Being forgetful isn't stupid: l'articolo scelto per la traccia di seconda prova del linguistico

Being forgetful isn't stupid è l'articolo dell'Independent che ha ispirato la traccia di seconda prova del linguistico: di cosa parla e dove si trova

Being forgetful isn't stupid: l'articolo scelto per la traccia di seconda prova del linguistico
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Traccia seconda prova linguistico

Smemoratezza non è sinonimo di stupidità, secondo l'articolo scelto per la traccia del linguistico
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Per il secondo scritto di maturità del liceo linguistico è stato chiesto di tradurre e rispondere a 15 domande di comprensione del testo, e produrre due elaborati originali di 300 parole ciascuno.

Il primo testo da tradurre è un brano tratto da Elizabeth Finch, ultimo libro di Julian Barnes. Il secondo, invece, chiede di tradurre e comprendere un articolo dell'Independent, dal titolo Being forgetful isn’t stupid – it helps make smarter decisions, scientists say.

Being forgetful isn’t stupid: di cosa parla l'articolo

Di cosa parla in poche parole l'articolo dell'Independent a firma di Ian Jonhston?

Da sempre, dice Johnston, una cattiva memoria è vista come un fallimento del meccanismo del cervello per l'archiviazione e il recupero delle informazioni. Ma un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Neuron, basato su una revisione della ricerca sull'argomento, ha concluso che l'oblio è in realtà una parte fondamentale dell'apprendimento. Lo scopo della nostra "memoria", infatti, non è ricordare avvenimenti, ma aiutare a prendere decisioni intelligenti conservando solo informazioni preziose. Quando il cervello dimentica qualcosa, quindi, in realtà sta solo decidendo di mettere da parte nozioni inutili in quel dato momento, per fare spazio a qualcosa di più importante.

Questa è la motivazione per cui un cassiere del supermercato dimentica più facilmente i volti delle persone che incontra ogni giorno di quanto non farebbe invece un barista, abituato a riconoscere i clienti abituali.

L'articolo su Neuron affermava che "l'obiettivo predominante" nello studio della memoria era stato il ricordo o la "persistenza". Tuttavia, studi recenti hanno preso in considerazione la neurobiologia dell'oblio (la transitorietà)". 

Secondo questo punto di vista, l'obiettivo della memoria non è la trasmissione di informazioni nel tempo, di per sé. “Piuttosto, è quello di ottimizzare il processo decisionale. In quanto tale, la transitorietà è importante quanto la persistenza nei sistemi mnemonici [memoria]”.

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