. Nello stesso anno sposò Caterina d'Aragona, regina cattolica dalle abitudini eccentriche: si racconta infatti che avesse scelto come animali domestici delle scimmie.              

Caterina non era una principessa qualsiasi ma la figlia dei sovrani spagnoli Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, i sovrani definiti "Re Cattolici" nonché al centro della scena europea perchè protagonisti della scoperta dell'America e quindi ricchissimi e con un regno sconfinato.  Caterina era stata data in prime nozze al fratello di Enrico VIII, Arturo, morto prematuramente. Per confermare l'alleanza raggiunta tra Spagna e Inghilterra, si decise di far unire Caterina in seconde nozze con Enrico e di chiedere nel 1505 una dispensa di papa Giulio II così da rimuovere tutti i dubbi sulla legittimità dell'atto nonostante il matrimonio precedente non fosse stato consumato.            

Nel 1511 Enrico VIII cercò di espandere il suo potere all'estero e si unì alla Lega Santa, un'alleanza promossa da papa Giulio II per fermare l'espansione del re francese Luigi XII, alla quale aderirono l'imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I e il re di Spagna Ferdinando II.
Nel 1516, la regina Caterina diede alla luce dopo due aborti la prima erede di Enrico VIII, Maria.       

2.1Enrico VIII e Anna Bolena

Ritratto di Anna Bolena
Fonte: ansa

Nel 1526 però, con il peggiorare delle condizioni di salute di Caterina e in virtù dell'impossibilità di avere altri figli, Enrico VIII iniziò a corteggiare Anna Bolena, dama di compagnia della regina di cui si infatuò e che si dice avesse imparato l'arte della seduzione in Francia.
Enrico VIII, che voleva a ogni costo un erede maschio, iniziò a pensare di sposare Anna, ma occorreva prima sciogliere l'unione con Caterina. Il cardinale e consigliere del re Wolsey pensò di far dichiarare nullo il matrimonio con la regina in base alle precedenti nozze con il fratello defunto del re, che creavano un vincolo di parentela tra Enrico e Caterina, rendendo illecita la loro unione secondo il diritto canonico. Nonostante la dispensa ottenuta nel 1505 iniziarono le trattative segrete per annullare il matrimonio. 

3La scomunica di Enrico VIII e la chiesa anglicana

Il tentativo di annullare il matrimonio sembrava sul punto di realizzarsi nonostante le pressioni su papa Clemente VII da parte dell'imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, nipote di Caterina d'Aragona e interessato a mantenere il controllo dell'Inghilterra attraverso il matrimonio tra la regina ed Enrico VIII.     

Dopo anni di trattative e di tentativi diplomatici nel 1532 Enrico VIII ripudiò Caterina e sposò Anna Bolena.
Nel 1533 Clemente VII lo scomunicò e per tutta risposta Enrico nel 1534 con l'Atto di Successione spostò la linea dinastica da Caterina ad Anna, affinché i figli della seconda moglie potessero divenire eredi al trono.     

Nello stesso anno si fece nominare capo della Chiesa d'Inghilterra con un documento ufficiale approvato dal Parlamento inglese: l'Atto di Supremazia. La struttura e le dottrine della Chiesa inglese non cambiarono, ma i vescovi dovettero obbedienza non più al papa ma al re. 

Ritratto di Sir Thomas More. Dipinto della bottega di Hans Holbein il giovane
Fonte: ansa

L'Atto di Supremazia, con il quale la Chiesa anglicana si separò da quella di Roma, fu condannato dal papa e in Inghilterra le resistenze furono piegate attraverso l'eliminazione degli oppositori e il controllo del clero, nominato direttamente dal re.
Il caso più famoso di opposizione fu quello di Tommaso Moro, cancelliere del Regno che in disaccordo con la scelta di Enrico VIII si dimise dalla carica rifiutandosi di riconoscerlo capo della Chiesa d'Inghilterra. Dopo essere stato accusato di tradimento e imprigionato, Moro fu condannato a morte nel 1535: la sua testa fu appesa sul ponte di Londra come avvertimento per altri eventuali contestatori.
Nel 1536 Enrico VIII decise di sopprimere gli ordini religiosi e di incamerare i beni della Chiesa.      

3.1Enrico VIII e i monasteri

Fra il 1536 e 1540, inizia un periodo nel quale il re prende di mira i monasteri e i loro beni in quanto rappresentavano un ostacolo nel suo cammino verso la creazione di una Chiesa nazionale. I monasteri erano ancora i rappresentanti, in Inghilterra, della Chiesa romana, contrari alla politica del re. Il re comincia a chiudere i monasteri. Enrico VIII agisce in due direzioni: religiosa e politica. I monasteri che non furono chiusi dovettero pagare una tassa annuale. La soppressione ebbe come conseguenza lo scoppio di alcune rivolte, tra queste ricordiamo il ‘’Pellegrinaggio di grazia’’, movimento contadino che non portò risvolti significativi. Le autorità reagirono a tali manifestazioni con la pubblicazione di una nuova Confessione di fede chiamata Bishop’s Book, un libro dai caratteri tradizionali, che sottolineava, tra l’altro, il mantenimento dei sette sacramenti. Lo scisma fu accolto senza troppa resistenza. L’obiettivo del re non era quello di formare una nuova Chiesa, ma di riformare certi aspetti dell’antica Chiesa cattolica.

