Beatrice nella Vita Nuova: commento
Analisi e commento della figura di Beatrice nell'opera Vita nuova di Dante Alighieri. Come viene rappresentato lo stilnovismo
BEATRICE, VITA NUOVA
Nella Vita Nuova, opera giovanile di Dante, egli stesso afferma che incontrò per la prima volta Beatrice a nove anni, quando l’Amore divenne signore del suo animo, e che la rivide nove anni dopo. Il ripetersi del numero nove è simbolico, rappresenta la Trinità e introduce l’atmosfera di sospensione e di mistero del racconto, in cui Beatrice è una creatura spirituale che suscita stupore, un miracolo.
Beatrice era la figlia di Folco Portinari, fondatore dell’Ospedale di Santa Maria Nuova, e sposò Simone de’Bardi, che rivestì importanti cariche pubbliche (fu più volte podestà e capitano del popolo). Nel saluto di Beatrice Dante vede “tutti li termini” della sua “beatitudine”, e qui sta’ tutta la sua felicità. Dante però si sforza di tenere nascosta a tutti l’identità della donna amata e finge d’amare altre donne, chiamate “dello schermo”, per proteggerla dall’invidia dei malparlieri. Ma le chiacchiere della gente suscitano lo sdegno di Beatrice, che gli nega il saluto. Questo genera in Dante una profonda sofferenza ed egli analizza i tormenti provocati dall’amore, con una poesia d’ispirazione cavalcantiana.
A Beatrice, che purtroppo muore giovanissima a ventiquattro anni, nella Vita Nuova sono attribuiti significati allegorici e mistici che la sollevano oltre le “donne angelicate” degli altri stilnovisti. Dante è coinvolto dall’amore per questa donna in uno slancio spirituale verso la salvezza e la perfezione.
Beatrice, infatti, ha il compito di salvare Dante, è il simbolo della Scienza divina: corre in soccorso di Dante, quando si trova nella “selva selvaggia” invocando Virgilio con “occhi lucenti”; gli appare alla sommità del Purgatorio e lo rimprovera per il suo allontanamento, poi diventa la sua guida attraverso i cieli del Paradiso, in un percorso intellettuale, morale e religioso che termina con la visione di Dio. Dopo la morte di Beatrice, nell’animo di Dante sopravvive l’idea di lei “bella e ridente” con “lo suo mirabile riso”.
DANTE ALIGHIERI, VITA NOVA
La Vita Nuova è il racconto in prosa dell’amore di Dante per Beatrice: è stato composto tra il 1283 e il 1295 in quarantadue capitoli, accompagnati da precisazioni di data e circostanze di composizione raccolte in un commento in prosa che precedeva ogni canzone, e dal commento retorico dei testi che seguiva ogni canzone, ci sono i momenti più intensi di un’esperienza interiore.
Scritto dopo la morte di Beatrice, è una raccolta delle liriche più indicative scritte fino a quel momento. Alcuni fatti riportati nel “libello” (così Dante lo definisce) sono autobiografici, altri sembrano immaginari: tutti tracciano un profilo interiore del poeta, la linea di svolgimento della sua vicenda e donano un’atmosfera rarefatta e sognante al racconto. La realtà quotidiana di Firenze fa da sfondo a questa creatura venuta “da cielo in terra a miracol mostrare”, più nobile e più umana di tutte le altre donne.
Fu intitolata Vita Nuova ad indicare il rinnovamento spirituale del poeta causato da un amore eccezionale e altissimo.
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Dalla Vita Nuova apprendiamo che alla morte di Beatrice, nel 1290, Dante ebbe una grave crisi. Questo periodo di smarrimento costituisce anche uno stimolo ad uscire dal mondo chiuso e rarefatto dello stilnovismo, ad ampliare i suoi orizzonti culturali e a stabilire un rapporto con la realtà della vita civile e politica.
Il libro è diviso in tre parti:
- nella prima si analizzano gli effetti che l’amore produce su Dante,
- nella seconda c’è la lode della donna,
- nella terza la morte di Beatrice.
A queste tre parti corrispondono i tre diversi stadi dell’amore.
- Il primo è l’amore cortese, in cui l’amante spera in una ricompensa (il saluto) al suo amore.
- Nel secondo la negazione del saluto fa scoprire all’uomo che l’appagamento può venire anche dalla lode alla donna.
- Nel terzo, c’è una visione mistica dell’amore che muove tutto l’universo e innalza le creature sino e ricongiungerle con Dio.
Tutta l’opera è l’allegoria di un viaggio dell’anima alla contemplazione del cielo, attraverso l’amore per la donna. Questo viaggio si divide in tre stadi. Nel primo l’anima ama Dio attraverso le cose esteriori, nel secondo stadio l’anima scopre la gioia d’amare, nel terzo l’amore trasporta l’anima fino a ricongiungerla con Dio.
Nella Vita Nuova c’è anche il preannuncio dell’opera maggiore di Dante, la Divina Commedia. Dopo aver parlato della vittoria di Beatrice sulle altre Donne Gentili, descrive nell’ultimo sonetto Beatrice in Paradiso circondata di luce e dice di aver avuto una “mirabile visione”, nella quale, dice: ”Vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com’ella sa veracemente... io spero di dicer di lei quello che mai fue detto d’alcuna”.
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