Bilancio straordinario di trasformazione e di liquidazione
Bilancio straordinario di trasformazione e di liquidazione: definizione, caratteristiche, come funziona e le fasi. Differenza tra liquidazione e cessione
BILANCIO STRAORDINARIO DI TRASFORMAZIONE
Si ha una trasformazione aziendale quando un'impresa cambia forma giuridica.
Non sono considerate trasformazioni: il passaggio da impresa individuale a società di persone; il passaggio da società di persone a impresa individuale.
Sono considerate invece trasformazioni aziendali:
- il passaggio da un tipo di società di persone a un altro tipo di società di persone;
- il passaggio da un tipo di società di capitali a un altro tipo di società di capitali;
- il passaggio da un tipo di società di persone a un tipo di società di capitali;
- il passaggio da un tipo di società di capitali a un tipo di società di persone.
Il bilancio straordinario di trasformazione, al contrario dei bilanci di cessione, fusione, scorporazione e di scissione, deve essere redatto seguendo i principi del bilancio ordinario, anche se possono essere modificati i criteri di valutazione delle rimanenze e in generale di tutti gli elementi patrimoniali e di reddito soggetti a stima.
La trasformazione quindi costituisce una valida occasione per rivedere e modificare i criteri di valutazione, cosa che come sappiamo non può essere fatta con un bilancio ordinario visto che come principio generale i criteri di valutazione non devono essere modificati da un esercizio all'altro.
Nel caso in cui una società passi da società di persone a società di capitali, è previsto che la valutazione del patrimonio venga fatta da un perito nominato dal tribunale. In questo caso quindi, possono verificarsi due casi:
- le valutazioni del perito sono maggiori di quelle che risultano dalla contabilità, quindi il perito stabilisce che il patrimonio effettivo dell'impresa è superiore a quello che risulta dalla contabilità e quindi l'impresa ha una plusvalenza da trasformazione e può rivalutare i vari componenti patrimoniali fino a raggiungere la valutazione data dal perito;
- le valutazioni del perito sono inferiori a quelle che risultano dalla contabilità, in questo caso l'impresa ha una minusvalenza da trasformazione ed è obbligata a svalutare il proprio patrimonio fino a raggiungere i limiti indicati dalla stima del perito.
Generalmente comunque i valori che risultano dalla contabilità sono inferiori a quelli stabiliti dal perito, quindi la società che attua una trasformazione ha di solito una plusvalenza.
Per quanto riguarda le procedure, nessuna procedura particolare è prevista nel caso di passaggio da società di capitali a società di persone, mentre è prevista una procedura precisa per il passaggio da società di persone a società di capitali, cioè:
- delibera di trasformazione, che deve essere eseguita dai soci all'unanimità;
- relazione di stima di un esperto nominato dal tribunale;
- presentazione della delibera al registro delle imprese entro 30 giorni dalla sua attuazione;
- assegnazione ai soci delle azioni o delle quote della società trasformata mantenendo invariati i rapporti di forza.
IL BILANCIO STRAORDINARIO DI LIQUIDAZIONE
L'operazione di liquidazione consiste nella totale cessazione dell'attività d'impresa. Si ha quindi la vendita delle immobilizzazioni, la riscossione dei crediti e con i proventi realizzati il pagamento dei debiti contratti.
L'effetto quindi è del tutto equivalente a quello della cessione, anche nella cessione infatti il cessionario di fatto terminava l'attività d'impresa, con la differenza che in quel caso essa veniva prelevata da un altro soggetto mentre nel caso della liquidazione l'attività cessa completamente.
Quando è possibile, viene sempre preferita la cessione alla liquidazione semplicemente perché il patrimonio netto di cessione risente positivamente dell'influenza dell'avviamento e quindi il valore che si percepisce cedendo l'impresa nel suo complesso è in genere maggiore rispetto al valore che si percepisce vendendo le singole attività patrimoniali singolarmente.
L'impresa quindi viene liquidata solo quando sia impossibile trovare un acquirente a causa delle cattive condizioni in cui versa l'impresa e degli alti costi che l'acquirente dovrebbe sostenere per la ristrutturazione.
Le fasi della liquidazione sono:
- redazione del conto della gestione, ovvero del bilancio relativo al periodo che va dalla chiusura dell'ultimo esercizio fino alla liquidazione, che è importante per l'accertamento degli eventuali utili conseguiti ai fini fiscali;
- apertura della liquidazione, in cui si manifesta la volontà di chiudere l'azienda accertando le motivazioni che stanno all'origine della decisione e si nominano i liquidatori con lo scopo di redigere l'inventario iniziale;
- gestione della liquidazione, in cui si vendono i beni dell'attivo e con quello che si ricava si saldano i debiti;
- chiusura della liquidazione, con l'accertamento di ciò che è rimasto e la distribuzione ai soci;
- redazione del bilancio finale di liquidazione.
L'inventario di liquidazione è lo Stato Patrimoniale redatto a valori correnti, cioè l'attivo al valore di presumibile realizzo e il passivo al costo di estinzione.
Si trova così lo Stato Patrimoniale di estinzione che è diverso dallo Stato Patrimoniale di funzionamento che viene redatto nell'ambito della redazione del conto della gestione.
In particolare potremmo dire che per trovare lo Stato Patrimoniale di estinzione, si parte da quello di funzionamento redatto nell'ambito del conto della gestione e si apportano le seguenti modifiche:
- gli elementi dell'attivo e del passivo non monetari, a cui non corrisponde cioè un pagamento o una riscossione, vengono eliminati;
- le altre voci patrimoniali, quelle cioè a cui corrisponderà un pagamento o una riscossione, sono indicate al valore di realizzo (attività) o di estinzione (passività);
- devono essere aggiunte nuove voci come il Fondo per le spese di liquidazione che raccoglie tutti gli oneri che l'impresa deve sostenere per la liquidazione.
A proposito del bilancio finale di liquidazione, esso si compone di:
- Stato Patrimoniale, dove nell'attivo troviamo il denaro in cassa, i crediti verso le banche per i depositi in conto corrente e le eventuali immobilizzazioni che non si è riusciti a vendere; mentre nel passivo troviamo i debiti verso i liquidatori e il patrimonio netto finale di liquidazione;
- Conto economico, in cui tra i costi troviamo le rimanenze iniziali di magazzino, le eventuali minusvalenze da alienazione, le eventuali sopravvenienze passive (ad esempio crediti non riscossi), i costi per servizi, gli oneri diversi di liquidazione e soprattutto i compensi per i liquidatori mentre invece nell'attivo troviamo i ricavi di vendita e le eventuali plusvalenze da alienazione e sopravvenienze attive, oltre a eventuali interessi attivi riscossi su crediti;
- Il piano di riparto, che evidenzia la distribuzione ai soci degli eventuali fondi rimasti dopo la liquidazione dell'impresa;
- La relazione dei liquidatori, in cui vengono indicate le procedure seguite per la liquidazione e tutte le informazioni ritenute di particolare interesse.
Quando la liquidazione dura a lungo e interessa diversi esercizi, alla fine di ogni esercizio i liquidatori provvederanno a redigere lo stato patrimoniale e il conto economico evidenziando così le variazioni intervenute nel patrimonio in conseguenza della liquidazione e i costi e i ricavi derivanti dall'esecuzione delle operazioni connesse alla liquidazione (vendita delle immobilizzazioni, riscossione dei crediti, pagamento dei debiti e così via).
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