3.2Ascolta il podcast su Enrico VIII

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4Enrico VIII: mogli ed eredi

Nel 1536 anche Anna Bolena fu condannata a morte dal volubile Enrico VIII. La donna venne accusata di reati come l'aver praticato la stregoneria per spingere Enrico VIII a sposarla e di aver avuto vari amanti, tra cui il fratello, con i quali avrebbe progettato di uccidere il re, ma in realtà perse il favore di Enrico sia per il carattere indisponente che la portò ad essere malvista dai cortigiani più stretti del re, sia perché non riuscì a dare alla luce un erede maschio dopo la nascita della principessa Elisabetta nel 1533.        

Tutto questo perché Enrico puntava a Jane Seymour che sposò nel 1536 dichiarando preventivamente illegittime le figlie Maria ed Elisabetta; l'obiettivo era che gli eventuali figli avuti dalla terza moglie fossero i primi nella linea di successione.
Nel 1537 Jane diede finalmente alla luce l'ambitissimo figlio maschio, il principe Edoardo, ma la donna morì di febbre puerperale pochi giorni dopo. Per Enrico VIII non sembrava esserci pace e si racconta che l'ormai quarantacinquenne (per l'epoca piuttosto in là con gli anni!) e con problemi di obesità, rimase molto turbato dalla morte della donna.        

La perdita non impedì ad Enrico VIII di sposare nel gennaio del 1540 la quarta moglie, Anna di Clèves. Il re voleva avere un altro figlio maschio poiché l'unico erede, Edoardo, non godeva di buona salute.    

L'unione con Anna durò solo fino a luglio quando Enrico decise di sposare Caterina Howard. Sospettata di avere relazioni extraconiugali la quinta moglie di Enrico fu condannata a morte nel 1542.  

Matrimonio di Enrico VIII e Caterina Parr
Fonte: ansa

Nel 1543 il re d'Inghilterra sposò la sesta e ultima moglie, la ricca vedova Caterina Parr. La donna ebbe il merito di far riconciliare Enrico con le due figlie, Maria ed Elisabetta, che nel 1544 vennero reinserite nella legge di successione dopo Edoardo.  

Gli ultimi anni di vita di Enrico furono segnati da un forte declino fisico e mentale.
Nel 1547 re Enrico VIII morì e fu sepolto nel castello di Windsor vicino alla terza moglie Jane Seymour.   

5Morte di Enrico VIII: le conseguenze nella successione

Nel 1547 Edoardo VI, unico figlio maschio di Enrico VIII salì sul trono d'Inghilterra. Durante il suo regno la Chiesa anglicana, che con Enrico era rimasta cattolica a livello dottrinale, finì per abbracciare le idee protestanti con l'adozione del Libro delle preghiere comuni, un testo unico che disciplinava il rituale della chiesa inglese.   

Alla morte di Edoardo nel 1553 divenne regina la figlia di Caterina d'Aragona ed Enrico VIII, Maria Tudor, che riportò l'Inghilterra al Cattolicesimo e all'obbedienza al papa, stroncando con durezza gli oppositori ma di fatto facendo sprofondare il Paese in una nuova conflittualità. La regina, detta la sanguinaria, ha ispirato anche un famoso cocktail di colore rosso: il bloody Mary.   

Dal 1558 con il regno di Elisabetta I, la figlia di Anna Bolena ed Enrico VIII, la Chiesa anglicana abbracciò il Protestantesimo e l'Inghilterra divenne una grande potenza. La nuova regina pacificò l'Inghilterra e creò le condizioni per un lungo periodo di forte crescita economica e culturale, grazie anche alla politica di tolleranza religiosa.
Con la morte di Elisabetta nel 1603 la dinastia Tudor e la discendenza di Enrico VIII si estinse.     

6Guarda il video sulla Riforma protestante

    Domande & Risposte
  • Dove e quando è nato Enrico VIII?

    Greenwich, vicino Londra, nel 1491.

  • Chi e quante furono le mogli di Enrico VIII?

    Enrico VIII si sposò sei volte: Caterina d’Aragona, Anna Bolena, Jane Seymour, Anna di Clèves, Caterina Howard e Caterina Parr.

  • Chi salì al trono dopo Enrico VIII?

    Edoardo VI, l’unico figlio maschio di Enrico VIII.

  • Per cosa è famoso Enrico VIII?

    Per aver fondato la Chiesa anglicana, nata in seguito allo scisma religioso con cui si separò dalla Chiesa di Roma.